Caduto come stella sulla terra, restò li.
Lo sguardo volto al cielo,
l’impotenza lo rapì.
Alzò le braccia, spiccò il volo;
ma solo un balzo fece
e assaporò la ghiaia.
Lo stormo di gabbiani lo chiamò,
gli disse: “vieni”.
Piangendo s’intanò nell’ombra,
nei lamenti fece buio.
Sognò d’aver le ali,
non più cader nel fango;
la rupe come inizio
del volo del mattino.
La grigia massa corse
e l’alba primea scorse.
Alzò le braccia, spiccò il volo;
un balzo solo fece
e chiuse gli occhi.
Sentì salmastri spruzzi
insieme al vento sulla pelle.
Sentì i gabbiani dire:
“Finalmente, sei tornato!”
E per curiosa speme
che realtà non fosse sogno,
riaperti gli occhi,
ritornò a volare.
Il poeta maledetto