Premio Abbraccio – 3 ottobre 2009

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Goccia di rugiada ch’eterna risplende

anche dopo aver perduto contatto con foglia.

Polvere di stella sul sentiero di un cammino

in cui per un attimo i miei passi

hanno incrociato i tuoi.

Sussuro di parole ad un viso,

che divertito e sorpreso volge al mio,

regalando un dolce ed inatteso sorriso.

A tutti voi io regalo questo: un abbraccio.

Perché ogni briciola di affetto che a voi ho donato,

il vostro immenso cuore mille volte ha ingigantito…

E mi ha ridato.

Il poeta maledetto

 

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PREMIO ABBRACCIO PER:

Silvietta: http://silvy88.myblog.it/

 

Memoluccia mia: http://lisolachenoncera.myblog.it/  

(a te pure il premio bacio, oltre all’abbraccio)

 

Kikkuzza bella: http://paroleemusica.myblog.it/

 

Dolce Streghetta: http://tredicesimaluna.myblog.it/

 

Valentina la Piccina: http://thisismylife.myblog.it/

 

ApritiCorazon: http://apriticuore.myblog.it/

 

Darumafly: http://ilvolodellanima.myblog.it/

 

Don Luciano: http://latraccia.myblog.it/

 

La fatina silente: http://cuoremio.myblog.it/

 

La bambocciona bella: http://bamboccionafuorisede.myblog.it/

 

Giusyna: http://giusystar.myblog.it/

 

Mammolina Love: http://mammola.myblog.it/

 

Poetus Metrospolitanus: http://ilpoetametropolitano.myblog.it/

 

Jorgina: http://angeliedemoni-jorgie.blogspot.com/

 

Kattyna: http://icoloridellarcobaleno.myblog.it/

 

Laurettina: http://volocosi.myblog.it/

 

Leo Poldo Bloooommm: http://paradisoperduto.myblog.it/

 

Missy la gattina: http://messalina.myblog.it/

 

Peperina di una PepeRosa: http://lultimanottedafalena.myblog.it/

 

La Principessa di ogni mio sogno: http://princessaranel.myblog.it/

 

Polvere di Geppo: http://pulvigiu.myblog.it/

 

Kartikuzza: http://kartika.myblog.it/

 

Mamma a chi? Aoooo!!!: http://voglioviverecosi.myblog.it/

 

A tutti voi… Grazie!

 

Davide

 

Grido per amore – scritta il 27 ottobre 1994

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Tante parole non servono a nulla;

Quanti discorsi per farmi dire

qualcosa che già so.

Eppure che voglia di farmeli ripetere,

di sentire quella voce,

che mi accende qualcosa dentro.

E mi sento tranquillo,

e mi sento strano,

e mi sento innamorato.

E giocare a sono io il più forte:

“Quando voglio ti lascio!”

Ma sapere che senza te,

non riesco più a vivere.

I giochi di parole

fatti per punzecchiarci,

per essere più sicuri l’uno dell’altra;

che se non si sta attenti

possono diventare pericolosi.

Per una incomprensione,

per una leggerezza,

ci si può trovare a soffrire.

L’amore è come una trasmissione radio,

dobbiamo sintonizzarci

sulla stessa lunghezza d’onda,

altrimenti sentiremo disturbato.

Poi mi fermo un attimo a riflettere,

e mi chiedo:

Perché scrivo queste cose?

Se mi ami davvero,

non hai bisogno di tante parole.

Ma mi ami davvero?

E tu rispondi:

E tu mi ami davvero?

Perché ce lo chiediamo?

Tanto sappiamo tutti e due la risposta.

Dobbiamo solo convincercene entrambi.

Senza arenarci in discussioni sterili;

perché chi si ferma è perduto… O perduta.

 

Il poeta maledetto

 

 

Ricordi – scritta il 18 ottobre 1994

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Ti ricordi l’estate passata insieme?

Ti ricordi le notti insonni

facendo a gara per vedere

chi resiste più tempo sveglio?

E i tuoi sbadigli, e le nostre risa,

poi ti avvicini, le labbra si sfiorano,

le nostre anime si incontrano.

Ti ricordi?

