La giostra – scritta il 6 aprile 1995

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Il tuo sorriso dolce,

il tuo profondo sguardo,

le tue bellissime gambe,

le tue stupende mani,

il tuo meraviglioso corpo,

i tuoi lunghissimi capelli

che mi sfiorano il viso;

mentre in un dolcissimo gioco

giri intorno al mio esistere.

Non fermarti amore,

continua a girare.

Il mondo è confuso:

sei tu, l’unica certezza.

Sorriso dolce,

profondo sguardo,

bellissime gambe,

stupende mani,

meraviglioso corpo,

lunghissimi capelli,

gira e non fermarti.

Che in questa confusa giostra,

la certezza, è solo nostra.

 

Il poeta maledetto

 

Problemi di terre – scritta il 27 marzo 1995

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Saltella di qua,

saltella di là.

Eterna indecisa,

non si ferma più.

Strade bianche

percorrono verdi prati.

Una rete divide

le due proprietà.

Fra i due padroni

nessuno ti vuole.

E ti scacciano via

per i verdi campi,

saltellando di qua,

saltellando di là.

Poi, quando esausta

ti saresti abbandonata nella rete,

uno dei due padroni ti accoglie.

E tu, dispettosa pallina da tennis,

regali il punto all’avversario.

 

Il poeta maledetto

 

Un sogno – scritta il 13 marzo 1995

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Se tu fossi un mio sogno.

non ci sarebbe notte abbastanza lunga

per averti vicino.

Ma tu non sei un sogno,

che svanisce con l’alba,

che si perde

nella dolce, fresca aria del mattino

che vede nascere il giorno.

Una volta hai fissato

la tua immagine dentro me,

con uno sguardo, con un sorriso.

E sei rimasta li.

Come un sogno che l’alba non cancella

e che il sole non acceca.

Che resta sempre qui,

nella mia mente.

Mentre il vento ripete:

amala, amala, amala.

Ma si può amare un sogno?

Se tu lo fossi,

risponderei di si.

 

Il poeta maledetto

 

Partenza – scritta il 9 marzo 1995

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Che confusione in quella stanza.

L’armadio aperto,

i vestiti gettati sul letto.

Tu che rovisti nei cassetti,

cercando quella rosa

che ti regalai un anno fa.

Non pensarci più,

o perderai il treno.

Vai via adesso.

Non c’è posto in quella valigia

per i ricordi.

Vai via adesso.

Dove andrai troverai un altro

che ti regalerà una rosa.

Avrai altri cassetti

dove trascorrere il tuo tempo.

Vai via adesso,

o perderai il treno.

Non c’è spazio in quella valigia

per i ricordi.

Ma forse per un bacio

un posticino c’è ancora.

L’ultimo amore e poi via;

che il treno già parte, va via.

 

Il poeta maledetto

 

Anche se – scritta il 19 gennaio 1995

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Anche la rosa più bella,

splendente, nella sua soave purezza,

ha le sue spine.

Anche il fiume più limpido

e così anche il mare più puro

a volte diventano emissari di morte.

Se corri, corri,

arrivi prima alla fine;

ma ti stanchi molto di più.

I sogni son belli, ma durano poco.

E quando ti svegli,

rifletti un pò

e capisci che la vita non è panna,

ma schiuma da barba.

 

Il poeta maledetto

 

Sogni e lettere – scritta il 17 gennaio 1995

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Foglie portate dal vento.

Rotolano su strade

dove scorrono veloci le auto.

Si fermano in pozzanghere e ristagnano.

Rotolano tra l’erba,

si fermano tra le radici di un albero

e vi nasce un fungo.

Rotolano su fogli di giornale;

le coperte di barboni solitari.

Rotolano, rotolano,

rotolano in una finestra aperta

che nell’oscurità della notte

riflette la luce di una lampada.

Una ragazza scrive una lettera

mentre il vento

accompagna in quella stanza

una foglia di faggio.

La penna traccia sul foglio:

“al mio amore lontano”,

quando la foglia rotola sul tavolo

e la luce della lampada

la illumina in pieno.

Lei la guarda, sorride, la prende,

vi scrive sopra “ti amo”

e la mette in una busta da lettera

insieme al foglio.

I miei sogni son foglie;

foglie portate via dal vento;

che rotolano,

rotolano e viaggiano

chiuse in delle buste da lettera.

 

Il poeta maledetto

 

La libertà – scritta il 17 gennaio 1995

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Vivere senza la libertà,

è liberare la vita

e lasciarsela sfuggire dalle mani.

Dimentica come ti chiami;

dimenticati dell’amore;

dimenticati del tempo che ti consuma

nel suo silenzioso gioco.

Ma non dimenticarti mai della libertà.

Non fartela mai rubare.

Il vero senso della vita

è guardare le stelle,

sentire un violino suonare

e gridare all’universo: “Sono libero!”

Se un giorno non avrai più la libertà,

non sentirai violini suonare,

non vedrai stelle nel cielo,

e la tua voce

si perderà nel buio della notte.

E mentre la tua anima

piangerà senza fine,

il tuo cuore sussurrerà:

“Avevo la libertà

e me la son fatta rubare”.

 

Il poeta maledetto

 

La morte – scritta il 16 gennaio 1995

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Un freddo profondo sento nelle ossa.

Non vedo più i colori del mondo;

il cuore vien meno,

il respiro mi manca.

Ridevo con gli altri alla vita

e pensavo di non morire mai.

Poi è bastato un attimo.

Tu mi hai detto: “E’ finita!”.

Ed ogni cosa ha perso il suo colore.

Il tempo si è fermato per me.

Sono morto.

E tu mi hai seppellito,

insieme al mio amore.

 

Il poeta maledetto

 

Donne e favole – scritta il 14 gennaio 1995

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Ti lasciai bambina,

che credevi ancora alle favole.

Ti lasciai che avevi un sorriso

stampato sulle labbra.

E l’ingenuità ti cullava il cuore.

Vivevi la tua vita intensamente,

colorandola dei più bei colori

dell’arcobaleno.

Per te contava solo il presente,

al futuro chiedevi soltanto

di poter continuare a sognare.

Ti ritrovo adesso,

mentre una luce nuova

ti nasce negli occhi.

Mentre mi guardi piangi

ed il tuo cuore esulta.

E ti bacio, ti abbraccio,

e non ti lascerei mai più.

E tu mi stringi forte,

abbandonandoti all’amore.

Ti lasciai bambina,

che credevi ancora alle favole;

ti ritrovo donna,

mentre vivi la tua dolce favola.

 

Il poeta maledetto