Prima che una lacrima scenda

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Prima che una lacrima scenda dagli occhi del poeta
e come perla s’infranga su foglio liberando mille e più parole,
mi chiudo in me stesso, al buio e ascolto voci, melodie,
che il cuore mio tinge e trasforma.
Liberare un sentimento non è facile, ma…
Tramutare una lacrima in un sorriso,
e vedere un altro cuore emozionarsi di questo;
ripaga di ogni maledetto istante d’amarezza,
confondendolo in brivido che corre da pelle a pelle,
da uno sguardo che è perso nel mio… Che è perso nel suo.

 

Il poeta maledetto

Un anno che sono morto…

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Non esiste limite al dolore che puoi provare
se chi te l’ha procurato è la persona
che più di tutte al mondo hai amato.
Nemmeno a distanza di un anno.
Quando pensi che tutto questo tempo
è passato in un soffio.
Quando pensi che è stato un anno buttato,
di cui non hai nulla da ricordare.
Se non per quei pensieri che
fanno battere i denti, tremare le gambe.
Per dolore, per rabbia, per rancore.
Non esiste più vita nei miei giorni,
strappatami dal petto con la sciatta semplicità
di uno sciacquone del cesso tirato.
Un vestito d’indifferenza
imbastito di mille menzogne.
Ancora.
E ancora,
e ancora.
Come se ci fosse un motivo,
un’abitudine di cui non puoi fare più a meno.
Il mio rammarico è non capir né quando
né perchè, la persona che amavo è sparita.
Ma tu chi sei?
Tu che ora semplicemente mi snobbi.
Difendendoti da semplici parole
con un milione di stupide, incomprensibili,
incredibili, banali e scontate bugie.
Hai imparato a sfruttare a tuo beneficio gli altri.
Confondendo i loro pensieri,
imponendo le tue false e costruite verità.
Quello che mi fa più male,
è la naturalezza con la quale
cerchi di ingannare anche te stessa,
dopo aver cercato di farlo con un grande amico
e, cosa ancor più stupida quanto grave, con me.
Io che tutto quel che hai fatto
ce l’ho scritto sulla pelle come pustole,
come piaghe di lebbra su di un cuore ormai in pezzi.
Un moncherino che ancor non smette di sanguinare
per te e per quel che gli hai fatto.
Un anno è passato.
E forse altri ne passeranno.
Ma continuerò a viverli del poi.
Dell’averli passati e non sapere come.
Di un’orrenda giostra in cui vorrei
soltanto cancellarti,
vorrei soltanto un pò di pace.
Non ho la forza di Prometeo,
né la rassegnazione di Epimeteo.
Il vaso dei mali
ha già disperso la sua essenza,
ma liquefatta è stata anche la speranza.
Morta sulle tue labbra,
nel momento in cui hai proferito
le tue ultime bugie.
Io impazzisco e muoio.
Oppure sono già pazzo.
Sono già morto.

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