Incubo – scritta il 18 maggio 1994

 

Ho sognato di trovarmi in un mondo

in cui tu non c’eri.

Il sole non dava calore,

l’aria era irrespirabile,

fredda, glaciale.

Eppure un pò più in la

arbusti rinsecchiti,

dimostravano che un tempo,

vi era stato molto calore,

e forti passioni.

Infine ho capito che quel mondo

era il mio cuore.

Poi sei arrivata tu,

ma peggio nel peggio,

continuavi a ripetere: no, no, no.

All’infinito.

E ad ogni no, cadeva un arbusto.

Ad ogni no, in quel mondo,

si apriva una piaga sempre più profonda.

Ad ogni no,

il mio cuore andava in frantumi

e ad ogni no, ti allontanavi,

fin quando non sei sparita.

Mi son svegliato e tu non ci sei,

eppur nella mente,

avverto ancora l’eco dei tuoi no.

E il mio cuore va davvero in frantumi;

e il mio corpo va davvero in frantumi;

crolla il mondo sotto i miei piedi.

E la mia anima, non so dove sia;

l’ho persa quando ho perso te.

Forse la ritroverò

quando l’incubo sarà finito.

E l’incubo finirà

solo quando sarò morto.

E mi inebrio in un presagio di morte,

che non è molto lontano.

 

Il poeta maledetto

Grazie

memole_matita.jpg

    

Come si fa a non dirle grazie?

Un pretesto ogni volta,

un nuovo premio, un commento,

un “vieni da me… Ho un post che

sicuramente ti interessa!”;

tutto perchè si possa sentire

il calore della sua presenza.

In questo gelido inverno del cuore,

le sue parole son carezze

tenere e calorose.

Ed anche se dopo, il turbinio di

quel che c’era e non c’è più,

si porta via sorriso, e leggerezza,

ella resta un raggio di sole

per riscaldare quello

che doveva essere amore.

Grazie Memole_751

grazie grazie grazie grazie grazie

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grazie grazie grazie grazie grazie

grazie grazie grazie grazie grazie

grazie grazie grazie grazie grazie

cento, mille volte grazie.

Resta sempre come sei.

Sei l’essenza di quell’amore,

di quel rispetto, quell’aiuto,

quella donna,

che ancora il mio cuor si ostina

a pensare, di poter un giorno incontrare.

Davide