Amor parla di te – 7 marzo 2009

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Tramonti fuggir lontano vedo

Indeciso se rincorrerli o meno.

Amor negato fu di tatto e vista

Ma nuova speme inverno vinse in cuore

Or che fiorir di primavera resta.

Tutto è cambiato.

Amor che muto angelo volando cadde

Mormora un nome, il tuo,

Al sussultante cuore mio ch’in esso brama.

Radice d’ogni mio desio mosso all’averti

Amor lo scrisse in cuore mio in passato.

Soltanto oggi l’ho letto

Evanescente, flebile,

Illeggibile quasi, dimentico di quel che fu.

Lunghe notti buie ho trascorso solo.

Aspettando quel segno che perduto avevo.

Mai avrei pensato così vicino ritrovarlo…

In me, celato custode di tutto punto armato.

Alzata lama a riappropriarsi libertà voluta.

Vivo finalmente!

In suo respiro il mio, unica voce vibra.

Tutto mi parla d’amore in te.

Amor parla di te, mio tutto.

 

Il poeta maledetto

 

 

Si dice in giro…

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” L’amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio “

diceva S. Johnson

Ch’ io sia saggio o sciocco non saprei dirvi.

Ma questa smania che mi prende,

ascoltando voce sua in incanto

come simil d’usignolo canto,

mi rende scioccamente folle.

Eppur Thomas Mann diceva:

“L’amore non è veramente nulla

se non è una follia, una cosa insensata,

proibita, un’avventura nel male.”

Ed io son pronto a perder riferimenti e sensi,

proibita, folle avventura nel male,

che m’avvolga in eterno, non importa.

S’io or vivo soltanto del tuo nome, del tuo sorriso.

 

Il poeta maledetto

per lei

Ho visto sorgere una stella cadente – 27 febbraio 2009

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Conquistato passo
di cammino in salita.
Dove niente è facile,
ma nulla impossibile.
Ho riaperto gli occhi
non ricordando di averli chiusi,
e l’ho vista, l’ho ritrovata.
Luminosa voce
in buia notte splendente.
E nel vuoto in schiarita
di greve tenebra finita,
ho visto sorgere una stella cadente.

   

Il poeta maledetto

 

Assenza giustificata

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Voglio ringraziare i molti di voi che, notando la mia “assenza”
sul blog del poeta maledetto, si sono un pò preoccupati e hanno chiesto,
si sono informati. Per coloro i quali, non sapessero ancora, vi dico che…
Non c’ero, ma c’ero.
Questo nuovo anno è molto importante per me.
Sarà l’anno della rivalsa. Grandi cose mi aspettano e a grandi cose mi sto preparando.

“C’ero” perchè, il poeta maledetto non è l’unico blog che gestisco.
Ne ho ben quattro, e sono oltre al poeta maledetto, questi:

http://passionemotori.myblog.it/

http://ilbastardo.myblog.it/

http://affaridoro.myblog.it/

E come potrete notare, nei giorni in cui ero “meno” poeta maledetto,
ero più impegnato su altri fronti. A fare i conti con altre
sfaccettature del mio carattere, della mia personalità, dei miei
modi di essere.

Il poeta si appresta a grandi cose,
ma c’è bisogno di molto tempo e tanta dedizione
per poterle realizzare.
Ma sono certo che il risultato,
sarà una equa contropartita per qualsiasi sforzo.

Nel frattempo vi segnalo il blog di una amica.
E’ una poetessa e scrive di un genere tutto suo…
Chiaro, maledetto, cadenzato come una marcia incalzante.
Val la pena farci un giro:

http://lultimanottedafalena.myblog.it/

A presto amici miei,
a molto presto.

Il poeta maledetto

Tempo – 01/01/2009

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E come cacciatore
agguato in mimesi attendendo.
Mostruosa indomita creatura,
invincibile, inarrestabile.
Attesa in veleno,
percorrendo vene,
attossicando e distruggendo.
Scoccando attimi come dardi,
scandendo gloria e perdizione,
elargendo gioia e dolore.
Tempo.
Macchinosa creazione
di se stessa ideatrice.
Non un principio,
non una fine.
Padrone di ogni cosa,
ché per esso esiste o non esiste.
Depongo inutili armi,
corona, orgoglio, vanto.
Lascio che passi e spero,
che di me, ei non s’accorga
se non dell’ultimo incontro,
quando guardandomi
chiamerà il mio nome.
Il poeta maledetto

