Prima che una lacrima scenda

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Prima che una lacrima scenda dagli occhi del poeta
e come perla s’infranga su foglio liberando mille e più parole,
mi chiudo in me stesso, al buio e ascolto voci, melodie,
che il cuore mio tinge e trasforma.
Liberare un sentimento non è facile, ma…
Tramutare una lacrima in un sorriso,
e vedere un altro cuore emozionarsi di questo;
ripaga di ogni maledetto istante d’amarezza,
confondendolo in brivido che corre da pelle a pelle,
da uno sguardo che è perso nel mio… Che è perso nel suo.

 

Il poeta maledetto

Zero Assoluto – Per dimenticare

Satirica sfida di grottesca maschera

che ride per nascondere il pianto.

Amaro è il ricordo,

tanto quanto il rimorso.

Ma l’inevitabile di un momento

non è l’inevitabile di un eterno.

E nell’attesa di unghie e caffé,

parole, canzoni e pensieri,

ricordi e commenti,

mi piace immaginare,

sperare, magari sognare,

di quel ritorno,

di quell’incontro.

 

Il poeta maledetto

 

Zero Assoluto – Per dimenticare

 

Il video

 

 

Il testo

Allora quindi è vero,
è vero che ti sposerai
Ti faccio tanti, tanti cari auguri,
se non vengo capirai
E se la scelta è questa
è giusta lo sai solo tu
E’ lui l’uomo perfeto che volevi
che non vuoi cambiare più.
Ti senti pronta a cambiare vita
a cambiare casa
a fare la spesa
a fare i conti a fine mese
a la casa al mare
ad avere un figlio, un cane.
Ed affrontare suocera, cognato
nipoti, parenti,
tombola a Natale,
mal di testa ricorrente
e tutto questo
per amore.

E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti

E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi…di te, di te, di te

E grazie per l’invito
ma proprio non ce la farò
ho proprio tanti, tanti, troppi impegni
credo forse partirò
se avessi più coraggio
quello che ti direi
che quell’uomo perfetto
che volevi tu non l’hai capito mai.
Io sarei pronto a cambiare vita
a cambiare casa
a fare la spesa
e fare i conti a fine mese
a la casa al mare
ad avere un figlio, un cane.
Ed affrontare suocera, cognato
nipoti, parenti,
tombola a Natale,
mal di testa ricorrente
e tutto questo
per amore.

E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti

E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi…di te, di te, di te.
Per dimenticare, per dimenticarmi, di te, di te, di te.

 

Negramaro – solo per te – video, testo

Le cose non capitano mai per caso.

 Anche se a volte sembrano capitare nel momento sbagliato.

“Solo per te io cambierò pelle”.

Ma il passaggio non è facile.

Anche se mai mi tiro indietro,

come la notte non faccio rumore se cado,

e se cado è per te.

L’eclatanza di una volta ha abbandonato il mio spirito,

fuoco di paglia fa buona fiamma,

ma dura davvero poco.

Ed il vento disperde quella cenere

lasciando solo ricordi.

Io ci sono, io sono qui.

Sono sempre stato qui in attesa.

E ancora resterò ad attendere

che il momento sia propizio.

Non mi abbandono a stelle cadenti

che svaniscono in attimi di luce.

Affido il mio animo a Mizar,

che imperitura vive nel cielo notturno,

regalandosi a sguardi di scrutatori ignari.

Potenza ella dimostra, non di attimi…

di eterno.

Se tu ci sei, io ci sono.

Se tu ci sarai, io ci sarò.

Non è indifferenza,

è preparazione di qualcosa di più grande,

che solo pochi possono capire,

che ancor più pochi possono vivere.

E disegno nel cielo infinito

qualcosa che somiglia a te.

Lasciando una traccia in questo mio mondo,

che somiglia a me.

 

Il poeta maledetto

 

 

testo

 

Solo per te
convinco le stelle
a disegnare nel cielo infinito
qualcosa che somiglia a te

solo per te
io cambierò pelle
per non sentir le stagioni passare
senza di te

come la neve non sa
coprire tutta la città

come la notte
non faccio rumore
se cado è per te

come la neve non sa
coprire tutta la città

come la notte
non faccio rumore
se cado è per te

è per te
è per te
è per te

come la notte
non faccio rumore
se cado è per te

come la notte
non faccio rumore
se cado è per te

come la notte
non faccio rumore
se cado è per te

come la notte
non faccio rumore
se cado è per te

Cara amica ti scrivo.

