Notte – scritta il 12 agosto 2008

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Notte.
Notte di aliti di vento,
melodie lontane,
frasi e parole portate dal vento.
Ascolto.
Tendo l’orecchio a carpir dei segreti,
non miei e che nemmeno m’interessano.
Testa all’indietro,
sguardo al cielo.
Quante stelle, dov’è la mia?
Che bella luna,
da quando son nato m’affascina,
mi prende,
rapisce i miei sensi.
Ma adesso un pensiero,
nella mente mi rode.
Lei, dov’è? Cosa fa?
In queste notti d’estate,
ove ancor più distanza ho messo fra me e lei,
se solo tendesse l’orecchio,
sentirebbe la mia voce chiamarla.
Se solo inclinasse la testa,
sentirebbe la mia mano
Accarezzarle il collo.

 

Il poeta maledetto

Sulla cartolina – scritta il 13 settembre 1996

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Mi capita a volte

di perdere lo sguardo all’orizzonte,

su spiagge, monti, case, persone.

E di pensare che forse,

in tutto ciò,

anche se così bello,

manca la cosa più importante.

Chissà quando finirò

di girarmi intorno

e di vederti in ogni cosa.

Spero solo,

non arrivi mai quel giorno.

 

Il poeta maledetto

 

Amore tu – scritta il 26 dicembre 1995

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Un attimo basta

a perdersi nel tuo sguardo.

Nell’infinito buio di un cuore

che non ti può avere.

Dolcissime labbra

che strappaste all’anima mia il ricordo

di un’età in cui cercavo l’amore

e non trovavo che me;

ora che ti ho davanti e ti guardo

mi accorgo di aver trovato l’amore

e di perderlo.

Ti stringerei fra le mie braccia amore

ma inutile sarebbe prolungare questi attimi.

Ti prego va via.

Prima che il mio dolore si esprima.

Lasciami affondare in una lacrima.

Lasciami solo a ricordare

di quando tu non c’eri.

Ma poi dov’eri?

Perché non ci conosciamo da sempre?

Tu sei nata mia,

sei dentro di me

e adesso vai via.

Un bacio ti prego

per dire addio a un cuore

e all’anima mia.

 

Il poeta maledetto

 

Il gigante – scritta il 28 settembre 1995

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Vento tra i capelli,

sguardo all’orizzonte.

Sulla spider corre

quasi fosse un campione.

Quelle eco vive,

sembra ancora di sentirle:

sei grande, sei il migliore.

E intanto il piede

schiaccia l’acceleratore.

Piange di gioia.

E’ il re della strada;

no! E’ il re del mondo:

Sei grande James Dean,

sei sempre il migliore.

E il piede

è ancora sull’acceleratore.

Arriva un’auto con senso opposto.

Quelle eco ancora:

Attento gigante!

Costui usurpa il tuo posto.

Gli si sgranano gli occhi.

“Non è possibile, devo impedirlo.

Devo fermarlo. Sono io il migliore.”

Un attimo basta.

Ventotto settembre, James Dean muore.

Eri grande gigante,

eri il migliore.

Sulla spider distrutta

va a tramontare il sole.

Un ricordo corre ancora

finché sparisce nel dolore.

Ventotto settembre,

anche i giganti diventano ombre.

 

Il poeta maledetto

 

Il pane dell’amore – scritta il 4 settembre 1995

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L’amore è come un pezzo di pane.

Tu eri là a mordere il tuo.

Io ero un pò più in là

a rubar le tue molliche.

Poi non mi son bastate più quelle.

E quando mi son deciso a chiederti

di assaggiare il tuo pane,

non ci son volute parole,

è bastato uno sguardo:

senza aver chiesto nulla

m’hai offerto il tuo amore.

Ed ora son qui,

a mangiare il tuo pane

e a ripetere ai tuoi occhi:

ti amo, ti amo amor mio;

senza parole ti amo.

Ogni volta che ti guardo,

ogni volta che ti penso,

ogni volta che ti cerco.

L’amore, sai,

è come un pezzo di pane,

e tu me l’hai donato.

Vuoi assaggiare il mio pane?

E’ fatto d’amore e lievito,

ad ogni morso sussurra: ti amo.

 

Il poeta maledetto