Tredici brevi rintocchi – scritta il 17 dicembre 1996

pendolo.jpg

 

Son quei riccioli

che ogni notte ho sognato.

Ed ogni mio incubo

dai tuoi occhi segnato.

Chissà con qual filtro

il mio cuore hai stregato,

se un pupazzo di cera

col mio nome hai firmato.

Ogni volta che chiudo i miei occhi

sento tredici brevi rintocchi.

Poi mi trovo in un prato fiorito,

che di mille e più fiori è vestito.

Ci sei tu, che seduta m’aspetti,

e sorridi come un dolce angioletto.

Ma poi ti volti

e non guardi più indietro.

Gli occhi fissi

in una sfera di vetro.

Mille strane parole pronunci

e il rituale incantato cominci:

“I tuoi occhi solo me guarderanno,

altrimenti pietra ei diverranno.

Le tue labbra solo me baceranno,

per un’altra, come sabbia saranno.

Il tuo corpo, mio soltanto sarà,

nessun’altra farlo suo potrà.”

Piangi, ridi, nella sfera ti specchi,

con una mano i tuoi riccioli tocchi.

Uno spillo nell’altra mano stringi,

un pupazzo di cera trafiggi.

Io ferito balzo in piedi di scatto,

e m’accorgo che il cuor più non mi batte.

Mi si sfoca la vista, ho l’affanno,

i miei arti più forza non hanno.

Piango, tremo, vedo solo i tuoi occhi,

sento tredici brevi rintocchi.

Ma non cado, ho soltanto sognato.

Poi il mio incubo,

con la notte è svanito.

Pregherò che presto il sole tramonti

per ancora una volta sognarti.

Così innamorato non lo sono mai stato.

Chissà con qual filtro

il mio cuore hai stregato.

 

Il poeta maledetto

 

Incubo – scritta il 18 maggio 1994

 

Ho sognato di trovarmi in un mondo

in cui tu non c’eri.

Il sole non dava calore,

l’aria era irrespirabile,

fredda, glaciale.

Eppure un pò più in la

arbusti rinsecchiti,

dimostravano che un tempo,

vi era stato molto calore,

e forti passioni.

Infine ho capito che quel mondo

era il mio cuore.

Poi sei arrivata tu,

ma peggio nel peggio,

continuavi a ripetere: no, no, no.

All’infinito.

E ad ogni no, cadeva un arbusto.

Ad ogni no, in quel mondo,

si apriva una piaga sempre più profonda.

Ad ogni no,

il mio cuore andava in frantumi

e ad ogni no, ti allontanavi,

fin quando non sei sparita.

Mi son svegliato e tu non ci sei,

eppur nella mente,

avverto ancora l’eco dei tuoi no.

E il mio cuore va davvero in frantumi;

e il mio corpo va davvero in frantumi;

crolla il mondo sotto i miei piedi.

E la mia anima, non so dove sia;

l’ho persa quando ho perso te.

Forse la ritroverò

quando l’incubo sarà finito.

E l’incubo finirà

solo quando sarò morto.

E mi inebrio in un presagio di morte,

che non è molto lontano.

 

Il poeta maledetto