Cara amica ti scrivo,
e lo faccio qui.
In quest’angolo di mondo solo mio,
dove ogni lettera che forma parole e frasi,
permea il mio animo,
senza interruzioni, né disturbi.
Dove sono sicuro di poter scrivere
quello che realmente provo,
e non quello che ho dovuto fare e dire,
per poterti allontanare da me.

Questo vuoto che ho dentro,
e che mi attanaglia il cuore,
mi ricorda quanto sei stata e sei
importante per me.
A te ho dedicato parte della mia vita,
rendendoti protagonista in ogni scena.
Un ruolo inferiore, non sarebbe stato a te adatto.

Mille pensieri volteggiano su ricordi,
ricordi di te, di me, di noi insieme.
Ed ogni attimo di silenzio,
ormai da tanti giorni, troppi,
così tanti che non riesco più a contarli,
mi distrugge.
Ho un animo che vorrebbe ruggire, gridare,
ma incatenato ad un destino in cui
mi hai profondamente deluso,
s’incatena a parole che non ti dirà mai,
ammutolito.
Pensando a quante bugie mi hai detto,
forse perché non volevi perdermi,
forse perché volevi che questo rapporto
maturasse ancora.

Ma io non ho la pazienza del pescatore,
in attesa di una preda al suo amo per ore.
Tutto e subito, io sono così,
prendere o lasciare.
Non accetto compromessi, né mezze misure.
Così è stata la mia vita,
così resterà fino alla morte.
Così è l’amore di cui canto,
l’amore che desidero e ricerco.
Quello con la A maiuscola,
quello dalle mille e più follie,
quello in cui si fa qualcosa
senza pensarci troppo su,
quello per cui gli altri ti guardano
e ti invidiano, dicendo:
“Guarda! E’ incredibile quanto si amano!”

E la mia mente da artista genera disegni,
a volte a colori, a volte in bianco e nero.
Negli ultimi mesi son stati solo
di capelli d’oro e occhi di cielo.
Ma sogno non è realtà.
E la realtà non era quel sogno.

Mia cara Annalisa,
ho lasciato in te mille tracce di me,
minima parte di quelle che hai lasciato in me,
e che ora bruciano come ferite non rimarginabili,
come lame che fendono il cuore.
Ti ho lasciato ricordi,
parole, gesti, azioni, carezze, baci.
Il fare l’amore ogni volta speciale,
ogni volta l’emozione della prima volta.
E una sigaretta fumata in due,
tra un litigio e fare pace.

Volevi darmi un angolino del tuo cuore,
uno spazio tra l’uno e l’altro.
Ma io non mi accontento mai,
sono fatto così.
Io che per te,
avevo creato uno spazio più grande,
perché il mio cuore già traboccava di te,
chiedevo solo di essere amato.
Forse facile a dirsi,
meno facile da farsi.
Anche se per me è stato così facile
innamorarmi di te alla follia.

Dovevo dirti addio.
Ho provato e riprovato.
Non ricordo se sono più le volte
che ti ho detto “ti amo”
o quelle in cui ti ho detto “addio”.
Ma ogni volta ritornavo.
Era più forte di me,
come una malattia, una dipendenza.
Già.
Malato d’amore per te.
Non bastava dirti addio.
Dovevi dirmelo anche tu.
Dovevo trovare il modo
di trasformare quel flebile
rantolo di emozione,
che una volta hai definito con:
“ti amo un pò”
in qualcosa di più forte.
E se non può essere amore,
che sia almeno odio.

E così ho fatto quel che ho fatto,
per strapparti un “addio” o un “ti odio”.
Ma non era passata che un’alba,
quando mi hai scritto: “io non ti odio”.
Dovevo mettere la firma sotto questo
capitolo finale.

E più che a te,
superficialmente presa da una situazione
in cui io avevo paragrafi miei
con limiti ben fissati;
lo dovevo a me,
che quel sogno/illusione
potesse sparire per sempre.
Non si può amare chi non ti ama.
Farai del male a te stesso.
Ci vuole tanto coraggio a dire basta.
Ci sono voluti mesi per trovarlo.
Ed ora ci vorranno anni,
forse una vita intera non basterà,
a dimenticare quell’amore vero,
nato e cresciuto soltanto nel mio cuore.

Quel che ho fatto,
l’ho fatto perché volevo.
Non me ne vanto, ma non me ne pento.
Ho voluto tradire la tua fiducia,
non meno di quanto tu abbia tradito la mia.

