Una stella nuova – 2 aprile 1995

Questa poesia si è classificata

al secondo posto

per il premio “il samaritano”

anno 1995

su 74.415 partecipanti

 

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Barcollando,

appoggiandosi ai muri

per non cadere,

se n’andava un uomo di mezz’età,

per i vicoli bui di città.

Ai suoi occhi quelle strade,

prendevano curve strane,

e nel vuoto si perdevano.

Sconfortato, solo e triste,

s’inginocchiò in un angolo ed attese.

Da quell’angolo buio

si vedevan le stelle.

Ma eran così distanti;

perdute nel cielo.

Eran così belle che ne pianse.

Non riusciva a camminare,

e restò lì,

inginocchiato in un angolo ed attese.

Dal cielo scese una luce

che illuminò quell’angolo.

In quello stesso istante,

una donna tese la mano a quell’uomo

per farlo rialzare.

Era proprio lei.

Quella donna che lui,

tanto aveva cercato

in quei bicchieri stracolmi,

e che non aveva mai trovato.

Adesso era lì,

ad un passo da lui,

gli tendeva la mano.

Si alzò in piedi e l’afferrò.

Come il vento ruba via

i petali a una rosa,

così lei lo portò via, in cielo,

e ne fece una stella.

Quella notte una nuova stella

brillò nei vicoli bui della città.

Per tutti quelli

inginocchiati negli angoli,

che aspettavano qualcuno

che gli tendesse la mano,

che li portasse via in cielo.

 

Il poeta maledetto

Il mio bambino – scritta il 7 marzo 1995

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Una nuova stella brilla nel cielo;

una nuova formica sulla terra;

una nuova pietra sulla montagna;

un nuovo chicco di sabbia nel mare.

Sta attento serpente,

perché sul mondo ci sono due piedi in più

per poterti schiacciare.

Sta attento serpente,

perché sul mondo ci sono due mani in più

per poterti schiacciare.

Sta attenta signora morte,

ché la tua falce già arrugginisce.

E’ nato un fiorellino,

ed il tuo regno già finisce.

Tu che governi tutto il mondo

spietata e crudele padrona dell’uomo.

Un fiorellino è nato,

con una goccia di rugiada tra i petali.

E con quella rugiada

la tua falce arrugginisce.

Signora morte il mio bambino crescerà,

il tuo regno finirà.

Il suo calcagno schiaccerà il tuo capo.

Signora morte, da un fiorellino nuovo,

riceverai la morte.

 

Il poeta maledetto

 

Trasferimento

Cari amici e amiche,

è giunta l’ora per il poeta maledetto di trasferirsi di nuovo.

Quando tornai al sud,

speravo che le cose andassero diversamente.

Così non è stato.

E dopo un periodo di pochi mesi, nei quali è successo di tutto e di più.

L’unica soluzione possibile, dopo che le persone più strette,

si sono rivelate una delusione immane,

lasciandosi abbindolare da loschi individui, egoisti e vigliacchi;

è andarmene.

Riprendermi quella vita che comunque avevo già.

E’ duro e triste ammetterlo,

ma ogni volta che pensi di fare qualcosa per qualcuno,

il risultato sarà sempre qualcosa di catastroficamente negativo…

Per te.


Ritorno al nord.

Entro fine mese, (cacciato) devo andarmene.

I primi tempi saranno duri.

Visto che per il momento sto cercando di racimolare i soldi necessari ad un alloggio e al biglietto del treno.

Per mangiare Dio provvederà.


Almeno mi libero da questo inferno quotidiano in cui

convivo con individui che mi rinfacciano di esser venuto qui a sfruttare la situazione.

Io che da 15 anni su 34, ho sempre contato sulle mie sole forze, in giro per il mondo, tra tempeste di flutti,

ed altre poco piacevoli situazioni, dove bastava davvero poco per… passare a miglior vita.


Mi sento deluso, afflitto, sconfitto.

Ma almeno ho due consolazioni.

La prima: comunque vada, posso solo migliorare;

la seconda: ho il sorriso di una donna nel cuore.

Troverò la mia via. Non ho mai smesso di cercarla.


A presto

Il poeta maledetto