Assenza giustificata

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Voglio ringraziare i molti di voi che, notando la mia “assenza”
sul blog del poeta maledetto, si sono un pò preoccupati e hanno chiesto,
si sono informati. Per coloro i quali, non sapessero ancora, vi dico che…
Non c’ero, ma c’ero.
Questo nuovo anno è molto importante per me.
Sarà l’anno della rivalsa. Grandi cose mi aspettano e a grandi cose mi sto preparando.

“C’ero” perchè, il poeta maledetto non è l’unico blog che gestisco.
Ne ho ben quattro, e sono oltre al poeta maledetto, questi:

http://passionemotori.myblog.it/

http://ilbastardo.myblog.it/

http://affaridoro.myblog.it/

E come potrete notare, nei giorni in cui ero “meno” poeta maledetto,
ero più impegnato su altri fronti. A fare i conti con altre
sfaccettature del mio carattere, della mia personalità, dei miei
modi di essere.

Il poeta si appresta a grandi cose,
ma c’è bisogno di molto tempo e tanta dedizione
per poterle realizzare.
Ma sono certo che il risultato,
sarà una equa contropartita per qualsiasi sforzo.

Nel frattempo vi segnalo il blog di una amica.
E’ una poetessa e scrive di un genere tutto suo…
Chiaro, maledetto, cadenzato come una marcia incalzante.
Val la pena farci un giro:

http://lultimanottedafalena.myblog.it/

A presto amici miei,
a molto presto.

Il poeta maledetto

A modo mio – Claudio Baglioni

E tu che sei comparsa tutto a un tratto,
e in un momento hai colorato tutto.
Tu sei diversa sei importante e ho paura io,
ho paura io.
E chissà se ci riuscirò
a dirti che,
ti amo a modo mio.

ipm/bas/dvd per te.

Claudio Baglioni > E Tu… (1974) > A Modo Mio


http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/00/01/670541873.mp3

Io nella vita ho fatto un po’ di tutto
non so se ho fatto poco oppure tanto
non sono stato un santo e questo lo sa pure Dio
lo sa pure Dio
ho camminato con la pioggia e il vento
ho riso spesso e qualche volta ho pianto
e cento e mille volte son rimasto solo io
ma me la son cavata
sempre a modo mio
a modo mio
a modo mio
che tu ci creda o no
a modo mio
a modo mio
a modo mio
avrò sbagliato ma
a modo mio
e tu che sei comparsa tutto a un tratto
e in un momento hai colorato tutto
tu sei diversa sei importante e ho paura io
ho paura io
e chissà se ci riuscirò
a dirti che
ti amo a modo mio
a modo mio
a modo mio
per una volta ancora
a modo mio
a modo mio
a modo mio
poi sei venuta tu
amore mio

Quante volte – Claudio Baglioni

Quando non conosci una persona, ne apprezzi le parole.
Quando la conosci, ne comprendi i silenzi.
E le canzoni, overdosi d’emozioni, che suonano nella mente,
ascoltate a volte, solo per far del male a noi stessi.
Per ricordare o per non dimenticare,
per vivere o morire.
Cibo dell’anima, quando il cuore fa i capricci.
Ed affamato inizi la ricerca…
Fino a trovare o ritrovare quel tormento,
quel che insieme a lei ascoltavi, la vostra canzone,
o quella che sai lei ascoltava con l’altro,
quella che descrive esattamente quel che hai dentro
e vorresti urlare.
Quella che in cuor si stringe in un silenzio, una lacrima.
Un sorriso sincero o isterico,
una sigaretta,
uno spegni e riaccendi, salta questa, rimetti quell’altra.
Quest’altra a ciclo continuo per almeno un’ora.
Per scrivere ancora,
o per restare un’altra volta in silenzio.

Ascolto.

Claudio Baglioni > Solo (1977) > Quante Volte

http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/01/02/2079568710.mp3

Me ne vado nella notte logorando strade
han lavato il cielo ed ora è ad asciugar sui muri
come quando i miei si vomitavano parole
ed allora mi mandavano a giocare fuori
tu non ci sei
tu non sei più con me.
Il mio amico sta dicendo che mi vuole bene
ha bevuto troppo e non ricorda più il mio nome
le finestre occhi spenti stanno già sognando
mulinelli di cartacce e le panchine vuote
non avrei voluto essere il primo della classe
non avrei voluto mai portare i primi occhiali
ho paura di specchiarmi dentro una vetrina
e scoprirmi a ridere di me e dei miei pensieri
sotto il tacco delle scarpe mezzo consumato
un giornale spiegazzato pieno di pedate
grande prima eccezionale per il film dell’anno
avventura, sesso e una valanga di risate…
quante volte ti ho pensato
sulla sedia di cucina
quante volte ti ho incontrato
nelle cicche che spegnevo
quante volte ti ho aspettato
quante volte ti ho inseguito
quante volte ho chiesto te…
E come gridavo sul cavallo del barbiere
il mio amico si è fermato e sta scalciando un sasso
lui non ha una donna perché ha l’alito cattivo
soffre un po’ di tenerezza e parla con se stesso
guardo le mie dita gialle sono tanto stanco
di sputare i mozziconi di tutta una vita
giro salto e ballo come un orso ammaestrato
come vorrei fare a pezzi quella luna idiota
quante volte ti ho pregato
mentre mi graffiavi il cuore
quante volte ti ho guardato
mentre mi cavavi gli occhi
quante volte ti ho cercato
quante volte ti ho trovato
quante ho perso te…

