Utopia – scritta il 19 gennaio 1995

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Angelo custode, portami via.

Voliamo insieme su un mondo

diverso da questo.

Un mondo dove il fratello

non uccida il fratello;

dove un fungo color del sole

non possa spazzare via in un attimo

i sogni di tanta gente.

Non voglio più vedere

Caino uccidere Abele.

Non amo questo mondo

in cui si soffre e si muore.

Angelo custode,

accompagnami su una stella;

dove basti un sorriso

per far nascere un fiore;

dove un sogno realizzatosi

faccia nascere il giorno;

dove la gioia di un attimo

duri in eterno.

Angelo custode,

fuggiamo via da questo mondo.

E nascondiamoci su questa stella,

che non esiste.

 

Il poeta maledetto

 

Sole, pozzo, secchio, corda, cassa, chiave, donna. – scritta il 4 ottobre 1994

 

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Come l’acqua che sgorga dalla fonte e fugge via,

così è il tempo che scorre rapido

e si trascina via i ricordi.

Una lieve brezza si alza,

ed è come le parole della gente…

Un attimo e passa.

I fiorellini, l’erba,

come i bambini guardano un sole

che è luce e speranza.

Un paesaggio che non sai se è autunno,

e affonderà nell’inverno;

o è fine inverno

e rinascerà nella primavera.

Cos’è la vita? Primavera o inverno?

Tutto dipende dal sole.

Ma perché è sempre nascosto

in un pozzo dei desideri?

E il secchio e la corda per tirarlo fuori

sono rinchiusi in una cassa,

bloccata da un catenaccio.

E la chiave è sempre appesa

al collo di una donna.

Sta a te trovare quella giusta.

Sole, pozzo, secchio e corda,

cassa, chiave, donna;

non sbagliare.

Perché il tempo scorre rapido

e si trascina via i ricordi.

 

Il poeta maledetto

Maledizione – scritta il 27 maggio 1994

 

Nella luce del sole

mi hai negato il tuo amore.

Tra i rumori del giorno

mi hai negato la tua voce.

Al mio abbraccio

hai negato il tuo corpo.

Ed ora che le tenebre

avvolgono il mondo,

ora che non s’ode altro rumore

che quello del pianto

di creature infernali,

a questa luna piena,

pregna di presagi nefasti

io prometto:

che la tua anima

non possa aver mai pace,

perché negandomi il tuo amore

ti sei condannata ad ottener rifiuti

per tutta la vita,

fino alla fine dei tuoi giorni

l’amore ti verrà negato.

La tua voce si leverà con rammarico,

inascoltata.

Perché tu non conosci cosa sia

la voce della verità.

Ed il tuo corpo,

non è stato mio,

non sarà di nessun altro.

Lo prometto, lo prometto alla luna.

Ed insieme al pianto

delle creature infernali,

si leverà un altro pianto: il tuo.

Perché mi hai perso una volta

e mai più mi avrai.

Ma io sarò il tarlo

che distrugge l’albero,

sarò la goccia che rode la pietra.

Sarò la tua dannazione eterna,

il tuo rimorso continuo.

Questa luna testimonierà

la sentenza che io ti infliggo:

Maledetta sarai,

senza di me per l’eternità.

Perché mi hai perso una volta

e mai più mi avrai.

 
Il poeta maledetto

Incubo – scritta il 18 maggio 1994

 

Ho sognato di trovarmi in un mondo

in cui tu non c’eri.

Il sole non dava calore,

l’aria era irrespirabile,

fredda, glaciale.

Eppure un pò più in la

arbusti rinsecchiti,

dimostravano che un tempo,

vi era stato molto calore,

e forti passioni.

Infine ho capito che quel mondo

era il mio cuore.

Poi sei arrivata tu,

ma peggio nel peggio,

continuavi a ripetere: no, no, no.

All’infinito.

E ad ogni no, cadeva un arbusto.

Ad ogni no, in quel mondo,

si apriva una piaga sempre più profonda.

Ad ogni no,

il mio cuore andava in frantumi

e ad ogni no, ti allontanavi,

fin quando non sei sparita.

Mi son svegliato e tu non ci sei,

eppur nella mente,

avverto ancora l’eco dei tuoi no.

E il mio cuore va davvero in frantumi;

e il mio corpo va davvero in frantumi;

crolla il mondo sotto i miei piedi.

E la mia anima, non so dove sia;

l’ho persa quando ho perso te.

Forse la ritroverò

quando l’incubo sarà finito.

E l’incubo finirà

solo quando sarò morto.

E mi inebrio in un presagio di morte,

che non è molto lontano.

 

Il poeta maledetto

Perché – scritta il 12 maggio 1994

 

Perché quando ti vedo,

il sole nel cielo risplende più forte,

e con mille colori diversi?

Perché quando ti vedo,

non esistono più nuvole in cielo,

e non esiste pioggia che bagni

il mio cuore sudato, affannato?

A proposito di cuore…

Perché quando ti vedo,

mi fa tanto male il cuore,

che batte come un tamburo impazzito,

in una notte di feste scatenate?

Forse perché hai fatto un patto col tempo.

Forse perché sono io che sto male.

Ma perché hai questo effetto su di me?

Forse perché ti amo.

 
Il poeta maledetto

Come te – scritta il 6 maggio 1994

 

Affacciato al balcone,

il sole mi accarezza piano,

come le tue mani.

Ed il vento mi sfiora delicatamente,

come le tue labbra.

E vedo nuvole trascinate via dal vento,

come i tuoi capelli.

E vedo le montagne, verdi, magnifiche,

piene di vita come i tuoi occhi.

E vedo gli uccelli,

che volano via felici, cantando,

liberi come te.

Sono innamorato del mondo,

sono innamorato di te.

 
Il poeta maledetto

Il palloncino e il sole – scritta il 29 aprile 1994

 

Capitò un giorno che un palloncino

rimase così affascinato nel guardare il sole

che se ne innamorò.

Decise allora di raggiungerlo

e di vivere con il suo amore per sempre.

Ruppe la corda che lo teneva prigioniero

e cominciò a salire vorticosamente.

Salì per giorni e giorni

senza riuscire a toccare il suo amato sole;

divenne sempre più debole

eppure mai smise di salire.

ma quando non ce la fece più

il palloncino scoppiò in mille pezzi

che caddero giù sul mondo.

Il sole allora si ricoprì di nuvole

e pianse.

Ed il suo pianto bagnò il mondo

e i resti del palloncino,

ma era ormai troppo tardi:

il palloncino non avrebbe più potuto

vivere con il suo amato sole per sempre.

I miei sogni

li ho racchiusi in un palloncino

e il mio sole sei tu.

Ti chiedo quindi:

non lasciare che il palloncino scoppi,

non lasciare che sia troppo tardi.

Scendi dal tuo cielo e vienimi incontro,

e non pensare che non sia possibile,

se nemmeno ci provi.

E il palloncino e il sole

vissero per sempre insieme.

 
Il poeta maledetto