Il giardino profumato – scritta il 6 aprile 1995

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Avevo una donna che mi amava davvero.

Avevo una donna che coltivava il mio giardino.

I fiori profumavano come in nessun altro.

E una rosa rossa,

la più bella mai esistita,

vi sbocciò il primo giorno di primavera.

Poi lei andò via, lontano.

E nessuno coltivò il mio giardino

che non fossero le mie braccia,

il mio sudore.

Ma dopo tanti sforzi,

dopo tanto duro lavoro,

la rosa rossa,

la più bella mai esistita,

appassì e perse il suo profumo.

Avevo una donna che mi amava davvero.

Avevo un giardino con una rosa rossa.

Poi l’avevo persa.

Ed ero rimasto solo,

stanco e sudato.

Un giorno lei ritornò.

Ma io non avevo più

un giardino da farle curare.

Allora le offrii il mio cuore,

e lei lo coltivò

con tutto l’amore possibile.

Da quel terreno fertile

nacque una rosa rossa,

più bella della rosa rossa

più bella mai esistita.

Vi sbocciò un giorno di primavera,

e mai più appassì.

Perché lei, non andò più via.

 

Il poeta maledetto

 

Sirena – scritta il 16 febbraio 1995

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Luna ingannatrice,

non cantare, tanto non ti ascolto.

Non credo a quello che dici.

No! Non può esistere una donna così.

Sei falsa e bugiarda.

Non ci sono donne nell’acqua del mare.

E tu non rispecchi la tua luce

nei loro magici occhi.

Sono da solo qui, in mezzo al mare.

Non si sente il minimo rumore

a miglia di distanza

se non quello delle onde,

sperdute come me in quest’oceano,

in una notte di luna piena.

Poi tutto è un attimo, un guizzo veloce.

Un’onda si frange.

Un’ombra prende forma.

Due occhi mi fissano

in un eterno attimo d’amore

e scompaiono in silenzio.

Mi volgo indietro e guardo la luna.

Luna ingannatrice,

non cantare, tanto non ti ascolto.

Non credo a quello che dici.

Non esistono sirene

nei cui magici e meravigliosi occhi

rispecchi la tua luce.

Sono solo in mezzo al mare.

Sperduto come onde in un oceano,

mentre per me brillano tre lune;

una in alto nel cielo,

due in fondo al mio cuore.

 

Il poeta maledetto

 

Sole, pozzo, secchio, corda, cassa, chiave, donna. – scritta il 4 ottobre 1994

 

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Come l’acqua che sgorga dalla fonte e fugge via,

così è il tempo che scorre rapido

e si trascina via i ricordi.

Una lieve brezza si alza,

ed è come le parole della gente…

Un attimo e passa.

I fiorellini, l’erba,

come i bambini guardano un sole

che è luce e speranza.

Un paesaggio che non sai se è autunno,

e affonderà nell’inverno;

o è fine inverno

e rinascerà nella primavera.

Cos’è la vita? Primavera o inverno?

Tutto dipende dal sole.

Ma perché è sempre nascosto

in un pozzo dei desideri?

E il secchio e la corda per tirarlo fuori

sono rinchiusi in una cassa,

bloccata da un catenaccio.

E la chiave è sempre appesa

al collo di una donna.

Sta a te trovare quella giusta.

Sole, pozzo, secchio e corda,

cassa, chiave, donna;

non sbagliare.

Perché il tempo scorre rapido

e si trascina via i ricordi.

 

Il poeta maledetto

Donna, mistero. – 11 ottobre 2008

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Donna, mistero,
apparente calma,
in sussulto e tempesta,
impetuoso cuore.
Più forte mi rugge,
inquieto al tuo sguardo.
Al chiaror delle stelle
e d’una mezza luna brillante,
ho freddo di brezza marina.
Ma di pelle e non di spirito,
perchè in esso a scaldarlo mi permea,
il tuo viso, le tue labbra,
i tuoi occhi.
Donna, mistero,
impetuosa passione.

 

Il poeta maledetto