Negramaro – senza fiato – video, testo

 L’arco era teso, la freccia pronta ad essere scoccata,

solo in attesa di un segnale,

di un fremito alla schiena,

quale poteva esser la tua voce.

E così fendente l’aria essa si mosse, impetuosa,

come volesse attraversare il mondo intero,

e sfuggente e fulminea si mosse,

abbandonando la vista,

perdendosi nel bosco.

Ritrovarla sarà ardua impresa adesso…

Persa per sempre in quel fitto sottobosco?

Caduta come acqua nell’acqua?

E senza peso trascinata via da corrente,

in quel posto solo mio

che dentro te non c’è?

La mia è una sconfitta a priori,

ma nell’attesa,

per quanto estenuante possa essere,

in giorni non fausti

in cui mi resta di te solo un ricordo,

io non mi arrendo.

Io sono qui, sono ancora qui,

sono sempre qui.

Queste mie parole,

vergate a fuoco su di un’anima,

indelebili

come quelle di due notti fa,

non cambiano,

né scolorano col tempo che passa.

E persone, come vento, tempesta, uragano,

abbattono, distruggono, impediscono.

Ma passano e vanno via,

lasciando ancora occhi negli occhi,

il cui unico desiderio

è di tradurre in parole le tue emozioni,

di esaltare e realizzare

i tuoi desideri.

Non sono riva senza fiume in piena.

Non ho fiato senza vita

e scivolano i miei passi,

come sassi dentro te,

se non sei tu a muoverli.

Quella è l’unica situazione ch’io possa temere.

Il resto poco importa,

se non sei tu.

Muoverò guerra contro tutto e tutti

per averti mia;

per poter essere eternamente tuo.

Arma potente è l’amore vero

che rugge in me,

in attesa, ma pronto al balzo.

Indomito, impetuoso,

aspetta solo quel segnale:

il tuo ritorno.

E quando mi chiamerai,

mi ritroverai nel posto in cui mi avevi lasciato

e che mai ho abbandonato:

al tuo fianco.

 

Il poeta maledetto

per colei

che sa tradurre in emozioni le mie parole.

   

 

Il testo

Sono riva di un fiume in piena
Senza fine mi copri e scopri
Come fossi un’altalena
Dondolando sui miei fianchi
Bianchi e stanchi, come te – che insegui me.
Scivolando tra i miei passi
Sono sassi dentro te – dentro me
Se non sei tu a muoverli
Come fossi niente
Come fossi acqua dentro acqua

Senza peso, senza fiato, senza affanno
Mi travolge e mi sconvolgi
Poi mi asciughi e scappi via
Tu ritorni poi mi bagni
E mi riasciughi e torni mia
Senza peso e senza fiato
Non son riva senza te

Tell me now
Tell me how am I supposed to live without you
Want you please tell me now
Tell me how am I supposed to live without you

Se brillando in silenzio resti accesa dentro me – dentro te
Se bruciando e non morendo tu rivampi e accendi me
Stop burning me!
Dentro esplodi e fuori bruci
E ti consumi e scappi via
Stop burning me!

Mi annerisci e ti rilassi e mi consumi e torni mia
Stop burning me!
(Get out
Of my head
Get out
Of my head
Get out
Of my head
Get out
Of my head! Aaahhh)
Want you please tell me now
Tell me how am I supposed to live without you
No, please, don’t tell me now (touch me)
Tell me how am I supposed to live without you
No
Please
Don’t

Te senza me – scritta il 2 giugno 1994

 

Ma che senso ha la libertà

se le strappi gli occhi, la lingua,

e la lasci morire insieme a te?

Stai morendo in nome di qualcosa

che hai già ucciso.

Avresti potuto

spiegar le tue angeliche ali

e volar via

lontano da tutto e tutti.

Avresti potuto costruire

un mondo nel tuo cuore,

città dopo città.

che avrebbe testimoniato

la tua grandezza.

Avresti potuto dare all’universo

con le tue parole,

il dolce silenzio

che vaga nella notte,

e che sussurra agli animi

pace e speranza.

Avresti potuto essere una stella

e illuminar la notte con la tua luce.

Ma hai preferito perdere

quello che avresti potuto fare,

per quello che avresti potuto sognare

e non avere mai.

E ho visto un angelo chiudersi nel cesso.

Ho visto palazzi cadere,

città dopo città distruggersi

e lasciar soltanto macerie.

Ho visto la luna piangere

e singhiozzante coprirsi di nuvole,

per nascondersi.

E ho sentito le grida agghiaccianti

di chi ha perduto per sempre il silenzio;

di chi spera in qualcosa che ha già ucciso;

di chi stringe tra le mani per l’ultima volta

qualcosa che non avrà mai più.

Ho visto una stella perder la sua luce.

Ho visto te, senza di me.

 

Il poeta maledetto

Io senza te – scritta il 29 aprile 1994

 

Una penna senza inchiostro,

una moto senza benzina,

una giornata senza sole,

una minestra senza sale,

un gelato senza panna,

una scarpa senza lacci,

una bottiglia senza tappo,

una pianta senza fiori,

un fiore senza petali,

un orologio senza lancette,

un coltello senza lama,

una mano senza dita,

un aereo senz’ali,

un uccello senza penne,

un re senza regno,

una busta senza francobollo,

un jeans senza tasche.

Io, senza te.

 
Il poeta maledetto