Il Poeta Maledetto – significato di un nome

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La parola “poeta” non mi piace molto, è per questo che ho voluto abbinarla ad un’altra, accuratamente scelta.

Il poeta è secondo me un sognatore, uno che cerca il bello in ogni cosa, uno che vede sempre il lato positivo di tutto.
E’ per questo che, in un trionfo di ingiustizie, di errori, di sogni infranti, quale è la vita,

il vero poeta non può che essere “maledetto”.

Inoltre, io suono le mie melodie con “note” che parlano di emozioni.
Non è possibile spiegare un’emozione con le parole…

Immagina di chiudere gli occhi, immagina una persona a te cara, immagina all’improvviso di ricevere una delicata carezza sul viso, immagina tutte le emozioni che puoi provare in quell’istante.

Ora apri gli occhi, e prova a descrivere con le parole tutte le emozioni che hai provato…

Potrei scrivere un libro, pieno di parole, su quello che in un attimo una carezza può darti,
ma non ti regalerei mai le stesse emozioni.

Eppure è la mia missione… Trasferire emozioni da un cuore ad un altro, con l’unico modo che conosco.
Ci provo, molte volte fallisco.
E’ questa mia consapevolezza del partire già sconfitto, che mi rende maledetto.

Ma è questa stessa consapevolezza, che può darmi la possibilità di regalare agli altri,
non la spiegazione delle mie emozioni, ma un modo per poter leggere le proprie.

 

Il poeta maledetto

Poesia – scritta il 29 aprile 1994

 

Nessuna poesia potrebbe esprimere mai

quel che provo per te.

Quali parole darebbero il senso

alle emozioni che mi rapiscono?

Quale verso potrebbe esprimersi

come fai tu quando parli?

Non esiste poesia che vada bene;

eppure una l’ho trovata.

Sei tu,

la mia poesia più bella.

 

Il poeta maledetto

Pensiero antico

Mi baci egli con i baci della sua bocca,
poiché le tue espressioni di tenerezza
 sono migliori del vino.
Per fragranza i tuoi oli sono buoni.
Come un olio che si versa è il tuo nome.
Perciò le fanciulle stesse ti hanno amato.
Attirami con te; corriamo.
Il re mi ha condotta nelle sue stanze interne!
Gioiamo e rallegriamoci in te.
Menzioniamo le tue espressioni di tenerezza
più del vino.
Meritatamente ti hanno amato.

Cantico dei cantici 1:2-4

Un sassolino – 09 settembre 2008

Anche per oggi, ho fatto la mia buona azione.
Mentre tornavo a casa da lavoro,
è passata una utilitaria, che faceva rumore mentre camminava: un ticchettio.
Non eccessivamente forte, ma molto fastidioso.
Ho intuito subito che era colpa di una pietruzza che era andata ad incastrarsi nel battistrada dello pneumatico.
Girato l’angolo, ho visto che l’auto si era fermata.
Ne era scesa una donna, che stava osservando l’auto e cercava di capire che cos’era che non andasse e che facesse quel rumore.
Mi sono avvicinato, è le ho dato la soluzione.
Ha messo l’auto a folle, ho estratto la pietra.
Ho visto che aveva anche una bambina in auto:
sarebbe stato un motivo in più per aiutarla, se l’avessi vista prima.
Morale della favola:
2 minuti del mio tempo, in cambio di un sorriso, di un complimento e di un passaggio: “sei stato gentilissimo! Vuoi un passaggio?”
Purtroppo ero quasi arrivato a casa, e poi non volevo farle deviare strada,
anche perchè aveva detto che doveva fare un lungo cammino con l’auto.
Così, ho rifiutato il passaggio, ho risposto al sorriso, ho salutato e mi sono incamminato verso casa.
In lontananza ho visto l’auto girare a sinistra (io dovevo andar dritto), ma questa volta, senza far rumore.

