A modo mio – Claudio Baglioni

E tu che sei comparsa tutto a un tratto,
e in un momento hai colorato tutto.
Tu sei diversa sei importante e ho paura io,
ho paura io.
E chissà se ci riuscirò
a dirti che,
ti amo a modo mio.

ipm/bas/dvd per te.

Claudio Baglioni > E Tu… (1974) > A Modo Mio


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Io nella vita ho fatto un po’ di tutto
non so se ho fatto poco oppure tanto
non sono stato un santo e questo lo sa pure Dio
lo sa pure Dio
ho camminato con la pioggia e il vento
ho riso spesso e qualche volta ho pianto
e cento e mille volte son rimasto solo io
ma me la son cavata
sempre a modo mio
a modo mio
a modo mio
che tu ci creda o no
a modo mio
a modo mio
a modo mio
avrò sbagliato ma
a modo mio
e tu che sei comparsa tutto a un tratto
e in un momento hai colorato tutto
tu sei diversa sei importante e ho paura io
ho paura io
e chissà se ci riuscirò
a dirti che
ti amo a modo mio
a modo mio
a modo mio
per una volta ancora
a modo mio
a modo mio
a modo mio
poi sei venuta tu
amore mio

Quante volte – Claudio Baglioni

Quando non conosci una persona, ne apprezzi le parole.
Quando la conosci, ne comprendi i silenzi.
E le canzoni, overdosi d’emozioni, che suonano nella mente,
ascoltate a volte, solo per far del male a noi stessi.
Per ricordare o per non dimenticare,
per vivere o morire.
Cibo dell’anima, quando il cuore fa i capricci.
Ed affamato inizi la ricerca…
Fino a trovare o ritrovare quel tormento,
quel che insieme a lei ascoltavi, la vostra canzone,
o quella che sai lei ascoltava con l’altro,
quella che descrive esattamente quel che hai dentro
e vorresti urlare.
Quella che in cuor si stringe in un silenzio, una lacrima.
Un sorriso sincero o isterico,
una sigaretta,
uno spegni e riaccendi, salta questa, rimetti quell’altra.
Quest’altra a ciclo continuo per almeno un’ora.
Per scrivere ancora,
o per restare un’altra volta in silenzio.

Ascolto.

Claudio Baglioni > Solo (1977) > Quante Volte

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Me ne vado nella notte logorando strade
han lavato il cielo ed ora è ad asciugar sui muri
come quando i miei si vomitavano parole
ed allora mi mandavano a giocare fuori
tu non ci sei
tu non sei più con me.
Il mio amico sta dicendo che mi vuole bene
ha bevuto troppo e non ricorda più il mio nome
le finestre occhi spenti stanno già sognando
mulinelli di cartacce e le panchine vuote
non avrei voluto essere il primo della classe
non avrei voluto mai portare i primi occhiali
ho paura di specchiarmi dentro una vetrina
e scoprirmi a ridere di me e dei miei pensieri
sotto il tacco delle scarpe mezzo consumato
un giornale spiegazzato pieno di pedate
grande prima eccezionale per il film dell’anno
avventura, sesso e una valanga di risate…
quante volte ti ho pensato
sulla sedia di cucina
quante volte ti ho incontrato
nelle cicche che spegnevo
quante volte ti ho aspettato
quante volte ti ho inseguito
quante volte ho chiesto te…
E come gridavo sul cavallo del barbiere
il mio amico si è fermato e sta scalciando un sasso
lui non ha una donna perché ha l’alito cattivo
soffre un po’ di tenerezza e parla con se stesso
guardo le mie dita gialle sono tanto stanco
di sputare i mozziconi di tutta una vita
giro salto e ballo come un orso ammaestrato
come vorrei fare a pezzi quella luna idiota
quante volte ti ho pregato
mentre mi graffiavi il cuore
quante volte ti ho guardato
mentre mi cavavi gli occhi
quante volte ti ho cercato
quante volte ti ho trovato
quante ho perso te…