Ma ora non pensarci troppo su.
Dai a me tutte le colpe
e odiami. Odiami, ti prego!
Fallo per tutto l’amore che ti ho dato.
Fallo per tutto l’amore che ancora provo per te.
Fallo perché io possa preservare
quel minimo di orgoglio che ancora mi è rimasto.
E non cedere definitivamente ad una donna,
soltanto per la grandezza di un amore solo mio.

Cara amica ti ho scritto,
l’ho fatto ancora e l’ho fatto qui.
Solo perchè volevo che tu leggessi senza rispondere,
e non per le minacce di cambiare numero.
O quelle in cui volei denunciarmi…
denunciarmi di averti costretta ad esser qui,
per poterti avere un’ultima volta fra le mie braccia,
per avere la possibilità di amarti un’ultima volta,
di potermi fare ancora del male.

Potevi essere il mio riscatto,
la ricompensa di tutto il male che ho subìto,
la donna dell’amore unico e vero;
la musa occhi di cielo,
di un pazzo poeta
che da sempre era innamorato di te.

Odiami.
Davide

 


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I pensieri del poeta maledetto

La poesia è musica che vibra nell’aria,
parole che inebriano cuore e pensieri.
Colori per un mondo a volte troppo grigio.
Le poesie sono gocce di rugiada
su foglie al mattino,
come perle sulla pelle di una donna
indossate alla sera mentre danza,
alla luce di un fuoco in riva al mare.
Le poesie sono come semi,
incorruttibili, indistruttibili,
che attecchiscono portando vita
laddove fino a ieri era il niente.
Semi portati via dal vento, leggeri,
come coriandoli in feste di bambini;
e grida di gioia e sorrisi.
Son le poesie come angeli custodi
rapiti da un volo infinito,
padroni indomiti di se stessi,
pronti in sacrificio di chi li invoca.
Le poesie son uomini,
troppo spesso condannati senza processo,
imprigionati a dimenticar la libertà.
Ceduti all’oblio dell’anonimato,
perché il mondo non conosca
la grandezza ch’è nel loro cuore.

Il poeta maledetto è poeta,
ma è anche maledetto.
A scardinare ingranaggio
che da millenni gira perpetuo,
come serpente che si morde la coda,
rigenerando se stesso.
Sconfitto, atterrato e vinto,
su campo di battaglia impugna
un’ultima volta la spada fendendo,
come durlindana in ultima difesa,
ad aprir quelle segrete,
a scassinar quelle celle.

Che il mondo possa sapere,
di quell’esercito invisibile,
dimenticato per paura o per orgoglio.
Così piangendo azzurro sguardo
a illuminar tenebroso cammino,
perle di luce, poesie,
in pietra miliare per viandanti e raminghi,
dorato sentiero di sua esistenza,
scandita in parole e date
chiunque vedrà e farà sue.
Perché sua debolezza è nel donare,
ma forza in grandezza essa muta,
la decisione del poeta
che maledetto per sfrontatezza
a similarsi a martire od eroe,
senza alcun merito spogliandosi,
donarsi vuole al mondo
in pensieri e parole.

Perché processo equo egli abbia,
vittima e carnefice di se stesso,
colpa del volersi elevare
poeta tra i poeti.

Che il mondo emetta suo verdetto,
e sia esemplare condanna
e non anonima assoluzione.

Che possa esser ricordato come l’unico
che presuntuosamente abbia sfidato
adamantino, invincibile muro.
Che possa esser ricordato
come cattivo esempio da evitare.
Ma che per questo,
venga ricordato eternamente.

– – –

Per questi motivi, il poeta maledetto decide

di inserire sul blog tutte le sue poesie.

Sarà il suo lascito per il mondo.

 

Il poeta maledetto

Trasferimento

Cari amici e amiche,

è giunta l’ora per il poeta maledetto di trasferirsi di nuovo.

Quando tornai al sud,

speravo che le cose andassero diversamente.

Così non è stato.

E dopo un periodo di pochi mesi, nei quali è successo di tutto e di più.

L’unica soluzione possibile, dopo che le persone più strette,

si sono rivelate una delusione immane,

lasciandosi abbindolare da loschi individui, egoisti e vigliacchi;

è andarmene.

Riprendermi quella vita che comunque avevo già.

E’ duro e triste ammetterlo,

ma ogni volta che pensi di fare qualcosa per qualcuno,

il risultato sarà sempre qualcosa di catastroficamente negativo…

Per te.


Ritorno al nord.

Entro fine mese, (cacciato) devo andarmene.

