Notte – scritta il 12 agosto 2008

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Notte.
Notte di aliti di vento,
melodie lontane,
frasi e parole portate dal vento.
Ascolto.
Tendo l’orecchio a carpir dei segreti,
non miei e che nemmeno m’interessano.
Testa all’indietro,
sguardo al cielo.
Quante stelle, dov’è la mia?
Che bella luna,
da quando son nato m’affascina,
mi prende,
rapisce i miei sensi.
Ma adesso un pensiero,
nella mente mi rode.
Lei, dov’è? Cosa fa?
In queste notti d’estate,
ove ancor più distanza ho messo fra me e lei,
se solo tendesse l’orecchio,
sentirebbe la mia voce chiamarla.
Se solo inclinasse la testa,
sentirebbe la mia mano
Accarezzarle il collo.

 

Il poeta maledetto

Non v’è compromesso – scritta il 28 febbraio 1998

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Oh, notte silente,

colora il mio volto d’argento.

Occulta il pallore del viso

col più puro di tutti i metalli.

Tu, luna calante,

oscura, nascondi,

le gocce di pioggia del cuore.

Vi prego non voglio,

sapermi osservato da alcuno.

Nemmeno da lei per la quale

stanotte tormento il creato.

Non chiedo poteri,

né grandi tesori;

né ahimé quell’amore

che ormai più non trovo.

Io voglio soltanto sparire.

Sentirmi inghiottito dal mondo.

Morir dei tormenti del fuoco

com’ora dei brividi dell’anima.

Son nudo mia luna,

son nudo mia notte.

Prendetemi ora,

fintanto c’è ancora

qualcosa da poter prendere.

Prima che questa lotta estenuante

distrugga ogni cosa vivente.

Distrugga il senso profondo,

di quello che vado perdendo.

Non v’è compromesso nel cuore.

Datemi il vero amore

o negatemelo senza rancore.

 

Il poeta maledetto

 

La buonanotte – scritta il 18 settembre 1996

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E’ nel buio della notte,

mentre tu dormirai

che veglierò su di te.

Ruberò i tuoi respiri, è vero;

magari mi prenderò un pò della tua vita.

ma in cambio ti darò la mia,

quando con un bacio

sfiorerò le tue labbra

e rimboccandoti le coperte sussurrerò:

“Non vivo che per te”.

 

Il poeta maledetto

 

Una notte di stelle cadenti – scritta il 12 agosto 1996

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Quella notte due stelle in più

brillavano nel cielo,

due stelle che brillavano soltanto per me.

Erano i tuoi occhi.

E in quei tuoi splendidi occhi

mi sono specchiato.

Ho assaggiato la tua spontaneità,

la tua dolcezza, la tua fragilità.

Tremavo e non avevo freddo;

sentivo qualcosa dentro di me,

qualcosa che pian piano cresceva

e cominciava a tormentarmi il cuore.

una stella cadente

ho visto dalla prua della nave,

sembrava quasi

volesse sfiorar la tua pelle,

e in quel momento ne son stato geloso:

Lei può, io no.

Ma poi ho guardato il tuo viso,

“sei bellissima”

ho detto con un sorriso.

Ad ogni tuo gesto, ad ogni tuo sguardo,

ad ogni parola.

Più forte sentivo battermi il cuore.

A quella stella ho affidato il mio amore.

Poi le mie due dolci stelle son sparite,

sei andata via e son rimasto solo.

Il mio canto solitario

ho innalzato al cielo,

gli ho chiesto di guarire

il mio profondo dolore.

Quella stella cadente

ancora mi ha risposto:

E’ lei che devi cercare,

da questa malattia d’amore

soltanto lei ti potrà guarire.

 

Il poeta maledetto

 

Le carte da gioco – 6 dicembre 1995

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A passar la notte da solo,

seduto ad un tavolo.

Le carte fra le mani,

un solitario m’invento.

E in ogni carta

è te che cerco.

In ogni carta

il tuo sorriso vedo.

Rimescolo il mazzetto,

ricomincio daccapo.

Mi addormento stanco,

ed è te che sogno.

Tu mi chiami, ed io,

su di un cavallo bianco arrivo,

ti porto via con me.

Mi risveglio e le carte

sono ancora sul tavolo.

Una regina e un cavaliere,

il solitario non viene.

La regina ti somiglia,

… No!

Son io che in lei ti vedo.

Sono io un cieco

e solo il tuo splendore vedo.

Ma non è possibile

un solitario con te.

Al gioco dell’amore,

in due si gioca.

Oh mia regina,

fiori, picche, quadri e cuori ti darò.

E se ancora non ti basterà,ordina.

E ciò che hai chiesto, io ti darò.

Nel buio della notte,

il mondo intero sveglierò.

Mentr’egli ancora assonnato

aprirà gli occhi,

il gioco dell’amore

io ti insegnerò.

 

Il poeta maledetto

 

 

Inno alla luna – scritta il 15 maggio 1995

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In quest’or tarda della notte, luna,

la tua argentata veste

distendi leggera sul mar,

che brontolando in delicate onde, dorme.

Tutto è silente, oh luna.

Anche tu, alta lassù in cielo.

Appresti al nostro tatto

soltanto il tuo riflesso.

Lontana stai, eppur così vicina sembri.

Luna, regina misteriosa di ciò ch’è oscuro;

si dice che tra i tanti tuoi crateri

il senno degli umani custodisci.