Il poeta maledetto

 

Ti aspetto

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Stupenda brezza marina,
come tempesta del deserto miri dritta al cuore.
E’ da quando sei nata che ti aspetto.
Il tuo respiro è nato per confondersi al mio,
com’io son nato per realizzare i tuoi sogni e i tuoi desideri.
Spiega le tue ali e vola verso me, mio angelo.
Le mie braccia son protese al cielo,
aspettano il contatto con la tua pelle.
Perditi in me, com’io son perso di te.

Il poeta maledetto

E il destino bussò alla mia porta – 28 agosto 2008

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Fu un attimo.

Limpido cielo rimirare,

caldo sole da godere,

fresca aria respirare.

Poi scura tenebra e tremare.

D’un freddo che nel cuore

prese ad albergare.

Tempesta, burrasca,

panni stesi d’improvviso a bagnare.

E indaffarate massaie correre a riparare.

Finestre battenti a chiudere,

e balconi e verande a ritirare.

Ma raggio di sole,

in su le nuvole tornò a bussare.

Così squarciata oscurità

di passo a luce ritornò a lasciare.

E fu calore e gioia

e vita da godere.

D’un caldo che un sorriso

fece ritornare.

Così bagnata via riprese a camminare,

città deserta in riparo,

tornò ad uscire, a vivere, a sognare.

Un attimo fu.

Vita qual brezza,

leggera, calda da godere,

frizzante monotonia da assaporare.

Poi scura tenebra e tremare.

D’un freddo che nel cuore

prese ad albergare.

Tempesta, burrasca,

occhi al vento d’improvviso a bagnare.

Non un sorriso ci fu a riparare,

Una carezza, una parola.

Balconi e finestre chiuse,

la vita mia nascostasi a tremare.

Di tenebra maligna, e solitudine,

rancore e odio e miseria d’animo,

senza accorgersene si prese ad ammalare.

Ma raggio di sole,

alla mia porta venne a bussare.

E avea occhi di cielo,

e spalle di colline morbide

di frutti cariche, da assaporare.

E pelle profumata di fiori di campo in distese,

su cui correre e volare.

E labbra di fuoco in fiume e rapide

da lasciarsi catturare,

e trasportare e fino al mare arrivare,

e li perdersi e naufragare.

Così parlò lei,

e melodia fu

d’usignoli al mattino

e cinciallegre a mediana.

Ma quel che disse

ripeter non saprei.

Giacche già m’ero perso

tra cielo suo e suo mare.

Poi si voltò e petali di rose

vidi ancheggiare.

E bruna pelle

accarezzata dal sole,

su fiumi d’ortensie e malva

vidi scivolare.

Piano, lento,

perché non fosse troppo breve,

il tempo per poterla eternamente ricordare.

E il suo profumo m’inonda ancora,

di mossi capelli i miei pensieri avvolge.

E fu quell’attimo a bastare

alla mia vita nuova origine dare.

E rivoluzione mi ritrovai,

di quel sole, quella luce anelare

e cominciare a girare.

Fu lei, destino mio,

un’ora fa,

Alla mia porta a bussare.

Il poeta maledetto 

sabato 2 agosto – finiti sono i soldi

Ma che bella giornata!

Credo di essermi ancor più complicato la vita.

Son finiti quei bigliettini colorati senza significato,

che in molti chiamano denaro.

Purtroppo non son mai stato bravo con le cose materiali.

Inoltre, se è vero che le colpe agli altri non si danno,

Possibile sia colpa mia, l’esser rimasto schiavo di un rimorso?

Vittima inerte di un dolore che mi stringeva il cuore?

E’ proprio tutta colpa mia di aver atteso che lei capisse,

che stavo male e mi rovinavo la vita per quel che lei m’aveva fatto?

Sbagliato, in questo mondo materiale, io,

canto di passione e d’amore, di sentimenti puri e di sincerità.

Ma vittima resto di me stesso.

Al tabaccaio ho dedicato una poesia,

ma lesto ha riagguantato le sigarette,

non vedendo arrivar le monetine.

