Io, te e la luna – 21 dicembre 1995

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Tante cose vorrei dirle

e dirle non so.

Tante cose vorrei fare

eppur so che non ci riuscirò.

In questa notte buia, solo tu,

mia dolce luna, puoi aiutarmi.

Ascolta il mio canto.

Affidalo al vento

che a lei lo porti.

Fa che mi sogni,

che mi stringa forte.

Anche se io son lontano,

fa che lei senta il mio amore.

Io aspetterò in un cantuccio

che il mio sospiro a lei sia vicino

e confondendo sogno e realtà

il suo corpo sentirò vicino.

Prenderò il suo destino

lo terrò per me,

ne farò una stella

e te la porrò al fianco.

Luna, ascolta il mio canto,

affidalo al vento.

Che lei già dorme e già sogna,

mentr’io respiro a stento.

Dille che l’amo;

dille… Non so,

che senza di lei io morirò.

Dille così, mia luna, che è vero.

Dille che il mio è un amore sincero.

Avvolgila luna,

in un abbraccio fatato,

come ho fatto io

da uomo innamorato.

Portale sogni, e che siano d’oro.

La mia donna li merita,

fa che siano il mio dono.

A lei chiedi soltanto

di non dimenticar mai me.

Non offenderti luna,

ma io l’amo più di te.

Ora luna non farti più scura.

Non esser gelosa,

non far l’invidiosa.

Ti prego,

porta il mio canto

a colei che un giorno

sarà la mia sposa.

 

Il poeta maledetto

 

Io sarò – scritta il 20 settembre 1995

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Io sarò nei tuoi sogni,

ti prenderò per mano

e t’accompagnerò per il mondo.

Te li farò realizzare.

Io sarò nei tuoi desideri,

ti ascolterò per ore,

poi schioccherò le dita

e te li farò realizzare.

Io sarò nelle tue paure,

le sconfiggerò tutte

e se ti vedrò piangere,

ti saprò consolare.

Io sarò nei tuoi sogni

finché dormirai.

Poi ti sveglierò con un bacio

e insieme,

continueremo a sognare.

 

Il poeta maledetto

 

Ladri di sogni – scritta il 15 marzo 1995

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In camera mia avevo un armadio,

e dentro l’armadio

avevo nascosto una scatola.

Ogni notte vegliavo

perché non venisse mai aperta.

E non dormivo mai.

Ma un giorno mi sono distratto.

Ho chiuso un attimo gli occhi.

Ho sognato di volare via dalla finestra,

sempre più in alto.

Ho girato intorno al sole,

mi sono perso nella luce.

Non sarei mai più tornato qui giù.

Poi ho ricordato la mia camera

e ne ho avuto nostalgia.

Son rientrato dalla finestra

e mi son svegliato

che ero immerso nella luce.

L’armadio era aperto,

la scatola, vuota.

Ladro di un mondo!

Aveva rubato i miei sogni.

In camera mia avevo un armadio,

e dentro l’armadio

avevo nascosto una scatola vuota.

Ogni notte vegliavo

perché non venisse mai chiusa.

E non dormivo mai.

Ma un giorno mi sono distratto.

Ho chiuso un attimo gli occhi.

Ho sognato di persone

che volavano via dalle finestre,

sempre più in alto.

Le vedevo girare intorno al sole,

perdersi nella luce.

Non sarebbero mai più tornate qui giù,

se non avessero avuto nostalgia.

E mi son svegliato

che ero immerso nella luce.

L’armadio era chiuso,

la scatola piena.

Ladro di un uomo!

Avevo rubato i sogni del mondo.

 

Il poeta maledetto

 

Artista – scritta il 4 febbraio 1995

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Se i sogni fossero oro,

sarebbe l’uomo più ricco del mondo.

Se le idee potessero volare,

avrebbe già attraversato l’universo.

Se i suoi desideri fossero gocce d’acqua,

l’oceano non basterebbe

a contenerli tutti.

Ma i sogni non sono oro,

le idee non hanno ali

e i suoi desideri

restano solo speranze.

Speranze distrutte dal mondo.

E se così non fosse,

lui non sarebbe un artista.

 

Il poeta maledetto

 

Sogni e lettere – scritta il 17 gennaio 1995

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Foglie portate dal vento.

Rotolano su strade

dove scorrono veloci le auto.

Si fermano in pozzanghere e ristagnano.

Rotolano tra l’erba,

si fermano tra le radici di un albero

e vi nasce un fungo.

Rotolano su fogli di giornale;

le coperte di barboni solitari.

Rotolano, rotolano,

rotolano in una finestra aperta

che nell’oscurità della notte

riflette la luce di una lampada.

Una ragazza scrive una lettera

mentre il vento

accompagna in quella stanza

una foglia di faggio.

La penna traccia sul foglio:

“al mio amore lontano”,

quando la foglia rotola sul tavolo

e la luce della lampada

la illumina in pieno.

Lei la guarda, sorride, la prende,

vi scrive sopra “ti amo”

e la mette in una busta da lettera

insieme al foglio.

I miei sogni son foglie;

foglie portate via dal vento;

che rotolano,

rotolano e viaggiano

chiuse in delle buste da lettera.

 

Il poeta maledetto