Vortice – 15 dicembre 2008

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Vortice,
vortice che assorbe tutto
e frulla, confonde, mescola,
passato, presente, futuro.
Mi guardo intorno,
ma tutto è come prima,
eppur tutto è cambiato.
Non una cosa mantiene
il suo colore.
Sbadito, appassito tempo
che fugge in un vortice fermandosi.
Come di foto in bianco e nero,
fissa su di un attimo
che ad eterno si vota.
Quel che riman di vita mia
ormai è foto.
Scattata nel momento
di follia più assurda.
Ed or più nulla smuove
questa perduta corsa
ch’un inizio aveva,
ma più traguardo non vede.
Sterile, appassito,
incolume guerrier s’aggira
tra morti ed ossa e strazio
in campo di battaglia.
A vivere d’una sconfitta
inutile e crudele.
Di cui non leva via le macchie,
sangue nemico e amico indossa.
Sole che sorge,
sole tramonta.
Stelle e luna
di notti inquiete.
Confonde, mescola, frulla, assorbe,
dal cuor diparte,
così ch’io possa dir d’aver qualcosa
ancora, lì.
Dove d’un tempo fiorito campo
a perdersi e trovare.
Un vortice.
Distrugge, sradica, uccide.
Ma ti lascia vivo e…
incolume.
Aspettando che tu continui
dov’esso s’è fermato.

Esiste ancora il vero amore?

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Sri Krsna fu molto contento di ricevere quel messaggio di Rukmini
e stringendo la mano del brahmana gli disse:
“Caro brahmana, sono molto felice di sapere con quanto ardore
Rukmini desideri sposarmi, perchè anch’io attendo con ansia questo
momento. La mia mente pensa sempre alla figlia di Bhismaka, e
pensando a lei mi capita di trascorrere la notte insonne. So bene
che suo fratello maggiore, spinto dall’odio che ha per me, ha deciso
di sposarla a Sisupala, perciò sono più che mai deciso a dare una
lezione a tutti quei principi che se la contendono, e dopo averli
battuti porterò via dalla mischia Rukmini, proprio come dalla legna
comune si estrae il fuoco benefico.”

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I principi riuniti là, il fior fiore della cavalleria, inebriati
dalla bellezza di Rukmini, stavano quasi per cadere svenuti; ebbri
di desiderio, tutti desideravano possederla. Ma nessuno di loro
atraeva l’attenzione di Srimati Rukmini; in cuor suo lei non
aspettava altro che il momento in cui Krsna sarebbe venuto per
portarla via. A un tratto si aggiusta gli anelli della mano
sinistra e le capita di guardare verso i principi, si accorge
subito che Krsna è la in mezzo a loro. Non l’aveva mai visto prima
d’allora, ma poiché pensava sempre a lui non ha un attimo di
esitazione nel riconoscerlo. Senza badare ai principi là riuniti,
Krsna rapisce Rukmini e col suo carro, che si distinge per lo
stendardo con l’effigie di Garuda, avanza lentamente, senza paura,
portando via Rukmini come un leone che strappa un cervo alle
grinfie degli sciacalli.
Jarasandha, già tante volte sconfitto da Krsna, ruggisce:
“Com’è possibile? Krsna ci sta portando via Rukmini e nessuno
glielo impedisce? A che servono i nostri archi e il nostro
coraggio di cavalieri? Principi, guardate! La nostra reputazione
è perduta se lasciamo che uno sciacallo si porti via la preda
del leone!”

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I nemici si gettano all’inseguimento. Ma tutti vengono sconfitti.
Krsna poteva avere tutte le donne che voleva. Ma decide di volerne
una soltanto e lotta per averla contro chi brama soltanto di
possederne il corpo… Perchè?
Per insegnare agli uomini che esiste il vero amore,
che bisogna lottare per esso,
che non esiste sconfitta in esso,
e che può esistere soltanto fra due cuori.
Krsna e Rukmini si sposano
e come due stelle gemelle, illuminano le notti degli uomini.

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Discorso tra Krsna e Rukmini

“Cara principessa, c’è una cosa che mi sorprende molto. Numerosi
grandi personaggi appartenenti all’ordine dei re avrebbero voluto
sposarti; sebbene non tutti fossero dei re, tutti possedevano le
ricchezze e le qualità regali, avevano tutti buone maniere, erano
eruditi, famosi, belli nel fisico e nel carattere, liberali, molto
potenti ed elevati sotto tutti gli aspetti. Tuo padre e tuo
fratello avevano già dato a Sisupala la loro parola d’onore che
avrebbe avuto la tua mano. E questo grande re ti desiderava tanto
ed era così pazzo della tua bellezza che se ti avesse sposata credo
che sarebbe rimasto sempre accanto a te come il tuo più fedele
servitore. In confronto a Sisupala e alle sue qualità io non sono
nulla. Puoi rendertene conto tu stessa. Mi sorprende che tu abbia
rifiutato lui per scegliere me, che gli sono di molto inferiore.
Non mi sento affatto degno di essere tuo sposo, tu così bella,
sobria, fedele e nobile. Posso chiederti il motivo che ti ha spinto
a preferire me? Naturalmente ora sei la mia incantevole sposa, ma
bisogna che tu sappia la mia vera posizione: io sono inferiore a
tutti quei principi che volevano sposarti.
Poichè non ho uno scopo fisso, la gente mi considera un vagabondo.
Come hai potuto scegliere come sposo un vagabondo come me?
Mia cara e bella principessa, devi sapere inoltre che io sono uno
squattrinato. Appena nacqui mi portarono, senza un soldo, a casa
di Nanda Maharaja, dove fui allevato come un pastore. Mio padre
adottivo possedeva centinaia di migliaia di mucche, ma non una mi
apparteneva. Avevo solo il compito di custodirle. Anche qui a
Dvaraka non possiedo nulla, sono sempre senza un soldo. Ma non ho
motivo di lamentarmi, perchè anche prima di arrivare qui non
possedevo nulla.
Cara figlia del re di Vidarbha, penso che tu non abbia riflettuto
abbastanza prima di sposarmi e che tu abbia fatto una cattiva
scelta. Tu sentisti parlare della mia grandezza, ma io non sono
mai stato altro che un mendicante; Che errore! Comunque meglio
tardi che mai: scegli ora uno di quei grandi principi ksatriya
e accettalo come compagno della tua vita, dopo avermi ripudiato.”

