Icaro – scritta il 13 marzo 1998

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Caduto come stella sulla terra, restò li.

Lo sguardo volto al cielo,

l’impotenza lo rapì.

Alzò le braccia, spiccò il volo;

ma solo un balzo fece

e assaporò la ghiaia.

Lo stormo di gabbiani lo chiamò,

gli disse: “vieni”.

Piangendo s’intanò nell’ombra,

nei lamenti fece buio.

Sognò d’aver le ali,

non più cader nel fango;

la rupe come inizio

del volo del mattino.

La grigia massa corse

e l’alba primea scorse.

Alzò le braccia, spiccò il volo;

un balzo solo fece

e chiuse gli occhi.

Sentì salmastri spruzzi

insieme al vento sulla pelle.

Sentì i gabbiani dire:

“Finalmente, sei tornato!”

E per curiosa speme

che realtà non fosse sogno,

riaperti gli occhi,

ritornò a volare.

 

Il poeta maledetto