Il giardino profumato – scritta il 6 aprile 1995

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Avevo una donna che mi amava davvero.

Avevo una donna che coltivava il mio giardino.

I fiori profumavano come in nessun altro.

E una rosa rossa,

la più bella mai esistita,

vi sbocciò il primo giorno di primavera.

Poi lei andò via, lontano.

E nessuno coltivò il mio giardino

che non fossero le mie braccia,

il mio sudore.

Ma dopo tanti sforzi,

dopo tanto duro lavoro,

la rosa rossa,

la più bella mai esistita,

appassì e perse il suo profumo.

Avevo una donna che mi amava davvero.

Avevo un giardino con una rosa rossa.

Poi l’avevo persa.

Ed ero rimasto solo,

stanco e sudato.

Un giorno lei ritornò.

Ma io non avevo più

un giardino da farle curare.

Allora le offrii il mio cuore,

e lei lo coltivò

con tutto l’amore possibile.

Da quel terreno fertile

nacque una rosa rossa,

più bella della rosa rossa

più bella mai esistita.

Vi sbocciò un giorno di primavera,

e mai più appassì.

Perché lei, non andò più via.

 

Il poeta maledetto

 

Riflesso d’amore – scritta il 26 giugno 1994

 

Capita a volte di innamorarsi,

ma a me è capitato

di innamorarmi della creatura

più bella ch’io abbia mai visto.

Due occhi, che son due pietre preziose.

I capelli, che son l’argento del mare

mosso dal vento.

Un viso, che è la perfezione

nel suo grado più alto di concezione.

Il suo sguardo è un fulmine a ciel sereno.

E fremiti mi assalgono quando la vedo;

quando vedo la mia immagine,

riflessa in uno specchio.

 
Il poeta maledetto

Atto finale – scritta il 7 maggio 1994

 

E’ bella l’opera.

Si va a teatro, ci si siede,

poi si apre il sipario.

Ed appari tu: prima attrice.

Su quel palcoscenico sei chiunque,

tranne te stessa.

Vivi un’altra vita,

quella che vuoi dimostrare agli altri.

E fingi.

Fingi a me, fingi al mondo,

fingi a te stessa.

Da quando la nostra storia è iniziata,

hai aperto il sipario ed hai finto.

Hai finto quando dicevi che mi volevi bene.

Hai finto quando dicevi che mi amavi.

Hai finto quando mi hai detto

che non ero uno dei tanti.

I tuoi baci erano falsi,

seppur così belli, così dolci.

Sei stata una grandissima attrice.

Hai portato avanti il tuo ruolo

con grande maestria.

La ragazza che vuole bene con tutto il cuore

e poi, la sera non può uscire.

Altrimenti papà la sgrida,

e mamma sospetta.

Era tutto finto.

L’ho capito solo cinque giorni dopo,

quando calato il sipario,

hai detto: “E’ finita”.

Il mio applauso viene dal cuore.

Nessuna è migliore di te nel fingere.

Ed ora concludi il tuo atto finale.

 

Il poeta maledetto

Poesia – scritta il 29 aprile 1994

 

Nessuna poesia potrebbe esprimere mai

quel che provo per te.

Quali parole darebbero il senso

alle emozioni che mi rapiscono?

Quale verso potrebbe esprimersi

come fai tu quando parli?

Non esiste poesia che vada bene;

eppure una l’ho trovata.

Sei tu,

la mia poesia più bella.

 

Il poeta maledetto