I primi tempi saranno duri.

Visto che per il momento sto cercando di racimolare i soldi necessari ad un alloggio e al biglietto del treno.

Per mangiare Dio provvederà.


Almeno mi libero da questo inferno quotidiano in cui

convivo con individui che mi rinfacciano di esser venuto qui a sfruttare la situazione.

Io che da 15 anni su 34, ho sempre contato sulle mie sole forze, in giro per il mondo, tra tempeste di flutti,

ed altre poco piacevoli situazioni, dove bastava davvero poco per… passare a miglior vita.


Mi sento deluso, afflitto, sconfitto.

Ma almeno ho due consolazioni.

La prima: comunque vada, posso solo migliorare;

la seconda: ho il sorriso di una donna nel cuore.

Troverò la mia via. Non ho mai smesso di cercarla.


A presto

Il poeta maledetto

HAI RAGIONE…

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Hai ragione, non dovevo.
Hai ragione, non ne avevo il diritto.
Quel bastardo desiderio d’amore
m’aveva inebriato
e vedevo solo una donna
che poteva amarmi,
che poteva essere mia,
che doveva essere mia.
Forse mi sentivo solo
in questo buio
che mi opprime il cuore.
Ma non era la cosa giusta per te.
Tu hai quella tua vita
nella quale hai imparato
a fare a meno di me.
E più volte hai cercato di difenderti
anche se più volte hai ceduto.
So essere molto persuasivo.
Sarà questo amore che mi esplode dentro
e che vorrei tirar fuori
quando troppo si accumula
soffocandomi come dita al collo.

Le cose non capitano mai per caso,
e forse, a distanza di tanti anni,
dovevamo farlo,
dovevamo chiudere questa partita.
Una volta per tutte.

Forse sono destinato ad amare,
tanto quanto destinato
a non essere amato.
Forse l’uomo di tutte,
ma mai realmente di alcuna.

Che la fortuna ti sorrida sempre.
E che ti benedica di un figlio,
lo stesso che avrei voluto con te.
Quel figlio a cui darai
l’amore che avrei voluto per me.

A te che sai
e che capirai.

 

Un mondo di dolcezza

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Bramo un mondo di dolcezza,
dove ci si saluti con un sorriso,
dove un “ti amo” o un “ti voglio bene”
siano parole puramente sincere.

Dove un abbraccio sia un gesto normale
da poter chiedere e ottenere,
da poter donare ed esserne felici.

Voglio un mondo d’amore,
dove tutti ci si voglia più bene,
per riscoprire negli altri
quella scintilla ch’è nascosta in noi stessi.

Miliardi di scintille
da infiammar le notti buie,
un fuoco ardente di passione,
da lasciare impallidire il sole.

In questa pazza,
visionaria mia follia d’amore,
abbraccio tutti quelli che posso,
giacchè non riesco più a contenerli
in questo mio traboccante cuore.

 

Il poeta maledetto

Si dice in giro…

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” L’amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio “

diceva S. Johnson

Ch’ io sia saggio o sciocco non saprei dirvi.

Ma questa smania che mi prende,

ascoltando voce sua in incanto

come simil d’usignolo canto,

mi rende scioccamente folle.

Eppur Thomas Mann diceva:

“L’amore non è veramente nulla

se non è una follia, una cosa insensata,

proibita, un’avventura nel male.”

Ed io son pronto a perder riferimenti e sensi,

proibita, folle avventura nel male,

che m’avvolga in eterno, non importa.

S’io or vivo soltanto del tuo nome, del tuo sorriso.

 

Il poeta maledetto

per lei

Quando il passato si reinventa futuro – 1 marzo 2009

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La vita è strana, è davvero strana.
E non v’è possibilità di capire perché accadano determinate cose.
O perché altre cose non accadano.
Sta di fatto che valutando le cose col senno di poi,
Ti accorgi di centinaia di “coincidenze“.
Eventi che accadono e che non sai spiegarti.
Una concatenazione di eventi che portano a…
A qualcosa che è impossibile prevedere o spiegare.
Sta di fatto che, se fosse cambiata una inezia, una virgola, di quello che
Ti ha portato oggi ad essere quel che sei, ad essere dove sei,
A leggere questi miei pensieri sopra le righe;
Se fosse cambiato un piccolo particolare,
Oggi non saresti la stessa persona, chiunque tu sia.

