Lucio Battisti – Io Vorrei… Non Vorrei… Ma Se Vuoi…

 Ho deciso di inserire anche un video molto bello, che ho trovato su youtube.

Lo trovate in fondo al post.

Lucio Battisti > Il Mio Canto Libero (1972) > Io Vorrei… Non Vorrei… Ma Se Vuoi…

http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/01/02/1242722707.mp3

Dove vai quando poi resti sola
il ricordo come sai non consola
Quando lei se ne andò per esempio
Trasformai la mia casa in un tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
a guarirmi chi fu
ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola
senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te
mi svegliai
Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto

 

Le tre verita – Lucio Battisti

 Mi permetto l’onore di una piccola nota, un piccolo pensiero per questo grande brano, di questo grande artista.

La canzone ed il testo sono meravigliosi, semplicemente stupendi. La struggente verità delle parole usate, lo scandire del ritmo, i toni, creano sensazioni ed emozioni che chi non ha provato, può solo immaginare. Ma chi si è trovato in questa maledetta vita ad affrontare queste tre verità, sa quanto la scelta delle parole sia appropriata. Ad ogni voce posso dare un volto, e mi son trovato ad ascoltare le stesse, identiche e maledettamente false parole; parole vissute, che più volte hanno ispirato sfoghi o poesie, che troverete in questo blog (primo fra tutti: “è colpa mia!” , sfogo ispirato dalla frase: “Se l’ho fatto… E’ colpa tua!” che mi son sentito dire nel momento in cui il mio mondo, la mia realtà crollava. Nel momento in cui il mio cuore si spappolava). Vi lascio all’ascolto… E l’ascolterò anch’io con voi, rivivendo come apotropaico quei momenti. Sperando, col tempo, di non versare più lacrime amare, per un amore che era diventato soltanto un’illusione.

il poeta maledetto 

Artista: Lucio Battisti

Album:  Lucio Battisti Vol.4

Le tre verità

http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/00/01/150393051.mp3

Colpa sua
colpa sua,
credimi
non c’eri tu, non c’eri tu a difendermi
e la sua forza è stata ancor più forte della mia volontà
e un’innocente e un’innocente pagherà
io so che
non crederai,
non mi crederai,
ma è colpa sua,
è colpa tua.

Non mi interessa se tu
delle false lacrime ora berrai.
Ti posso dire sono salate le ho già bevute oramai
comunque, tutto quello che dice lei
non è verità
la sua dolcezza è stata ancor più forte della mia onestà
ed ora
le crederai,
le crederai.
Povero amico ingenuo, io lo so,
le crederai.Ehh…

Io non so
io non so più
a chi credere
so solo che,
so solo che di tutti e tre
soltanto uno, uno soltanto morirà
lei era mia,
non è più mia, ora di chi è chi lo sa?
Andate via,
andate via
via….

Nota da wikipedia:

Le tre verità, composta nel 1971, è probabilmente uno tra i brani meno conosciuti nati dalla collaborazione fra Mogol e Lucio Battisti, dove l’amore di semplicità di quest’ultimo si esprime in una forma francamente strana a prima vista ma che nell’introduzione di chitarra anticipa di trent’anni netti caratteristiche proprie dello stoner e di un certo post rock ora molto attuale.

La canzone, come si può forse intuire dal titolo, parla del classico triangolo amoroso. Una prima peculiarità consiste nel fatto che Battisti canta la stessa melodia in tre differenti registri vocali: la prima volta in falsetto (interpretando la parte della donna), la seconda volta (l’altro) all’ottava inferiore, mentre la terza strofa (lui) viene eseguita nella stessa ottava della prima, ma in voce piena. Il primo esempio di questi cambi di ottava che può venire in mente è Father and son di Cat Stevens, ma andando indietro nel tempo si può anche ricordare Bandiera Gialla (The Pied Piper), nella quale Gianni Pettenati già nel 1966 esplorava questa idea.

La ben nota frugalità battistiana, oltre che nell’utilizzare per tutto il brano un unico giro di accordi (ancorché molto elaborato) si nota anche nella melodia, che fa frequente uso di note ribattute.