Parole maledette – scritta il 24 luglio 2008

parole maledette.jpg

 

Parole e parole.

E versi e strofe.

Poesie e racconti,

a breve romanzi.

Quante inutili parole.

Parole belle, struggenti, d’amore,

d’odio e rancore.

Che arricchiscono l’anima,

che scaldano il cuore.

Che donano passione,

speranza, gioia e stupore.

Invidia, illusione,

delusa partecipazione.

Parole che vivono in se e di se.

Trasportate dal vento,

battute dal sole,

bagnate dall’acqua,

bruciate dal fuoco.

Germogliate in terra,

come semi di primavera.

Inutili parole d’amore,

che non sanno descrivere l’anima,

e non parlano il linguaggio del cuore.

Ci provano attraverso me,

che ogni volta fallisco.

E maledetto per questo.

Perché parole son parole,

e i sentimenti sono altra cosa.

E non s’incontrano che per brevi momenti,

soltanto nel cuore di chi le ascolta.

Così son poeta per raccontare e non per scrivere.

Di emozioni provate o soltanto immaginate,

ma vissute con l’animo,

e rivissute in chi le ascolta.

E son poeta maledetto, non per me stesso.

Per chi mi ascolta.

 
Il poeta maledetto

Il pane dell’amore – scritta il 4 settembre 1995

heart bread.jpg

 

L’amore è come un pezzo di pane.

Tu eri là a mordere il tuo.

Io ero un pò più in là

a rubar le tue molliche.

Poi non mi son bastate più quelle.

E quando mi son deciso a chiederti

di assaggiare il tuo pane,

non ci son volute parole,

è bastato uno sguardo:

senza aver chiesto nulla

m’hai offerto il tuo amore.

Ed ora son qui,

a mangiare il tuo pane

e a ripetere ai tuoi occhi:

ti amo, ti amo amor mio;

senza parole ti amo.

Ogni volta che ti guardo,

ogni volta che ti penso,

ogni volta che ti cerco.

L’amore, sai,

è come un pezzo di pane,

e tu me l’hai donato.

Vuoi assaggiare il mio pane?

E’ fatto d’amore e lievito,

ad ogni morso sussurra: ti amo.

 

Il poeta maledetto

 

Il Poeta Maledetto – significato di un nome

div 003 c6.jpg

 

La parola “poeta” non mi piace molto, è per questo che ho voluto abbinarla ad un’altra, accuratamente scelta.

Il poeta è secondo me un sognatore, uno che cerca il bello in ogni cosa, uno che vede sempre il lato positivo di tutto.
E’ per questo che, in un trionfo di ingiustizie, di errori, di sogni infranti, quale è la vita,

il vero poeta non può che essere “maledetto”.

Inoltre, io suono le mie melodie con “note” che parlano di emozioni.
Non è possibile spiegare un’emozione con le parole…

Immagina di chiudere gli occhi, immagina una persona a te cara, immagina all’improvviso di ricevere una delicata carezza sul viso, immagina tutte le emozioni che puoi provare in quell’istante.

Ora apri gli occhi, e prova a descrivere con le parole tutte le emozioni che hai provato…

Potrei scrivere un libro, pieno di parole, su quello che in un attimo una carezza può darti,
ma non ti regalerei mai le stesse emozioni.

Eppure è la mia missione… Trasferire emozioni da un cuore ad un altro, con l’unico modo che conosco.
Ci provo, molte volte fallisco.
E’ questa mia consapevolezza del partire già sconfitto, che mi rende maledetto.

Ma è questa stessa consapevolezza, che può darmi la possibilità di regalare agli altri,
non la spiegazione delle mie emozioni, ma un modo per poter leggere le proprie.

 

Il poeta maledetto

Poesia – scritta il 29 aprile 1994

 

Nessuna poesia potrebbe esprimere mai

quel che provo per te.

Quali parole darebbero il senso

alle emozioni che mi rapiscono?

Quale verso potrebbe esprimersi

come fai tu quando parli?

Non esiste poesia che vada bene;

eppure una l’ho trovata.

Sei tu,

la mia poesia più bella.

 

Il poeta maledetto

Un mondo di dolcezza

My_Best_Friend.jpg

 

Bramo un mondo di dolcezza,
dove ci si saluti con un sorriso,
dove un “ti amo” o un “ti voglio bene”
siano parole puramente sincere.

Dove un abbraccio sia un gesto normale
da poter chiedere e ottenere,
da poter donare ed esserne felici.

Voglio un mondo d’amore,
dove tutti ci si voglia più bene,
per riscoprire negli altri
quella scintilla ch’è nascosta in noi stessi.

Miliardi di scintille
da infiammar le notti buie,
un fuoco ardente di passione,
da lasciare impallidire il sole.

In questa pazza,
visionaria mia follia d’amore,
abbraccio tutti quelli che posso,
giacchè non riesco più a contenerli
in questo mio traboccante cuore.