Ti ricordi i nostri abbracci,

i nostri baci, le nostre carezze?

Io no!

Perché non mi schiarisci la memoria?

 

Il poeta maledetto

 

Tramonto – scritta il 7 ottobre 1994

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Un volo di gabbiano

nel sole infuocato del tramonto.

Le onde che si infrangono sugli scogli,

con la loro dolce melodia.

E guardo il gabbiano che va chissà dove,

da solo, malinconico come me.

E vedo il sole che muore,

inabissandosi nel mare.

E scorgo i granchiolini

passeggiare sugli scogli,

per poi sparire inghiottiti dalle onde.

E resto solo, e penso a te che sei lontana.

Perché il vento non conosce il tuo nome?

 

Il poeta maledetto

 

Spese Generali – scritta il 6 ottobre 1994

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Oggi, entrando in supermarket,

trovi tutto quello che ti serve.

Tutto quello che nessuno riesce più a darti

in questo mondo che non sa andare avanti.

Confezioni da un chilo di baci e carezze;

scaffali pieni di sorrisi in scatola;

i fustini dell’onestà sono in offerta speciale;

per ogni confezione formato famiglia di sincerità,

subito una lattina d’amore in omaggio.

Ma che mondo è mai questo?

Ci siamo dimenticati perché esistiamo?

Ma dove cavolo sono finiti i sentimenti?

E una voce dall’altoparlante:

“Al primo piano. Di fianco al reparto abbigliamento.

Munirsi di scontrino alla cassa.”

Senza parole.

 

Il poeta maledetto

 

Una coppia – scritta il 4 ottobre 1994

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Lui le disse:

lascia il luogo dove vivi e vieni da me.

Staremo sempre insieme,

ti darò tutto il mio amore.

Lei si lasciò convincere

e cominciò ad andargli incontro.

Più si avvicinava

e più fremeva dalla voglia di incontrarlo.

E lui sorrideva, vigliacco e bugiardo,

ma lei lo amava e non se ne accorgeva.

E si trovarono vicini,

e lei gli disse: son qui;

e lui: Cosa vuoi? Nessuno ti ha chiamata.

Perché mi affliggi con la tua presenza?

E lei piangendo: Mi avevi promesso il tuo amore!

E lui: Ho mentito!

Fuggì via lei, lontano,

diretta al luogo da cui era venuta,

e le sue lacrime formarono una scia

che ricoprì il suo passo

e restò simbolo della sua folle corsa.

Ora è tornata al suo posto,

e il sole di nuovo:

lascia il luogo dove vivi e vieni da me.

Staremo sempre insieme,

ti darò tutto il mio amore.

La stella si lascia convincere

e per amore, si rifà cometa.

 

Il poeta maledetto

 

Una tua lacrima – scritta il 3 ottobre 1994

Piccola premessa:

Ho visto circolare in giro

mille e più versioni di questa poesia.

Ed ognuno si fregia

di averla scritta lui.

Ebbene, questa poesia,

è stata scritta il 3 ottobre 1994,

ed è la versione primeva e originale

dalla quale tutte le altre

sono state ispirate.

Provate a vedere se una soltanto delle altre,

risale ad un periodo precedente a questa…

 

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Nasce da una gemma,

e comincia ad accarezzarti la guancia,

lentamente.

Prosegue amorevolmente

sfiorandoti le labbra,

si posa sul mento e resta li,

immobile.

Luccica un pò, poi cade e si perde.

Quanto vorrei essere una tua lacrima.

Perdermi sul tuo viso per sempre.

Accarezzarti le guance,

sfiorarti le labbra,

posarmi sul tuo mento, e poi morire.

Per poi, rinascere di nuovo nei tuoi occhi.

 

Il poeta maledetto

Marinaio – scritta il 3 ottobre 1994

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Un bambino di ieri, un tipo normale.

Cresciuto in fretta

tra i rimproveri dei superiori.

Un’infinità di lacrime

soppresse negli occhi

smorzando il dolore

per i ridolini di scherno.

I piedi un pò gonfi

per le lunghe marce

e un cuore che batte,

fasciato in una divisa bianca.

Un marinaio, un tipo normale.

 

Il poeta maledetto