Sole di mezzanotte – scritta il 13 marzo 1995

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Sole di mezzanotte,

d’illuminare il giorno già ti vergogni;

così crudele, così malvagio.

Preferisci stare qui,

farti vedere nel silenzio della notte

tra le calotte polari.

Dove non c’è il freddo

che è nel cuore degli uomini.

Dove il ghiaccio copre il mondo,

proteggendolo dal bene e dal male.

Sole di mezzanotte,

l’aurora fa da cornice

a un quadro che non esiste.

Un orso annusa l’aria

che non porta profumi.

E tu risplendi sul nulla di qualcosa,

che è molto più grande di te.

Ma è davvero per vergogna

che qui vieni a nasconderti?

Il cervo non volle crederci

e di nascosto ti seguì.

La tigre che tanto ti stimò

a lui si unì.

Ad uno ad uno,

tutti gli amici tuoi più cari,

ti seguirono fino al polo.

Ed è li che ti trovarono;

tra due montagne di ghiaccio,

intento a scaldare

un dolce fiorellino.

Infine stremato dalla fatica

il sole morì.

E il mondo cadde

nelle tenebre più cupe.

non per molto però,

perché per il sacrificio del sole,

il fiorellino sbocciò,

liberando un nuovo sole

che si alzò alto nel cielo.

Quella notte gli animali

videro la luce della vita

del sole di mezzanotte.

 

Il poeta maledetto

 

Fantasma – scritta il 22 gennaio 1995

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Un’ombra scivola per le strade buie della città.

La mezzanotte è passata, non v’è altro che quiete.

Solo un’ombra scivola via per le strade,

si nasconde nei portoni,

passeggia sotto i balconi;

solitaria e silenziosa

si avvicina ad una finestra.

Il pianto inconsolabile di una ragazza,

strapperebbe le lacrime

anche al più malvagio dei demoni.

Il ragazzo che lei amava,

oggi è stato strappato alla vita

e lei inconsolabile piange,

bagnando il cuscino.

Un’ombra dietro i vetri della finestra

la osserva e piange con lei.

Singhiozzando,

si avvicina la ragazza alla finestra,

dove sul davanzale è posata una rosa.

Lei se la porta al viso

ed i petali si bagnano di lacrime.

Con gli occhi rivolti al cielo

la ragazza sospira:

“Ti amerò per sempre”.

Dal basso, dal buio,

un’ombra risponde:

“Anch’io”.

 

Il poeta maledetto

 

Mezzanotte – scritta il 10 agosto 1994

 

Al fresco della sera ho guardato il cielo,

e nella notte ho visto risplendere

meravigliosamente due stelle gemelle.

Mentre una dolce brezza mi accarezzava il corpo,

sentivo i tuoni di temporali lontani.

Poi ti sei avvicinata e ho capito.

Le due stelle gemelle erano i tuoi occhi.

La dolce brezza, il tuo respiro affannoso.

E i tuoni, i tuoni erano i battiti del tuo cuore,

che avrebbe voluto squarciarti il petto,

uscir fuori e gridarmi che mi ami.

Son riuscito a sentirlo quando a mezzanotte,

nel magico momento in cui, con un bacio,

la tenebra cede alla luce il dominio del mondo,

ti sei avvicinata e mi hai sussurrato: “ciao”.

Ed io gli ho risposto: “anch’io ti amo”.

 

Il poeta maledetto

L’insonnia – scritta il 30 aprile 1994

 

E’ ormai passata la mezzanotte,

eppur non riesco a dormire.

Mi giro e mi rigiro, a destra, a sinistra,

metto la testa sotto il cuscino,

scosto via le coperte;

niente da fare,

il letto è una tavola infuocata.

Poi il cuscino, d’improvviso,

prende i lineamenti del tuo viso;

il materasso diventa il tuo corpo;

le coperte, le tue braccia,

che m’avvolgono in un sonno profondo.

Adesso riesco a dormire.

Forse, se invece di contare le pecore,

contassi i tuoi baci,

mi addormenterei più in fretta.

O almeno se così non fosse,

l’attesa, sarebbe più lieta.

Buonanotte.

 
Il poeta maledetto