Pausa di riflessione – 11 novembre 2008

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Oggi mi sento così… Spento.
Mi prendo una pausa ufficiale,
non come quella dei giorni scorsi,
dove il pensiero di dire…
Adesso scrivo qualcosa,
c’era sempre.
Buffo ch’io sia qui a scrivere,
nel momento in cui
ho deciso che non dovevo farlo.
La vita è strana…
Come scrivere di non voler scrivere;
dire di voler restare in silenzio;
allontanarti da lei quando
vorresti stringerla a te più forte.
Il poeta maledetto

Deserto – 27 settembre 2008

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Chiuso nella mia prigione,

vincitore e vinto di me stesso contro me stesso.

Anima tra quattro mura,

indecisa, stanca, afflitta, invinta, convinta,

in pena, avanti e indietro camminando,

lasciando scorrere il tempo,

come rugiada fra mani

in un risveglio d’agosto.

Qual sentimento in cuore,

stretto, fra quattro mura in prigione.

Attende l’ignoto,

che figurar non voglia il noto.

Che novità riporti in noia,

di solitudine come di polverosa via,

contare in polvere granelli,

passo di donna attendendo

che come pioggia riporti l’amore.

Nel deserto del mio cuore attendo.

Il poeta maledetto

Un sole spento – 26 settembre 2008

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Vorrei poterlo non fare, ma non ci riesco.
E ogni volta m’assalgono i pensieri,
come pugnalate mi trafiggono i ricordi.
E la mia anima si perde in quello che mi hai fatto,
alla persona che più di ogni altra ti abbia mai amato.
Brividi percorrono il mio corpo,
mentre la lama fredda scuote, infierisce,
affonda più forte.
La cura del tempo non ha effetto,
per questo sole
che si è spento nel mio cuore.
Il poeta maledetto

Ascolto – 19 settembre 2008

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Sono ancora qui.
Flebile voce in attesa di recidere
ultimo legame con realtà.
Evanescente forma che sol raggio di luna sa svelare.
Non parlo, ascolto;
chi come te ad inseguir la luna spera,
un giorno di poterla conquistare.
Aspetto e di parol mi nutro,
sentimenti ch’abbandonati furono perduti.
Son qui, rimango,
ancora non sbiadisco
in fulgida apparenza e giorni senza fine.
Di notte permeo l’aria,
di quel silenzio che mi è proprio.
E col silenzio ascolto,
chi come te mi grida,
ch’è stufo di parole
di chi ascoltare più non vuole.

Il poeta maledetto

Ti cercherò – Gigi Finizio

Fantastica canzone che alterna toni alti e bassi, come emozioni da seguire in fiume; a volte inaridito, a volte in piena.
Una ricerca di colei alla quale volersi legare per la vita.
Capita in certi momenti della vita, magari dopo che è passato lo star male per una grande delusione, di sentire dentro un immenso amore.
Ancora più immensa la voglia di donarlo a qualcuna o a qualcuno. E non è per spirito di rivalsa, come si possa credere.
E’ per riscattare quell’amore che si voleva o si voleva donare e non si è potuto farlo.
Il numero di amori che nascono dopo un amore finito, oramai non si contano. E sono storie che poi, durano una vita.
Per chi come me, ha ancora voglia di perdersi negli occhi di una donna (o un uomo) che ricambia il suo amore.
Perchè sia più grande di quello finito, perchè non esiste limite a quel che si può dare.
Perchè io ti cercherò e quando t’incontrerò non avrò dubbi:
sentirò il mio cuore sussurrarmi il tuo nome.
Vedrò il tuo sorriso incontrare il mio,
assaporando la gioia del futuro che saprò darti
e che saprai darmi.
Ti troverò, come quella sorgente che nutre la mia sete, e a goccia a goccia, io ti berrò, per suggellare l’infinito istante delle mie labbra sulla tua pelle.
Acqua sarai per me ed io mare ad accoglierti sarò. E quando uniti saremo, chi potrà dire chi sono io e chi sei tu?
Un’anima, un corpo solo, uniti dall’inscindibile vincolo di un amore eterno.
Oh, si che ti troverò!
Vivere quell’attimo d’incontro,
varrebbe spendere una vita intera.
E lo farò… Appena terminato di ascoltare questa canzone del grande Gigi Finizio.

