Parole maledette – scritta il 24 luglio 2008

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Parole e parole.

E versi e strofe.

Poesie e racconti,

a breve romanzi.

Quante inutili parole.

Parole belle, struggenti, d’amore,

d’odio e rancore.

Che arricchiscono l’anima,

che scaldano il cuore.

Che donano passione,

speranza, gioia e stupore.

Invidia, illusione,

delusa partecipazione.

Parole che vivono in se e di se.

Trasportate dal vento,

battute dal sole,

bagnate dall’acqua,

bruciate dal fuoco.

Germogliate in terra,

come semi di primavera.

Inutili parole d’amore,

che non sanno descrivere l’anima,

e non parlano il linguaggio del cuore.

Ci provano attraverso me,

che ogni volta fallisco.

E maledetto per questo.

Perché parole son parole,

e i sentimenti sono altra cosa.

E non s’incontrano che per brevi momenti,

soltanto nel cuore di chi le ascolta.

Così son poeta per raccontare e non per scrivere.

Di emozioni provate o soltanto immaginate,

ma vissute con l’animo,

e rivissute in chi le ascolta.

E son poeta maledetto, non per me stesso.

Per chi mi ascolta.

 
Il poeta maledetto

Se non ci sono parole – scritta 11 settembre 1996

 

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Vorrei esser poeta

e scriver ciò che provo per te.

Vorrei che leggendo quei versi

tu t’innamorassi di me.

Ma le parole più dolci non posson spiegare

cosa c’è nel mio cuore

e cosa ti vorrei dire.

Perciò non m’offendo se non sono poeta,

e se non posso coi versi

dir che sei la mia amata.

Te lo dico con gli occhi,

col sorriso, col cuore.

Ti dirò col silenzio

che sei il mio unico amore.

Ti amerò nei miei sogni,

sperando tu t’accorga di me.

Anche se mai scriverò

poesie d’amore per te.

E se non sono poeta

e non lo sono mai stato,

vorrei poter dire un giorno:

“Mi ha guardato negli occhi

e mi ha baciato.”

 

Il poeta maledetto