 

Il poeta maledetto

Attimi in parole – 28 settembre 2008

603793337.jpg

Dov’è quel tempo lontano,

fuggito via da me,

che nei ricordi or vivo

come sbiadito capo

lavato in troppa foga?

Dov’è quel tempo lontano,

che fino a ieri mi sembrava vicino,

solo un passo più indietro?

Parole filtrate di setaccio in pepita,

ch’or più non brillano in sol radiante,

leggere, fragili parole,

a ricordar quel tempo,

d’un passo indietro perduto.

Inchiostro su carta

a ricordar visioni mie,

che qualche audace lettore

arditamente chiama poesie.

Il poeta maledetto

 

Le tre verita – Lucio Battisti

 Mi permetto l’onore di una piccola nota, un piccolo pensiero per questo grande brano, di questo grande artista.

La canzone ed il testo sono meravigliosi, semplicemente stupendi. La struggente verità delle parole usate, lo scandire del ritmo, i toni, creano sensazioni ed emozioni che chi non ha provato, può solo immaginare. Ma chi si è trovato in questa maledetta vita ad affrontare queste tre verità, sa quanto la scelta delle parole sia appropriata. Ad ogni voce posso dare un volto, e mi son trovato ad ascoltare le stesse, identiche e maledettamente false parole; parole vissute, che più volte hanno ispirato sfoghi o poesie, che troverete in questo blog (primo fra tutti: “è colpa mia!” , sfogo ispirato dalla frase: “Se l’ho fatto… E’ colpa tua!” che mi son sentito dire nel momento in cui il mio mondo, la mia realtà crollava. Nel momento in cui il mio cuore si spappolava). Vi lascio all’ascolto… E l’ascolterò anch’io con voi, rivivendo come apotropaico quei momenti. Sperando, col tempo, di non versare più lacrime amare, per un amore che era diventato soltanto un’illusione.

il poeta maledetto 

Artista: Lucio Battisti

Album:  Lucio Battisti Vol.4

Le tre verità

http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/00/01/150393051.mp3

Colpa sua
colpa sua,
credimi
non c’eri tu, non c’eri tu a difendermi
e la sua forza è stata ancor più forte della mia volontà
e un’innocente e un’innocente pagherà
io so che
non crederai,
non mi crederai,
ma è colpa sua,
è colpa tua.

Non mi interessa se tu
delle false lacrime ora berrai.
Ti posso dire sono salate le ho già bevute oramai
comunque, tutto quello che dice lei
non è verità
la sua dolcezza è stata ancor più forte della mia onestà
ed ora
le crederai,
le crederai.
Povero amico ingenuo, io lo so,
le crederai.Ehh…

Io non so
io non so più
a chi credere
so solo che,
so solo che di tutti e tre
soltanto uno, uno soltanto morirà
lei era mia,
non è più mia, ora di chi è chi lo sa?
Andate via,
andate via
via….

Nota da wikipedia:

Le tre verità, composta nel 1971, è probabilmente uno tra i brani meno conosciuti nati dalla collaborazione fra Mogol e Lucio Battisti, dove l’amore di semplicità di quest’ultimo si esprime in una forma francamente strana a prima vista ma che nell’introduzione di chitarra anticipa di trent’anni netti caratteristiche proprie dello stoner e di un certo post rock ora molto attuale.

La canzone, come si può forse intuire dal titolo, parla del classico triangolo amoroso. Una prima peculiarità consiste nel fatto che Battisti canta la stessa melodia in tre differenti registri vocali: la prima volta in falsetto (interpretando la parte della donna), la seconda volta (l’altro) all’ottava inferiore, mentre la terza strofa (lui) viene eseguita nella stessa ottava della prima, ma in voce piena. Il primo esempio di questi cambi di ottava che può venire in mente è Father and son di Cat Stevens, ma andando indietro nel tempo si può anche ricordare Bandiera Gialla (The Pied Piper), nella quale Gianni Pettenati già nel 1966 esplorava questa idea.

La ben nota frugalità battistiana, oltre che nell’utilizzare per tutto il brano un unico giro di accordi (ancorché molto elaborato) si nota anche nella melodia, che fa frequente uso di note ribattute.

Le parole – Umberto Tozzi

Umberto Tozzi > Solo Palabras (2005) > Le Parole

http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/02/00/3945cea48d34904cd465683d7ec59180.mp3

Le parole contano dille piano tante volte rimangono
e fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano, si ricordano.
Le parole quante volte rimangono

 le parole feriscono le parole ti cambiano.
Ti bastava anche un filo di voce per dirmi ti amo
ma quante volte mi hai urlato sul viso che valevo poco.
Mi sentivo un bambino immaturo e magari ero un uomo
ti credevo una donna importante eri donna a metà.


Dimmi che rimane di noi due dimmi chi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.

Le parole fanno danni invisibili sono note che aiutano, che la notte confortano
quante volte leggere e preziose me le hai sussurrate
ma altre volte mi hai dato del pazzo se di te morivo.

Dimmi che rimane di noi due dimmi chi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.

A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.