Ninfa dei boschi – scritta il 23 aprile 1998

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Brillò del sol più caldo

fluttuando in seno al verde,

corse mossa dal vento

la vena d’una foglia.

Tremò, fu inerte, tremò ancor,

poi cadde.

Ma si rialzò dal muschio

con mani proprie e gambe.

Capelli aveva d’alghe,

l’odor dell’uvaspina.

Sorrise soddisfatta

pel suo neonato corpo.

Volse lo sguardo intorno

come a cercar qualcosa

e vide quello ch’io non vidi

nel fitto sottobosco.

Mosse verso di me e non scorsi,

ché ancor m’interrogavo

alla magia vissuta.

Fu sul mio corpo e dentro me,

poi fuori.

Come nell’onde calme

in fine di un naufragio.

L’umida pelle mia gridò:

“E’ realtà!”,

non era sogno.

E la rincorsi,

donna o cos’altro,

nel fondo di quel bosco.

Il fresco delle fronde

rivelò il suo passo.

Correvo eppur non la raggiunsi.

Finito il bosco cominciò la spiaggia,

e lei era lì, che m’aspettava.

Sorrise ancora,

stavolta a me.

poi mi voltò le spalle

e trasparì nel sole.

Evaporando in goccia

si riversò nel mare.

 

Il poeta maledetto

 

Ninfa dei boschi – scritta il 23 aprile 1998ultima modifica: 2010-04-17T10:00:00+02:00da morris_garage
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