Posso dirti che la vita, un’intera vita, può cambiare da un momento all’altro.
Rivoluzionata, nel bene o nel male, o in un ciclo a spirale, che si ripete vorticosamente.
Certe cose accadono.
E restano come una cimosa su di una lavagna,
Un colpo di spugna,
Un cancellare per far posto a qualcosa di diverso che deve ancora essere scritto,
O che doveva già esserlo stato.
Queste cose che accadono sono come pietre miliari, che ci vengono poste su un cammino che ignoriamo.
Possiamo scegliere, lo facciamo ogni giorno.
Ma nel momento in cui le tue decisioni portano ad un vicolo cieco,
Ecco che arriva il terremoto a spazzare via mura, a creare macerie.
Ma da sopra le macerie è possibile scorgere un nuovo cammino.
La cosa strana è che se volti le spalle a guardare indietro,
Ti accorgi che esso combacia esattamente con quello che hai percorso fino a quel momento.
Quasi come se,
Il fatto di esser finito in quel vicolo cieco,
Fosse stato solo un pretesto,
Per farti capire che era davvero quello il tuo cammino, il tuo destino.

Scrivo queste cose d’istinto, senza rileggere, magari mi sto perdendo in ridondanze,
Ma credo sia fondamentale il fatto ch’io ora abbia la consapevolezza
Che tutto quel che accade, non accade mai per caso.
E’ uno scandire di secondi su di una piccola parte di tempo che appartiene a noi stessi.
Ma non siamo mai lasciati soli. Una mano ci sorregge sempre,
Facendo in modo che il punto di arrivo sia quello giusto.
Sono convinto che ci sia data una partenza e un arrivo prestabiliti.
Solo il come arrivarci, il cammino, i passi da fare e le direzioni da seguire,
Questo ci è dato di scegliere.
Se così fosse, dovrei piegare il capo a chi è convinto che noi siamo dei predestinati,
Che tutto è stato scritto.
A questo, io, spirito ribelle, vorrei poter controbattere che io sono padrone della mia vita,
Che io decido di me stesso, che io comando me stesso.
Ma quel che vivo ogni giorno, mi impedisce di essere così cinico e arrogantemente stupido.
Sono come goccia d’acqua persa in un oceano, convinta di poter decidere di andare dove voglio.
Cosa che non è sbagliata… Fino ad un certo punto. Fino a quando io non abbia raggiunto dei limiti
Prefissati. Poi, una piccola onda di marea, una lieve brezza, una corrente improvvisa,
Può cambiare il mio mondo per sempre.
Queste cose accadono,
E scioccamente le chiamiamo coincidenze.
Ma quante coincidenze si sono avverate, concatenate, legate, per essere qui?
Troppe. Troppe per poter matematicamente, scientificamente, accettare che siano combinazioni di possibili eventi
Che portano come risultato… Relazioni con altre vite che hanno subito altre migliaia di coincidenze per arrivare ad un punto d’incontro.
Tutto è il prodotto di un progetto più grande. Che va salvaguardato ad ogni costo.
Quale esso sia, io non sono in grado di dirlo. Ma sono sicuro che esistano dei “custodi”, dei “guardiani” per cui, questo progetto non evolva troppo caoticamente, discostandosi da quella che è la soluzione finale, la dirittura d’arrivo.
Le cose accadono, ma mai caso al caso.
E forse, per pura “coincidenza”
Ho scoperto che le coincidenze non esistono.
La mia vita è cambiata da un giorno all’altro,
Ma mai mi sarei aspettato oltre le macerie,
Di scorgere un nuovo cammino,
Dove ho incontrato le mie orme, e quelle di lei.
Mai mi sarei aspettato che il passato,
Mi si riproponesse come futuro.
Ma questo mi riempie di gioia.
Perché forse mi ero discostato troppo dal progetto iniziale,
E avevo bisogno che la mia rotta fosse raddrizzata.
Se non sbaglio, e credo fermamente di non sbagliare,
Questo mi pone davanti a tre possibili alternative:
– ora sono sulla direzione giusta;
– oppure sono più vicino al traguardo;
– oppure entrambe.

Quel che più mi colpisce,
È che per quanto mi sia sforzato a pensarci su,
Non sono riuscito a trovare qualcosa di negativo in questo futuro.
Anche se per arrivarci c’è stato un pessimo passato e un non facile presente.

E’ come se all’improvviso,
Avessi aperto gli occhi in una notte fredda,
E avessi visto una nuova alba,
Che con il suo calore avvolge il mio corpo.

Tanto più fredda è stata la notte,
Tanto più caldo sarà il giorno.

Il dormiente è sveglio.