Bellezza d’angelo – scritta il 26 marzo 2000

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D’un tempo che mai fu

e il cuore mio volle inventare,

naufrago m’avvidi,

negli occhi tuoi profondi come il mare.

L’argento su quell’onde della sera

dalle tue chiome battuto fu in splendore.

M’innamorai del bello e ciò è normale,

solo adorare posso te, così speciale.

Terrena non può essere, lo so, la tua bellezza;

un angelo tu sei, non vi è incertezza.

La luce del tuo viso è così pura,

che al fianco tuo svanisce ogni paura.

Ricambia il cuore mio quel tuo candore,

giurandoti infinito, eterno amore.

 

Il poeta maledetto

 

Ninfa dei boschi – scritta il 23 aprile 1998

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Brillò del sol più caldo

fluttuando in seno al verde,

corse mossa dal vento

la vena d’una foglia.

Tremò, fu inerte, tremò ancor,

poi cadde.

Ma si rialzò dal muschio

con mani proprie e gambe.

Capelli aveva d’alghe,

l’odor dell’uvaspina.

Sorrise soddisfatta

pel suo neonato corpo.

Volse lo sguardo intorno

come a cercar qualcosa

e vide quello ch’io non vidi

nel fitto sottobosco.

Mosse verso di me e non scorsi,

ché ancor m’interrogavo

alla magia vissuta.

Fu sul mio corpo e dentro me,

poi fuori.

Come nell’onde calme

in fine di un naufragio.

L’umida pelle mia gridò:

“E’ realtà!”,

non era sogno.

E la rincorsi,

donna o cos’altro,

nel fondo di quel bosco.

Il fresco delle fronde

rivelò il suo passo.

Correvo eppur non la raggiunsi.

Finito il bosco cominciò la spiaggia,

e lei era lì, che m’aspettava.

Sorrise ancora,

stavolta a me.

poi mi voltò le spalle

e trasparì nel sole.

Evaporando in goccia

si riversò nel mare.

 

Il poeta maledetto

 

Icaro – scritta il 13 marzo 1998

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Caduto come stella sulla terra, restò li.

Lo sguardo volto al cielo,

l’impotenza lo rapì.

Alzò le braccia, spiccò il volo;

ma solo un balzo fece

e assaporò la ghiaia.

Lo stormo di gabbiani lo chiamò,

gli disse: “vieni”.

Piangendo s’intanò nell’ombra,

nei lamenti fece buio.

Sognò d’aver le ali,

non più cader nel fango;

la rupe come inizio

del volo del mattino.

La grigia massa corse

e l’alba primea scorse.

Alzò le braccia, spiccò il volo;

un balzo solo fece

e chiuse gli occhi.

Sentì salmastri spruzzi

insieme al vento sulla pelle.

Sentì i gabbiani dire:

“Finalmente, sei tornato!”

E per curiosa speme

che realtà non fosse sogno,

riaperti gli occhi,

ritornò a volare.

 

Il poeta maledetto

 

Non v’è compromesso – scritta il 28 febbraio 1998

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Oh, notte silente,

colora il mio volto d’argento.

Occulta il pallore del viso

col più puro di tutti i metalli.

Tu, luna calante,

oscura, nascondi,

le gocce di pioggia del cuore.

Vi prego non voglio,

sapermi osservato da alcuno.

Nemmeno da lei per la quale

stanotte tormento il creato.

Non chiedo poteri,

né grandi tesori;

né ahimé quell’amore

che ormai più non trovo.

Io voglio soltanto sparire.

Sentirmi inghiottito dal mondo.

Morir dei tormenti del fuoco

com’ora dei brividi dell’anima.

Son nudo mia luna,

son nudo mia notte.

Prendetemi ora,

fintanto c’è ancora

qualcosa da poter prendere.

Prima che questa lotta estenuante

distrugga ogni cosa vivente.

Distrugga il senso profondo,

di quello che vado perdendo.

Non v’è compromesso nel cuore.

Datemi il vero amore

o negatemelo senza rancore.

 

Il poeta maledetto

 

Che strano è il cuore – scritta il 6 gennaio 1998

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Che strano è il cuore,

ancora non mi spiego

come del tempo possa farsi gioco,

come l’amor possa invertirgli il corso.

Ti vedo ancor

dal velo del ricordo avvolta,

come la piccola mia donna,

qualche anno addietro.

Scorrono i giorni come pioggia e vento,

vanno veloci: lampo e turbamento.

Non se ne cura però eterno amore,

l’andato tempo ancor più giovane

lo fa apparire.

Sicché ai miei occhi

la beltà tua brilla

ed in sospiro

dico addio alla donna che fosti

mentre bambina

al mio cuore or ti culli.

 

Il poeta maledetto

 

Quello vero – scritta il 6 gennaio 1998

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Son sicuro che lei è per la vita

perché dei miei silenzi

sa coglier le parole;

e perché quando le sussurro “ti amo”

negli occhi suoi

vedo sbocciar l’amor primevo,

puro e sincero,

come lo volle

al nascer di tutto il Creatore.

 

Il poeta maledetto

 

Una strada di luce – scritta 8 dicembre 1997

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Mai avevo visto un petalo,

che volato via dal suo fiore

tenesse intatto l’original sapore.

Mai avevo visto

brillar sì tanto le stelle

per fargli strada di luce nella notte

mentre rapito dal vento,

in sfida alla polvere,

cercava l’alba per un mondo migliore.

Mai avevo visto, splendore, gioia

e passione delle piccole cose.

Finché non vidi te,

mai m’accorsi che non avevo visto,

perché mai avevo aperto gli occhi.

Perché mai avevo aperto il cuore

né cercato quella strada di luce

che rapitami nel vento

mi portava al tuo amore.

 

Il poeta maledetto