Icaro – scritta il 13 marzo 1998

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Caduto come stella sulla terra, restò li.

Lo sguardo volto al cielo,

l’impotenza lo rapì.

Alzò le braccia, spiccò il volo;

ma solo un balzo fece

e assaporò la ghiaia.

Lo stormo di gabbiani lo chiamò,

gli disse: “vieni”.

Piangendo s’intanò nell’ombra,

nei lamenti fece buio.

Sognò d’aver le ali,

non più cader nel fango;

la rupe come inizio

del volo del mattino.

La grigia massa corse

e l’alba primea scorse.

Alzò le braccia, spiccò il volo;

un balzo solo fece

e chiuse gli occhi.

Sentì salmastri spruzzi

insieme al vento sulla pelle.

Sentì i gabbiani dire:

“Finalmente, sei tornato!”

E per curiosa speme

che realtà non fosse sogno,

riaperti gli occhi,

ritornò a volare.

 

Il poeta maledetto

 

L’inverno – scritta il 3 novembre 1995

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Cade la neve lentamente dal cielo

ed ogni fiocco ricopre la terra,

ammantandola di un freddo e bianco vestito.

Tanto tempo ho trascorso alla finestra,

la guancia poggiata al palmo della mano.

Sognante ammiravo il passaggio,

strade, case, fontane, alberi,

sparire per effetto

di quella triste e lenta magia.

Vedevo desolazione ma sapevo,

che sotto quel mantello

c’era ancora la vita.

Cade la neve e sono ancora alla finestra.

Da quanto tempo?

Non saprei dirlo io stesso.

Cade la neve e sento il cuore tremare,

mi si ghiaccia nel petto

e comincio a star male.

Prima o poi finisce,

il sole deve tornare.

Cade la pioggia lentamente dal cielo,

ed ogni goccia ricopre la terra,

inondandola di un freddo

e argenteo vestito.

Tanto tempo ho trascorso alla finestra,

la guancia poggiata al palmo della mano.

Sognante ammiravo il paesaggio,

strade, case, fontane, alberi,

sparire per effetto

di quella triste e lenta magia.

Vedevo desolazione ma sapevo,

che sotto quei torrenti

c’era ancora la vita.

Cade la pioggia e sono ancora alla finestra.

Da quanto tempo?

Non saprei dirlo io stesso.

Cade la pioggia e sento il cuore annegare,

mi si affonda nel petto

e comincio a star male.

Prima o poi finisce,

il sole deve tornare.

Tornano i ricordi, lentamente dai sogni.

Ed ogni volta che sogno,

mi riportano alla realtà.

Tanto tempo ho trascorso alla finestra,

la guancia poggiata al palmo della mano.

Sognante ammiravo i suoi occhi,

le sue labbra, le braccia, le gambe, i capelli,

la vedevo poi sparire

per effetto di una triste e lenta magia.

Desolato restavo in silenzio,

ma sapevo che quel vuoto

lasciato da lei tutt’intorno,

prima o poi sarebbe stato riempito.

Ero sicuro che sarebbe tornata,

un giorno l’avrei riabbracciata.

Sogno ancora, alla finestra affacciato.

Da quanto tempo?

Non saprei dirlo io stesso.

Ogni giorno pioggia e neve

sento nel mio cuore

infreddolito anche dal vento.

Prima o poi finisce,

il sole e lei devono tornare.

Ma in questo inverno infinito,

quanto devo ancora aspettare?

 

Il poeta maledetto

 

Trema la terra: 8-9° grado scala mercalli. L’aquila distrutta… una tragedia: morti, feriti e dispersi!

Il terremoto che ha colpito questa notte l’Abruzzo, con epicentro L’Aquila, ha provocato 20 morti, tra cui 5 bambini, decine di dispersi e migliaia di feriti. Ma il bilancio si annuncia come provvisorio.

– I MORTI: Il nuovo bilancio della Protezione civile parla di 20 vittime tra cui 5 bambini. Questa la situazione nei paesi: L’AQUILA: 8 morti tra cui 4 bimbi. Un giovane è morto nel crollo della Casa dello studente e altri tre in abitazioni private CASTELNUOVO (L’Aquila): cinque POGGIO PICENZE (L’Aquila): uno TORNIMPARTE (L’Aquila): uno FOSSA (L’Aquila): due di cui una bimba TOTANI (L’Aquila): uno VILLA SANT’ANGELO (L’Aquila): due. Sono oltre 30 le persone che risultano disperse, ma si scava .

– MIGLIAIA EDIFICI LESIONATI. Gli scenari della Protezione civile prevedono fino a 10.000 edifici lesionati per il sisma e quindi gli sfollati potrebbero essere nell’ordine delle decine di migliaia. Solo a L’Aquila e la sua provincia ci sono 130-140mila abitanti. Ma il terremoto a lesionato anche edifici fuori della provincia.

– EPICENTRO: La violenta scossa di terremoto che è stata avvertita in nottata in tutto il Centro Italia (da Roma a Napoli, dal Molise a Venezia) ha avuto come epicentro L’Aquila ed è stata di magnitudo 5,8. La scossa è avvenuta alle 3.32 a 5 km di profondità. L’epicentro è stato ulteriormente precisato essere a pochi km dalla città dell’Aquila, nella zona nord, in un triangolo compreso tra la stessa città dell’Aquila e le frazioni di Collimento e Villa Grande.