Ma allor perché guardando il tuo splendor

divento matto?

Quel manto tuo argentato mi simiglia

a un fiume di capelli di una donna.

Di quella donna, oh luna, che col sorriso,

rubò la vita mia, il mio destino.

Ed ora canto a te questo mio inno,

cercando in te ciò che quella donna mi prese.

Luna, più ti guardo e più mi accorgo

che sorridi come sorrideva lei.

Avvolgimi con le tue vesti argentee,

fammi dimenticar di lei.

No! Luna.

Avvolgimi come faceva lei.

Si! Non so dimenticar, non voglio.

Resto a cantar la tua magnificenza.

Col mio inno alla luna,

col mio inno a lei.

 

Il poeta maledetto

 

 

Ladri di sogni – scritta il 15 marzo 1995

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In camera mia avevo un armadio,

e dentro l’armadio

avevo nascosto una scatola.

Ogni notte vegliavo

perché non venisse mai aperta.

E non dormivo mai.

Ma un giorno mi sono distratto.

Ho chiuso un attimo gli occhi.

Ho sognato di volare via dalla finestra,

sempre più in alto.

Ho girato intorno al sole,

mi sono perso nella luce.

Non sarei mai più tornato qui giù.

Poi ho ricordato la mia camera

e ne ho avuto nostalgia.

Son rientrato dalla finestra

e mi son svegliato

che ero immerso nella luce.

L’armadio era aperto,

la scatola, vuota.

Ladro di un mondo!

Aveva rubato i miei sogni.

In camera mia avevo un armadio,

e dentro l’armadio

avevo nascosto una scatola vuota.

Ogni notte vegliavo

perché non venisse mai chiusa.

E non dormivo mai.

Ma un giorno mi sono distratto.

Ho chiuso un attimo gli occhi.

Ho sognato di persone

che volavano via dalle finestre,

sempre più in alto.

Le vedevo girare intorno al sole,

perdersi nella luce.

Non sarebbero mai più tornate qui giù,

se non avessero avuto nostalgia.

E mi son svegliato

che ero immerso nella luce.

L’armadio era chiuso,

la scatola piena.

Ladro di un uomo!

Avevo rubato i sogni del mondo.

 

Il poeta maledetto

 

Sole di mezzanotte – scritta il 13 marzo 1995

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Sole di mezzanotte,

d’illuminare il giorno già ti vergogni;

così crudele, così malvagio.

Preferisci stare qui,

farti vedere nel silenzio della notte

tra le calotte polari.

Dove non c’è il freddo

che è nel cuore degli uomini.

Dove il ghiaccio copre il mondo,

proteggendolo dal bene e dal male.

Sole di mezzanotte,

l’aurora fa da cornice

a un quadro che non esiste.

Un orso annusa l’aria

che non porta profumi.

E tu risplendi sul nulla di qualcosa,

che è molto più grande di te.

Ma è davvero per vergogna

che qui vieni a nasconderti?

Il cervo non volle crederci

e di nascosto ti seguì.

La tigre che tanto ti stimò

a lui si unì.

Ad uno ad uno,

tutti gli amici tuoi più cari,

ti seguirono fino al polo.

Ed è li che ti trovarono;

tra due montagne di ghiaccio,

intento a scaldare

un dolce fiorellino.

Infine stremato dalla fatica

il sole morì.

E il mondo cadde

nelle tenebre più cupe.

non per molto però,

perché per il sacrificio del sole,

il fiorellino sbocciò,

liberando un nuovo sole

che si alzò alto nel cielo.

Quella notte gli animali

videro la luce della vita

del sole di mezzanotte.

 

Il poeta maledetto

 

Un sogno – scritta il 13 marzo 1995

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Se tu fossi un mio sogno.

non ci sarebbe notte abbastanza lunga

per averti vicino.

Ma tu non sei un sogno,

che svanisce con l’alba,

che si perde

nella dolce, fresca aria del mattino

che vede nascere il giorno.

Una volta hai fissato

la tua immagine dentro me,

con uno sguardo, con un sorriso.

E sei rimasta li.

Come un sogno che l’alba non cancella

e che il sole non acceca.

Che resta sempre qui,

nella mia mente.

Mentre il vento ripete:

amala, amala, amala.

Ma si può amare un sogno?

Se tu lo fossi,

risponderei di si.

 

Il poeta maledetto

 

Perle – scritta il 4 marzo 1995

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In una notte d’agosto, una stella lontana

scivolò via dal buio del cosmo

e si tuffò nel mare.

Le onde argentate si colorarono d’oro

e una luce nuova avvolse il mondo.

Ma la stella perse il suo sorriso,

la sua gioia di vivere.

E nascosta in fondo al mare

cominciò a piangere.

E le sue lacrime divennero perle.

Un marinaio le raccolse

e ne fece una collana.

La donò alla luna

in cambio dell’amore di una donna.

Ma la collana si spezzò,

e le perle ricaddero nel mare.

Un marinaio le raccolse

e ne fece una collana.

La donò ad una donna

in cambio di un sorriso.

Ma la collana si spezzò,

la donna perse il suo sorriso

e cominciò a piangere.

E le sue lacrime divennero perle

che il vento portò via

su di una stella lontana

nel buio del cosmo.

In una notte d’agosto,

il mare si riempì di perle.

 

Il poeta maledetto