Fu un attimo.
Limpido cielo rimirare,
caldo sole da godere,
fresca aria respirare.
Poi scura tenebra e tremare.
D’un freddo che nel cuore
prese ad albergare.
Tempesta, burrasca,
panni stesi d’improvviso a bagnare.
E indaffarate massaie correre a riparare.
Finestre battenti a chiudere,
e balconi e verande a ritirare.
Ma raggio di sole,
in su le nuvole tornò a bussare.
Così squarciata oscurità
di passo a luce ritornò a lasciare.
E fu calore e gioia
e vita da godere.
D’un caldo che un sorriso
fece ritornare.
Così bagnata via riprese a camminare,
città deserta in riparo,
tornò ad uscire, a vivere, a sognare.
Un attimo fu.
Vita qual brezza,
leggera, calda da godere,
frizzante monotonia da assaporare.
Poi scura tenebra e tremare.
D’un freddo che nel cuore
prese ad albergare.
Tempesta, burrasca,
occhi al vento d’improvviso a bagnare.
Non un sorriso ci fu a riparare,
Una carezza, una parola.
Balconi e finestre chiuse,
la vita mia nascostasi a tremare.
Di tenebra maligna, e solitudine,
rancore e odio e miseria d’animo,
senza accorgersene si prese ad ammalare.
Ma raggio di sole,
alla mia porta venne a bussare.
E avea occhi di cielo,
e spalle di colline morbide
di frutti cariche, da assaporare.
E pelle profumata di fiori di campo in distese,
su cui correre e volare.
E labbra di fuoco in fiume e rapide
da lasciarsi catturare,
e trasportare e fino al mare arrivare,
e li perdersi e naufragare.
Così parlò lei,
e melodia fu
d’usignoli al mattino
e cinciallegre a mediana.
Ma quel che disse
ripeter non saprei.
Giacche già m’ero perso
tra cielo suo e suo mare.
Poi si voltò e petali di rose
vidi ancheggiare.
E bruna pelle
accarezzata dal sole,
su fiumi d’ortensie e malva
vidi scivolare.
Piano, lento,
perché non fosse troppo breve,
il tempo per poterla eternamente ricordare.
E il suo profumo m’inonda ancora,
di mossi capelli i miei pensieri avvolge.
E fu quell’attimo a bastare
alla mia vita nuova origine dare.
E rivoluzione mi ritrovai,
di quel sole, quella luce anelare
e cominciare a girare.
Fu lei, destino mio,
un’ora fa,
Alla mia porta a bussare.
Il poeta maledetto