Una tua lacrima – scritta il 3 ottobre 1994

Piccola premessa:

Ho visto circolare in giro

mille e più versioni di questa poesia.

Ed ognuno si fregia

di averla scritta lui.

Ebbene, questa poesia,

è stata scritta il 3 ottobre 1994,

ed è la versione primeva e originale

dalla quale tutte le altre

sono state ispirate.

Provate a vedere se una soltanto delle altre,

risale ad un periodo precedente a questa…

 

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Nasce da una gemma,

e comincia ad accarezzarti la guancia,

lentamente.

Prosegue amorevolmente

sfiorandoti le labbra,

si posa sul mento e resta li,

immobile.

Luccica un pò, poi cade e si perde.

Quanto vorrei essere una tua lacrima.

Perdermi sul tuo viso per sempre.

Accarezzarti le guance,

sfiorarti le labbra,

posarmi sul tuo mento, e poi morire.

Per poi, rinascere di nuovo nei tuoi occhi.

 

Il poeta maledetto

Marinaio – scritta il 3 ottobre 1994

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Un bambino di ieri, un tipo normale.

Cresciuto in fretta

tra i rimproveri dei superiori.

Un’infinità di lacrime

soppresse negli occhi

smorzando il dolore

per i ridolini di scherno.

I piedi un pò gonfi

per le lunghe marce

e un cuore che batte,

fasciato in una divisa bianca.

Un marinaio, un tipo normale.

 

Il poeta maledetto

 

Le nubi della solitudine – scritta il 9 settembre 1994

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Un giorno che dura una vita,

una vita che dura un’eternità,

un’eternità di tormento e sofferenza.

Un giorno senza di te.

E mi sembra di morire,

mentre il sole affonda nelle nubi

e il mio cuore affonda

nelle tenebre della solitudine.

Ma ciò non può durare in eterno,

e le nubi si diradano,

e le tenebre si sciolgono

per far posto al sole, che ora,

alto nel cielo irradia il mondo

e riscalda il mio cuore.

D’amore non si muore,

ed io non muoio.

Amare non è nella mia natura.

Soffrire non è nella mia natura.

La mia natura è una:

ho una missione da compiere.

Ed il sole irradia il mio cammino.

Ed anche se oggi piove,

domani il sole brillerà di nuovo

 

Il poeta maledetto

 

Notte d’agosto – scritta il 21 agosto 1994

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V’è tenebra, ovunque il mio sguardo possa arrivare.

Le stelle immobili, guardano la crudele punizione

che s’infligge una falena

innamorata di un lampione.

Non v’è battito d’ali, quando lugubre,

si alza da questa desolata terra,

il canto della civetta.

La radio suona a basso volume,

mentre guardo davanti a me

pensando a qualcuna che non è con me.

L’orologio segna le quattro,

cani abbaiano da chissà qual luogo lontano,

la falena muore con la testa fracassata.

Il poeta senza musa,

alla luce di una lampada da notte,

scrive poesie sperando che il tempo passi in fretta,

come se fosse il tempo a dividere i loro cuori.

E intanto è silenzio; è una notte d’agosto;

è una notte senza te.

 

Il poeta maledetto