Una notte di stelle cadenti – scritta il 12 agosto 1996

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Quella notte due stelle in più

brillavano nel cielo,

due stelle che brillavano soltanto per me.

Erano i tuoi occhi.

E in quei tuoi splendidi occhi

mi sono specchiato.

Ho assaggiato la tua spontaneità,

la tua dolcezza, la tua fragilità.

Tremavo e non avevo freddo;

sentivo qualcosa dentro di me,

qualcosa che pian piano cresceva

e cominciava a tormentarmi il cuore.

una stella cadente

ho visto dalla prua della nave,

sembrava quasi

volesse sfiorar la tua pelle,

e in quel momento ne son stato geloso:

Lei può, io no.

Ma poi ho guardato il tuo viso,

“sei bellissima”

ho detto con un sorriso.

Ad ogni tuo gesto, ad ogni tuo sguardo,

ad ogni parola.

Più forte sentivo battermi il cuore.

A quella stella ho affidato il mio amore.

Poi le mie due dolci stelle son sparite,

sei andata via e son rimasto solo.

Il mio canto solitario

ho innalzato al cielo,

gli ho chiesto di guarire

il mio profondo dolore.

Quella stella cadente

ancora mi ha risposto:

E’ lei che devi cercare,

da questa malattia d’amore

soltanto lei ti potrà guarire.

 

Il poeta maledetto

 

La matematica non è un’opinione – scritta il 24 luglio 1995

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Hai mai provato a contar le foglie

dell’albero che è fuori della finestra?

Hai mai provato a contar le stelle

che si vedono in cielo a notte fonda?

Hai mai provato a contare gli affanni,

le gioie, i dolori, i successi, i tuoi anni?

Hai mai provato a contare le volte

che le tue labbra hanno detto: “ti amo”?

Io ci ho provato, ma mi sono addormentato.

Ed ogni volta che mi sono risvegliato

a contare daccapo ho ricominciato.

 

Il poeta maledetto

 

Universo Infinito – scritta il 7 giugno 1995

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Di stelle sei gonfio

Universo Infinito.

In ogni tuo luogo

v’è luce d’immenso.

Ascolta un momento

me che non sono niente.

Tu che in un attimo

dai vita a galassie,

eterne nebulose,

meravigliose costellazioni;

regalami una stella.

Di modo ch’io possa

nasconderla in un cassetto.

Tenerla sotto il cuscino,

sognarla e baciarla,

darle il nome

della ragazza che amo.

 

Il poeta maledetto

 

Ale – scritta il 20 maggio 1995

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Qual rugiada di stelle,

il tuo profumo sulle mie palpebre chiuse.

Il tuo respiro dolce,

caldo sulle mie mani.

Il tuo viso nascosto sul mio petto.

I tuoi sogni me li porto via.

Li rubo tutti e scappo via.

Ma prima, lasciati guardare un pò.

Che meravigliose labbra hai.

Scappo via adesso,

o non lo faccio più.

Però prima ti rubo un bacio.

Uno solo!

Giuro che sto attento,

non ti sveglio.

Eccolo, un attimo.

Che dolcezza.

Tu sussulti,

ti giri verso di me,

sussurri: “Hai detto qualcosa?”

Ed io: “No. Dormi, che è ancora notte.”

Ti rigiri, sorridi.

Il segreto è mio e tuo.

 

Il poeta maledetto

 

Mezzanotte – scritta il 10 agosto 1994

 

Al fresco della sera ho guardato il cielo,

e nella notte ho visto risplendere

meravigliosamente due stelle gemelle.

Mentre una dolce brezza mi accarezzava il corpo,

sentivo i tuoni di temporali lontani.

Poi ti sei avvicinata e ho capito.

Le due stelle gemelle erano i tuoi occhi.

La dolce brezza, il tuo respiro affannoso.

E i tuoni, i tuoni erano i battiti del tuo cuore,

che avrebbe voluto squarciarti il petto,

uscir fuori e gridarmi che mi ami.

Son riuscito a sentirlo quando a mezzanotte,

nel magico momento in cui, con un bacio,

la tenebra cede alla luce il dominio del mondo,

ti sei avvicinata e mi hai sussurrato: “ciao”.

Ed io gli ho risposto: “anch’io ti amo”.

 

Il poeta maledetto