Io sarò – scritta il 20 settembre 1995

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Io sarò nei tuoi sogni,

ti prenderò per mano

e t’accompagnerò per il mondo.

Te li farò realizzare.

Io sarò nei tuoi desideri,

ti ascolterò per ore,

poi schioccherò le dita

e te li farò realizzare.

Io sarò nelle tue paure,

le sconfiggerò tutte

e se ti vedrò piangere,

ti saprò consolare.

Io sarò nei tuoi sogni

finché dormirai.

Poi ti sveglierò con un bacio

e insieme,

continueremo a sognare.

 

Il poeta maledetto

 

Amore – scritta il 25 luglio 1995

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Che cosa vuole il mondo da me?

Non sono che la pedina

di una dama messa da parte.

Sono un artista fallito,

un amante tradito,

un fuorilegge pentito,

uno sportivo incallito.

Che cosa vuole il mondo da me?

Solo il mio nome posso dargli.

La mia vita è già sua,

i miei pensieri già suoi.

A cosa gli serve il mio nome?

Se mi toglie anche quello

come faranno gli altri a chiamarmi?

Cosa sono senza il mio nome?

Non si toglie il profumo ad un fiore.

Non si toglie la luce al sole.

Non rubate il mio nome.

Come faranno gli amanti a chiedere aiuto,

come faranno a chiamarmi

se non ho più un nome?

Se non mi volto più indietro,

quand’essi gridano: amore.

 

Il poeta maledetto

 

Artista – scritta il 4 febbraio 1995

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Se i sogni fossero oro,

sarebbe l’uomo più ricco del mondo.

Se le idee potessero volare,

avrebbe già attraversato l’universo.

Se i suoi desideri fossero gocce d’acqua,

l’oceano non basterebbe

a contenerli tutti.

Ma i sogni non sono oro,

le idee non hanno ali

e i suoi desideri

restano solo speranze.

Speranze distrutte dal mondo.

E se così non fosse,

lui non sarebbe un artista.

 

Il poeta maledetto

 

Vagabondo – scritta il 4 febbraio 1995

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Ho vagabondato per il mondo

per dimenticarti,

sogno magnifico e irrealizzabile.

Ho camminato di giorno e di notte

su strade di pietra e di fango.

Ho valicato monti

lisci come lame di coltelli,

affondando a volte

nella neve fino alle anche.

Ho guadato fiumi

le cui acque vorticose

avrebbero impensierito

perfino le loro stesse creature.

Ho attraversato il deserto sconfinato,

andando avanti per giorni e giorni

sperando che quella fiammella

si estinguesse nel profondo dei miei occhi.

Infine ho solcato l’oceano

in tutta la sua lunghezza,

immergendomi nel più profondo degli abissi,

per dimenticarti.

E quando finalmente vi ero riuscito,

ho ricordato il tuo sorriso

ed il mondo, m’ha gridato il tuo nome.

 

Il poeta maledetto

 

Utopia – scritta il 19 gennaio 1995

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Angelo custode, portami via.

Voliamo insieme su un mondo

diverso da questo.

Un mondo dove il fratello

non uccida il fratello;

dove un fungo color del sole

non possa spazzare via in un attimo

i sogni di tanta gente.

Non voglio più vedere

Caino uccidere Abele.

Non amo questo mondo

in cui si soffre e si muore.

Angelo custode,

accompagnami su una stella;

dove basti un sorriso

per far nascere un fiore;

dove un sogno realizzatosi

faccia nascere il giorno;

dove la gioia di un attimo

duri in eterno.

Angelo custode,

fuggiamo via da questo mondo.

E nascondiamoci su questa stella,

che non esiste.

 

Il poeta maledetto

 

Insetti – scritta il 17 luglio 1994

 

Sono nato farfalla,

portando sulle ali le speranze del mondo.

Sono stato cicala,

e ho cantato la grandezza del mondo.

Sono stato formica,

e ho sudato nelle fatiche del mondo.

Sono stato anche mosca,

e ho infastidito il mondo

con la mia esistenza.

Mi son trovato ragno,

ad aspettare le mie prede,

vittime del mondo.

Infine sono morto scarafaggio,

affogato nella merda del mondo.

 
Il poeta maledetto

Incubo – scritta il 18 maggio 1994

 

Ho sognato di trovarmi in un mondo

in cui tu non c’eri.

Il sole non dava calore,

l’aria era irrespirabile,

fredda, glaciale.

Eppure un pò più in la

arbusti rinsecchiti,

dimostravano che un tempo,

vi era stato molto calore,

e forti passioni.

Infine ho capito che quel mondo

era il mio cuore.

Poi sei arrivata tu,

ma peggio nel peggio,

continuavi a ripetere: no, no, no.

All’infinito.

E ad ogni no, cadeva un arbusto.

Ad ogni no, in quel mondo,

si apriva una piaga sempre più profonda.