Il poeta maledetto

 

Gigi Finizio > Altre Canzoni > Ti Cercherò

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Ti cercherò…
dove il pensiero travolto da un’onda
va a fondo dentro l’anima
E la barriera rialzata da tempo non sembra avere limiti
Ti cercherò come un naufrago che
ritrova un’ isola che è dentro se
strappando via la solitudine ahhh…
e quando il sole scavando le siepi intorno tutto illumina
Ti troverò
come quella sorgente che nutre la mia sete e poi
sarai la luce creata da dio…
E illuminando la tua prateria
dentro di te nascerò come nasce l’amore
che stringendo il tuo seno troverà l’essenza
che scaldando il mio cuore colora il mio viso
che finalmente arrossisce per te…
ma quando amore, amore,
amore dimmi quando
ritarderai al primo appuntamento
mi chiederai se stavo qui da tempo
e poi nel freddo dell’inverno nel mio letto il tuo corpo scalderò
amore ti scalderò, si io ti scalderò, io ti riscalderò…
ti cercherò
Tra la gente indifferente
che attraversa la via di una metropoli
O tra le donne che passano
tutta la notte in una birreria
dove si perde anche l’anima mia…
ma se io trovo la tua prateria
dentro di te nascerò come nasce l’amore
costringendo il tuo seno troverai l’essenza
che scaldando il mio cuore colora il mio viso
che finalmente arrossisce per te…
ma quando amore, amore,
amore dimmi quando
ritarderai al primo appuntamento
mi chiederai se stavo qui da tempo
e poi nel freddo dell’inverno nel mio letto il tuo corpo scalderò,
io ti riscalderò, si io ti scalderò, io ti riscalderò…
ma quando amore, 
amore dimmi quando
ritarderai al primo appuntamento
mi chiederai se stavo qui da tempo
e poi nel freddo dell’inverno nel mio letto il tuo corpo scalderò
io ti riscalderò, io ti riscalderò…

Piccola notte – 25 luglio 2008

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Imbarazzo e seduzione,

d’un incontro a pelle nuda.

Sorrisi e sguardi,

e tempo insieme,

e parole, dette, sussurrate.

Poco importanti e senza senso.

Dette soltanto per frenare la passione.

E carezze e baci,

a ricordar che l’anima pretende.

E vicini, più vicini,

ad ascoltare il battito del tuo cuore, del mio.

Ed il tuo corpo sul mio,

a ricordar che anch’egli pretende.

E resto tuo, imprigionato dai tuoi occhi,

persi nei miei a chiedere e ottenere.

Poi ti regali a me,

cedendo la tua forza al tuo concederti.

Ed io son qui,

per prender quel che m’offri,

e stringer più forte a me i tuoi fianchi,

la tua bronzea pelle.

Prigionieri liberati dall’amore di una notte.

A chiederci e pretendere altre notti,

assaporare ancora quel profumo di me e di te,

tra le lenzuola come onde

d’un mar che geme, freme, infuria e burrasca.

S’acqueta infine, soddisfatto e calmo,

degli occhi tuoi nei miei a sorridere,

come ragazzi al primo perdersi nel mondo dei grandi.

Un presente piacevole,

un futuro, dolce ricordo.

Dedicata a “Karina” – grazie per la splendida notte passata insieme.

Parole maledette – 24 luglio 2008

Parole e parole.

E versi e strofe.

Poesie e racconti,

a breve romanzi.

Quante inutili parole.

Parole belle, struggenti, d’amore,

d’odio e rancore.

Che arricchiscono l’anima,

che scaldano il cuore.

Che donano passione,

speranza, gioia e stupore.

Invidia, illusione,

delusa partecipazione.

Parole che vivono in se e di se.

Trasportate dal vento,

battute dal sole,

bagnate dall’acqua,

bruciate dal fuoco.

Germogliate in terra,

come semi di primavera.

Inutili parole d’amore,

che non sanno descrivere l’anima,

e non parlano il linguaggio del cuore.

Ci provano attraverso me,

che ogni volta fallisco.

E maledetto per questo.

Perché parole son parole,

e i sentimenti sono altra cosa.

E non s’incontrano che per brevi momenti,

soltanto nel cuore di chi le ascolta.

Così son poeta per raccontare e non per scrivere.

Di emozioni provate o soltanto immaginate,

ma vissute con l’animo,

e rivissute in chi le ascolta.

E son poeta maledetto, non per me stesso.

Per chi mi ascolta.