Alla cassiera, al supermarket,

ho raccontato di mia vita, ma ritirata mi ha la busta,

con dentro quel che avrei mangiato oggi,

dopo che detto le ho che avrei pagato,

con sentimenti e riflessioni,

d’inestimabile valore.

E in posta, dopo aver fatto la fila,

per pagar la multa di quell’auto,

che ho portato alla morte il 13 di luglio,

e che con la sua morte mi ha salvato la vita,

alla sportellista ho raccontato

di essere il poeta maledetto,

quello che esce nella prima pagina di google.

Ma lei mi ha risposto che anche il Padreterno sceso in terra,

senza denaro, sarebbe stato solo un misero pezzente.

Ed or mi trovo con passione, sentimenti e amore,

che in questa misera superficialità del mondo,

nessuno compra.

Seppur di inestimabile valore.

Penso, ma non riesco, a trovar la soluzione…

non son mai stato bravo nelle cose materiali.

E quel che più so fare, è dare amore.

Ma chi scambierebbe i suoi stupidi, inutili e senza senso,

seppur indispensabili purtroppo, biglietti colorati,

per un momento di passione, o d’amore,

che un poeta maledetto sa dare,

per poter anche oggi mangiare?

il poeta maledetto, futuro gigolò?

una notte soltanto

Ah, notti d’incubo! Potessi le cancellerei.
Potessi evitare, vivrei solo la notte, come candela solo luna, mia luna.
Ed ogni uomo o donna, velati dall’anonimato delle tenebre,
davvero sembran tutti uguali.
Sogni sarebbero quelli e non incubi.
Ma maledetta luce, ad essa si piega ogni evanescenza.
E solo nella luce resto. Tra colori, mille e più suoni, vite e persone indifferenti e trasparenti.
E vanno avanti e tornano indietro, sorrisi, sguardi, approvazione, dissenzo, caos.
Preferisco il melodioso silenzio di una notte senza sonno.
La compagnia di madre luna e l’abbraccio della solitudine.
Sarà ch’io non riesco a chiedere, soltanto a dare.
Ma vorrei, vorrei davvero,
tramutare le mie notti insonni ed i miei incubi in quest’unico e malinconico sogno.
Vivere soltanto la notte. Vivere soltanto una notte.

il poeta maledetto

Per farti mio – 31 luglio 2008

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Sono io,

Sei tu.

Ti ricordi?

Ma certo che ti ricordi.

E come non lo potresti fare?

Ti basta sapere che io ci sono per tremare.

Come potrei io dimenticare?

Son qui per te,

La nera signora mi cede la sua falce,

Ed io ti colpirò.

Son qui per te,

E a lei ti donerò.

Ma aspetta, fammi giocare un po’.

Voglio ricordi, i tuoi ricordi

E me li prenderò.

Son qui per te,

Cosa c’è nel tuo cuore?

Vedrai, lo scoprirò.

Ti ricordi di lei?

Ma certo che ti ricordi di lei.

Son qui per te e per lei,

E non tremare.

Tra un po’ dimenticherai e dimenticherò anch’io.

Sarai parte di me

Ed io mi nutrirò di te.

E saremo uno.

E la nostra lei sarà nostra e mia.

Son qui per te,

Per darti quello che cercavi.

Disperatamente hai cercato in lei

E mi hai trovato.

Ed ora sono qui per te.

E laverò le tue colpe e le mie.

Ti prenderò e sarai mio per sempre.

Più di lei che è stata mia.

Più di lei che è stata tua.

Vieni mio nemico, abbracciami.

Son qui per perdonare,

Per farti mio,

Per darti quest’ultimo caloroso e freddo bacio.

Son qui per te

E con te me ne andrò.

E non tremare.

Ti toglierò quel ghigno squallido,

La tua meschinità, il tuo anonimato.

Crudele sarò

Con la tua crudeltà.

Ti mostrerò la via

Aiutandoti a seguirla.

Son qui per te e per me.

Tramuterò la tua menzogna

In ultimo sacrificio

E sarai libero.

Libero di morire in me.

Son qui per te.

Guardami.

Son qui per te.

– – –

Il poeta maledetto