Ad ogni no,

il mio cuore andava in frantumi

e ad ogni no, ti allontanavi,

fin quando non sei sparita.

Mi son svegliato e tu non ci sei,

eppur nella mente,

avverto ancora l’eco dei tuoi no.

E il mio cuore va davvero in frantumi;

e il mio corpo va davvero in frantumi;

crolla il mondo sotto i miei piedi.

E la mia anima, non so dove sia;

l’ho persa quando ho perso te.

Forse la ritroverò

quando l’incubo sarà finito.

E l’incubo finirà

solo quando sarò morto.

E mi inebrio in un presagio di morte,

che non è molto lontano.

 

Il poeta maledetto

I pensieri del poeta maledetto

La poesia è musica che vibra nell’aria,
parole che inebriano cuore e pensieri.
Colori per un mondo a volte troppo grigio.
Le poesie sono gocce di rugiada
su foglie al mattino,
come perle sulla pelle di una donna
indossate alla sera mentre danza,
alla luce di un fuoco in riva al mare.
Le poesie sono come semi,
incorruttibili, indistruttibili,
che attecchiscono portando vita
laddove fino a ieri era il niente.
Semi portati via dal vento, leggeri,
come coriandoli in feste di bambini;
e grida di gioia e sorrisi.
Son le poesie come angeli custodi
rapiti da un volo infinito,
padroni indomiti di se stessi,
pronti in sacrificio di chi li invoca.
Le poesie son uomini,
troppo spesso condannati senza processo,
imprigionati a dimenticar la libertà.
Ceduti all’oblio dell’anonimato,
perché il mondo non conosca
la grandezza ch’è nel loro cuore.

Il poeta maledetto è poeta,
ma è anche maledetto.
A scardinare ingranaggio
che da millenni gira perpetuo,
come serpente che si morde la coda,
rigenerando se stesso.
Sconfitto, atterrato e vinto,
su campo di battaglia impugna
un’ultima volta la spada fendendo,
come durlindana in ultima difesa,
ad aprir quelle segrete,
a scassinar quelle celle.

Che il mondo possa sapere,
di quell’esercito invisibile,
dimenticato per paura o per orgoglio.
Così piangendo azzurro sguardo
a illuminar tenebroso cammino,
perle di luce, poesie,
in pietra miliare per viandanti e raminghi,
dorato sentiero di sua esistenza,
scandita in parole e date
chiunque vedrà e farà sue.
Perché sua debolezza è nel donare,
ma forza in grandezza essa muta,
la decisione del poeta
che maledetto per sfrontatezza
a similarsi a martire od eroe,
senza alcun merito spogliandosi,
donarsi vuole al mondo
in pensieri e parole.

Perché processo equo egli abbia,
vittima e carnefice di se stesso,
colpa del volersi elevare
poeta tra i poeti.

Che il mondo emetta suo verdetto,
e sia esemplare condanna
e non anonima assoluzione.

Che possa esser ricordato come l’unico
che presuntuosamente abbia sfidato
adamantino, invincibile muro.
Che possa esser ricordato
come cattivo esempio da evitare.
Ma che per questo,
venga ricordato eternamente.

– – –

Per questi motivi, il poeta maledetto decide

di inserire sul blog tutte le sue poesie.

Sarà il suo lascito per il mondo.

 

Il poeta maledetto

Il mio mondo – 31 marzo 2009

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D’una carezza, d’un bacio,

di mille parole non dette.

Saperti mia,

saper di due cuori

che battono all’unisono,

d’una sola travolgente passione.

Di mille perchè

e d’una sola certezza.

Che fatto fui per esserti accanto

che fatta fosti per essere mia.

D’un cammino tortuoso,

mare in flutti impetuoso,

Perduto in onde straniere,

su malevoli scogli sbattuto.

Fu così che approdai su quel viso,

dorati lidi a incorniciar quel sorriso.

Occhi tuoi sian per me nascondiglio,

sia il tuo abbraccio prigionia di emozioni.

Sulle tue labbra lasciami morire

in un unico eterno attimo d’amore.

Perchè altro non esiste

che non t’appartenga.

Perchè vita non esiste

se non sia nel tuo cuore.

 

Il poeta maledetto

 

 

Un mondo di dolcezza

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Bramo un mondo di dolcezza,
dove ci si saluti con un sorriso,
dove un “ti amo” o un “ti voglio bene”
siano parole puramente sincere.

Dove un abbraccio sia un gesto normale
da poter chiedere e ottenere,
da poter donare ed esserne felici.

Voglio un mondo d’amore,
dove tutti ci si voglia più bene,
per riscoprire negli altri
quella scintilla ch’è nascosta in noi stessi.

Miliardi di scintille
da infiammar le notti buie,
un fuoco ardente di passione,
da lasciare impallidire il sole.

In questa pazza,
visionaria mia follia d’amore,
abbraccio tutti quelli che posso,
giacchè non riesco più a contenerli
in questo mio traboccante cuore.

 

Il poeta maledetto