La mummia – scritta il 1 novembre 1995

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M’hanno chiuso qui dentro

e non posso più uscire.

Sto sdraiato sul letto,

ma non voglio dormire.

Giro un poco qui intorno

finché non si fa giorno.

Giro, rigiro,

tutt’intorno è un casino.

Le mie cose per terra:

il mio trono. i miei averi;

i miei numerosi gioielli.

Luccicano alla luce della fiamma

di una torcia che pian piano si spegne.

Se non avessi avuto queste bende,

adesso sarei rimasto al buio.

Quanto vorrei la mia mamma

e magari una cesta di prugne.

Sono solo e ho una fame tremenda.

In questa piramide

prima o poi ci muoio.

 

Il poeta maledetto

 

Prove tecniche di trasmissione – scritta il 1 novembre 1995

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Dolce pensare

di stare a dormire,

dolcemente sognare

dolci cose da fare:

Parlare, partire, mangiare,

giocare, baciare, abbracciare,

sposare, creare, inventare,

gestire, comprare, salutare,

viaggiare, toccare, illuminare.

In questo dolce passare del tempo,

dolce e prezioso come l’oro;

con tutti questi “dolce”

mi si è alzato il colesterolo.

 

Il poeta maledetto

 

L’insonnia – scritta il 30 aprile 1994

 

E’ ormai passata la mezzanotte,

eppur non riesco a dormire.

Mi giro e mi rigiro, a destra, a sinistra,

metto la testa sotto il cuscino,

scosto via le coperte;

niente da fare,

il letto è una tavola infuocata.

Poi il cuscino, d’improvviso,

prende i lineamenti del tuo viso;

il materasso diventa il tuo corpo;

le coperte, le tue braccia,

che m’avvolgono in un sonno profondo.

Adesso riesco a dormire.

Forse, se invece di contare le pecore,

contassi i tuoi baci,

mi addormenterei più in fretta.

O almeno se così non fosse,

l’attesa, sarebbe più lieta.

Buonanotte.

 
Il poeta maledetto