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“Caro signore dagli occhi di loto, hai ragione di affermare che tu
e io non siamo una bella coppia. Non posso io, arrivare al tuo
livello, perchè tu sei il ricettacolo di tutte le qualità.
Come potrei essere degna di te?
Tu dici che non agisci come una persona comune con un preciso scopo
nella vita, è vero. Perfino i tuoi più grandi devoti e servitori,
che sono famosi per la loro saggezza, rimangono in una condizione
tale che nessuno può capire lo scopo della loro esistenza. La
società umana li considera pazzi e cinici, ma il fine della loro
vita rimane un mistero per l’uomo comune.
Tu, ti sei descritto come uno squattrinato, ma è povertà la tua?
Poichè nulla esiste fuori di te, che sei tutto, che bisogno
avresti di possedere qualcosa?”

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“Mia cara Rukmini, o migliore tra le regine, è chiaro che tu non
nutri alcuna ambizione materiale; il tuo unico desiderio è
servirmi, e da molto tempo lo fai con una devozione pura.
Mia cara sposa, mi hai conquistato per l’eternità e mi hai
sottomesso a te per sempre. Pensasti che nessun altro doveva
toccare il tuo meraviglioso corpo, e credendo che io non sarei
più arrivato, decidesti di toglierti la vita. Cara Rukmini, un
amore così grande e così alto, rimarrà sempre nella mia anima.
Come potrei ricambiare la tua pura devozione?”

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Ti amo come mai ho amato.
Tu sei mia, lo sei sempre stata.
Tanto quanto io sono tuo,
lo sono sempre stato.

Il poeta maledetto

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Sergio Cammariere – Tutto quello che un uomo

Allo specchio – 1 dicembre 2008

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Mi vesto, mi spoglio, mi rivesto

di mille abiti che non sian io.

Portando il mio pensier

di cuore in cuore,

di magiche parole in confusione.

Battaglia lunga assai, crudele e dura

ch’unica via d’uscita sia una fuga.

Combattere me stesso m’abbisogna

vivendo di bene e di male solo negli altri.

Fantasma evanescente, polvere di sogno,

smarrita in tenue luce mattutina.

Silenzio e notte e ombra

a velare il niente.

Vittoria non ce n’è per chi desia,

cammino suo invertire ed essere perdente;

occhi negli occhi a chi continua il passo,

solo, immobile, partecipante unico,

del vivere follia,

e a nessuno chiedere permesso.

Il poeta maledetto

citazione dovuta, di dovuta citazione – 13 novembre 2008

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Stamattina mi è capitata una cosa curiosa ma molto ben accetta,
che mi ha reso di buon umore.

Come già molte volte accaduto, ero in chat, in incognito.
Mentre ero in una delle innumerevoli rooms,
mi è capitato di vedermi citato da una donna.
Delle frasi semplici, una poesia mia.
Qualcun’altra che diceva “bella! Molto bella”
e lei, entusiasta a dire:
“E’ del poeta maledetto”
“il contemporaneo”

Questa è per me una grande vittoria.
Uscire dall’anonimato, esser riconosciuto,
è per un artista la più grande soddisfazione che possa esistere.
Figuriamoci essere citato,
ed essere tenuto in così grande considerazione.
A questa preziosa e sconosciuta amica,
io dico grazie
e le dedico questo post.

Grazie wikka

Il poeta maledetto

Riflessione in pausa – 12 novembre 2008

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Se mi ami, lottiamo insieme, per essere insieme.
Io non abbandono mai la battaglia, non batto ritirata,
non cedo un passo, nè mi volto indietro.
Preferisco perire da eroe che vivere da vigliacco.
E se anche ferita grave e profonda mi hai dato, io sono qui.
Pronto ancora a lottare, per me e per te.
E se ti sentirai stanca e sconfitta,
ti prenderò in braccio per esser più forte.
Ma non posso farlo,
se tu non vuoi.
Non posso essere il tuo uomo,
se non lo sono anche nel tuo cuore.