Strinsi forte il mantello – scritta il 2 febbraio 1997

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Sognai di falco che vola in alto,

padron dell’alba e del tramonto.

Sentii leggera carezza del vento,

e quando i miei occhi furon lontani,

mi sorpresi a volare,

perché avevo le ali.

Ma l’aria era fredda,

scesi e chiusi il mantello.

Delusione divenne

il sogno mio più bello.

Aprii gli occhi e vedevo

uno scorcio di cielo.

Nell’azzurro assai chiaro

vidi un falco volare.

Ma una mano assai dolce

carezzò i miei capelli.

Mi baciò e strinse forte,

col suo corpo,

in mantello m’avvolse.

Nei suoi occhi vidi allora il mio cielo,

in cui con ali d’amore volare.

Più forte la strinsi al cuore.

Realtà e mai più sogno,

io promisi d’amare.

 

Il poeta maledetto

 

Il rimorso – 6 dicembre 1995

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Vola falco su montagne e valli.

Vola e cerca la tua preda.

Sotto pioggia, neve,

vento e sole;

all’alba, al tramonto,

alla notte.

Vola instancabile,

non fermarti.

Piangi se sei stanco,

urla se ti fan male le ali,

ma non interrompere il volo.

Non fare come me che avevo lei

e l’ho lasciata andar via.

Ero stanco e mi son fermato,

ma lei non m’ha aspettato.

Ora son solo e volo,

come un falco

che ha perso il suo destino;

come un sole che non sa

se sorgere o tramontare.

Piangi falco,

ma segui il tuo cuore.

Chiamalo amore se vuoi

questo coraggio che hai.

Non abbandonarlo mai.

Piangi falco, piangi adesso

e poi con lei tu gioirai.

Non fare come me

che ho perso il suo sorriso

e adesso volo solo,

nell’azzurro di un cielo lontano.

Il predatore è preda

di un sentimento strano,

e vola nel ricordo

di averla lasciata,

di essere stato un codardo.

Piangi falco,

ma tieniti stretta lei,

che io con queste mani

ormai serrate in preghiera,

non sai quanto volentieri

la riabbraccerei.

Piangi falco,

piangi come me,

che il tuo dolore

con lei finisce;

il mio invece,

rimane in me.

 

Il poeta maledetto

 

Un sogno – scritta il 13 marzo 1995

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Se tu fossi un mio sogno.

non ci sarebbe notte abbastanza lunga

per averti vicino.

Ma tu non sei un sogno,

che svanisce con l’alba,

che si perde

nella dolce, fresca aria del mattino

che vede nascere il giorno.

Una volta hai fissato

la tua immagine dentro me,

con uno sguardo, con un sorriso.

E sei rimasta li.

Come un sogno che l’alba non cancella

e che il sole non acceca.

Che resta sempre qui,

nella mia mente.

Mentre il vento ripete:

amala, amala, amala.

Ma si può amare un sogno?

Se tu lo fossi,

risponderei di si.

 

Il poeta maledetto