Il sole – scritta il 16 settembre 2008

Il sole.jpg

 

Qual pioggia d’agosto

a goccia a goccia in gran fragore,

é lampo, é tuono;

così mi scese in pomeriggio grigio

malinconica tristezza in cuore.

E nessuno bussò alla mia porta,

che fosse idea o pensiero

di ciò che fu,

o inafferrabile certezza

di speme futura in ciò che sarà.

A chi affidar secondi ed ore

imperituro scorrere del tempo?

E giorni e gocce,

scandir con spuma in rigolo silente

di lontananza passo,

più piccolo a vedersi dal cuore.

Così m’incamminai senza riparo.

In attesa che sorridesse ancora

il sole.

 

Il poeta maledetto

Spiga di grano – scritta il 29 agosto 2008

spiga di grano.jpg

 

Natura non potea nuocere me, spiga di grano.

E vento e pioggia e fulmine e fuoco,

a tutto sopravvissi.

Maligna e delicata mano venne per recidermi,

e in lei m’abbandonai,

del tocco suo, io mi fidai.

In lei vedevo nuova vita,

illuso di falcetto e mano,

il mondo mio furon le sue dita.

E dolore e morte.

Ma chicco abbandonai

che speme fu di ritornare al sole.

Ed or mi trovo qui a raccontare,

rinato in fiume d’oro,

la mia vita nel vento abbandonare.

 

Il poeta maledetto

La rosa – scritta il 27 dicembre 1995

rosa_d_inverno.jpg

 

Pioggia che cadi dal cielo

fortunata sei che accarezzi il suo corpo.

Io ti invidio,

che in ogni goccia che cade

sei su di lei e i suoi pensieri tocchi.

Quale mano accarezzare può i petali suoi?

Di quella rosa che dentro me

ogni giorno sboccia?

Vederla che gran gioia è per me;

ma toccarla, averla vicina

ancor di più lo è.

Dimmi tu mio fiore,

a chi se non a me

quella mano appartiene?

Dimmi tu chi,

con un gesto fermar la pioggia può,

e far risplendere l’arcobaleno

che è nei tuoi occhi, nel tuo sorriso.

Fortunato sei, io voglio dirgli.

Tu che hai per te

colei che io sogno,

colei che nel mio cuore nascondo.

Fortunato sei tu che la stringi,

rubando a me quegli attimi

che eterni senza di lei sono.

Mi resta sol d’accarezzar la pioggia,

che questa sera su di me si posa,

così come su lei,

la mia sognata rosa.

Ci unisce e ci separa questa pioggia,

pianto di un cielo malinconico

che cerca la sua amata sposa.

 

Il poeta maledetto

 

Pioggia e birra – scritta il 22 gennaio 1995

pioggia.gif

 

Cade la pioggia, goccia dopo goccia.

Bagna le persone, bagna le strade di città.

In una pozzanghera una rana fa festa

saltellando su di una bottiglia vuota di birra.

S’allontana la notte, momento dopo momento,

goccia dopo goccia.

E’ mattina.

La città silente attarda il suo risveglio.

Una goccia di rugiada

scivola giù da una foglia

e cade in una pozzanghera dove una rana

ha danzato per tutta la notte.

Rinasce il giorno mentre il sole brilla,

su di una bottiglia di birra piena d’acqua.

 

Il poeta maledetto

 

Il ribelle – scritta il 7 giugno 1994

 

Simile a pioggia

che goccia dopo goccia riempie il vaso

che vuoto, era esposto al suo dominio,

è questa forza nuova e potente

che si è fatta regno nel mio corpo.

La forza forte delle forze,

la convinzione di abbattere tutte le regole,

e di vivere contro.

La facoltà di girare le spalle

e di tornare indietro

quando gli altri vanno avanti,

di salire quando gli altri scendono,

e di scendere quando gli altri salgono.

Il desiderio di arrecare danno agli altri,

di fare del male

con l’ideologia dell’avversione,

dell’essere contro.

Di attaccare e vincere

distruggendo tutto ciò che mi è avverso,

e tutto ciò che non mi è avverso.

E alla fine rimanere solo,

padrone del mondo,

io e il mio spirito ribelle.

 
Il poeta maledetto