Provviste per l’inverno – scritta il 27 ottobre 1994

ghiro.jpg

 

Come il ghiro che ghianda dopo ghianda,

con pazienza costante,

mette via in un angolino della sua tana

la provvista per l’inverno;

così io, bacio dopo bacio,

sussurro dopo sussurro,

carezza dopo carezza,

sto cercando di metter via

la giusta provvista d’amore

per l’inverno della mia vita.

Giorno dopo giorno,

vedo la mia provvista crescere

e ne sono contento.

Anche se a volte sconfortato mi chiedo:

perché lo faccio?

E avrei voglia di gettar via tutto,

e abbandonare la mia tana.

L’amore che ti chiedo è tanto,

e forse tutto insieme

è impossibile darlo,

ma… Ghianda dopo ghianda,

puoi darmelo se vuoi; e così anch’io.

Non aver paura di cedere qualcosa di te,

perchè in cambio avrai qualcosa di me.

Vieni, costruiamo insieme,

ghianda dopo ghianda,

la nostra provvista d’amore.

Prepariamoci all’inverno.

Io e te nel tepore della tana,

e il resto del mondo fuori.

 

Il poeta maledetto

 

 

Grido per amore – scritta il 27 ottobre 1994

urlo.jpg

 

Tante parole non servono a nulla;

Quanti discorsi per farmi dire

qualcosa che già so.

Eppure che voglia di farmeli ripetere,

di sentire quella voce,

che mi accende qualcosa dentro.

E mi sento tranquillo,

e mi sento strano,

e mi sento innamorato.

E giocare a sono io il più forte:

“Quando voglio ti lascio!”

Ma sapere che senza te,

non riesco più a vivere.

I giochi di parole

fatti per punzecchiarci,

per essere più sicuri l’uno dell’altra;

che se non si sta attenti

possono diventare pericolosi.

Per una incomprensione,

per una leggerezza,

ci si può trovare a soffrire.

L’amore è come una trasmissione radio,

dobbiamo sintonizzarci

sulla stessa lunghezza d’onda,

altrimenti sentiremo disturbato.

Poi mi fermo un attimo a riflettere,

e mi chiedo:

Perché scrivo queste cose?

Se mi ami davvero,

non hai bisogno di tante parole.

Ma mi ami davvero?

E tu rispondi:

E tu mi ami davvero?

Perché ce lo chiediamo?

Tanto sappiamo tutti e due la risposta.

Dobbiamo solo convincercene entrambi.

Senza arenarci in discussioni sterili;

perché chi si ferma è perduto… O perduta.

 

Il poeta maledetto

 

 

Ricordi – scritta il 18 ottobre 1994

1dolcezzass5.jpg

 

Ti ricordi l’estate passata insieme?

Ti ricordi le notti insonni

facendo a gara per vedere

chi resiste più tempo sveglio?

E i tuoi sbadigli, e le nostre risa,

poi ti avvicini, le labbra si sfiorano,

le nostre anime si incontrano.

Ti ricordi?

Ti ricordi i nostri abbracci,

i nostri baci, le nostre carezze?

Io no!

Perché non mi schiarisci la memoria?

 

Il poeta maledetto

 

Tramonto – scritta il 7 ottobre 1994

gabbiano.jpg

 

Un volo di gabbiano

nel sole infuocato del tramonto.

Le onde che si infrangono sugli scogli,

con la loro dolce melodia.

E guardo il gabbiano che va chissà dove,

da solo, malinconico come me.

E vedo il sole che muore,

inabissandosi nel mare.

E scorgo i granchiolini

passeggiare sugli scogli,

per poi sparire inghiottiti dalle onde.

E resto solo, e penso a te che sei lontana.

Perché il vento non conosce il tuo nome?

 

Il poeta maledetto

 

Spese Generali – scritta il 6 ottobre 1994

gps_satellite_650.jpg

 

Oggi, entrando in supermarket,

trovi tutto quello che ti serve.

Tutto quello che nessuno riesce più a darti

in questo mondo che non sa andare avanti.

Confezioni da un chilo di baci e carezze;

scaffali pieni di sorrisi in scatola;

i fustini dell’onestà sono in offerta speciale;

per ogni confezione formato famiglia di sincerità,

subito una lattina d’amore in omaggio.

Ma che mondo è mai questo?

Ci siamo dimenticati perché esistiamo?

Ma dove cavolo sono finiti i sentimenti?

E una voce dall’altoparlante:

“Al primo piano. Di fianco al reparto abbigliamento.

Munirsi di scontrino alla cassa.”

Senza parole.

 

Il poeta maledetto

 

Una coppia – scritta il 4 ottobre 1994

cometa.jpg

 

Lui le disse:

lascia il luogo dove vivi e vieni da me.

Staremo sempre insieme,

ti darò tutto il mio amore.

Lei si lasciò convincere

e cominciò ad andargli incontro.

Più si avvicinava

e più fremeva dalla voglia di incontrarlo.

E lui sorrideva, vigliacco e bugiardo,

ma lei lo amava e non se ne accorgeva.

E si trovarono vicini,

e lei gli disse: son qui;

e lui: Cosa vuoi? Nessuno ti ha chiamata.

Perché mi affliggi con la tua presenza?

E lei piangendo: Mi avevi promesso il tuo amore!

E lui: Ho mentito!

Fuggì via lei, lontano,

diretta al luogo da cui era venuta,

e le sue lacrime formarono una scia

che ricoprì il suo passo

e restò simbolo della sua folle corsa.

Ora è tornata al suo posto,

e il sole di nuovo:

lascia il luogo dove vivi e vieni da me.

Staremo sempre insieme,

ti darò tutto il mio amore.

La stella si lascia convincere

e per amore, si rifà cometa.

 

Il poeta maledetto

 

Una tua lacrima – scritta il 3 ottobre 1994

Piccola premessa:

Ho visto circolare in giro

mille e più versioni di questa poesia.

Ed ognuno si fregia

di averla scritta lui.

Ebbene, questa poesia,

è stata scritta il 3 ottobre 1994,

ed è la versione primeva e originale

dalla quale tutte le altre

sono state ispirate.

Provate a vedere se una soltanto delle altre,

risale ad un periodo precedente a questa…

 

una tua lacrima.jpg

 

 

Nasce da una gemma,

e comincia ad accarezzarti la guancia,

lentamente.

Prosegue amorevolmente

sfiorandoti le labbra,

si posa sul mento e resta li,

immobile.

Luccica un pò, poi cade e si perde.

Quanto vorrei essere una tua lacrima.

Perdermi sul tuo viso per sempre.

Accarezzarti le guance,

sfiorarti le labbra,

posarmi sul tuo mento, e poi morire.

Per poi, rinascere di nuovo nei tuoi occhi.

 

Il poeta maledetto

Marinaio – scritta il 3 ottobre 1994

marinaio.jpg

 

Un bambino di ieri, un tipo normale.

Cresciuto in fretta

tra i rimproveri dei superiori.

Un’infinità di lacrime

soppresse negli occhi

smorzando il dolore

per i ridolini di scherno.

I piedi un pò gonfi

per le lunghe marce

e un cuore che batte,

fasciato in una divisa bianca.

Un marinaio, un tipo normale.

 

Il poeta maledetto