29 Aprile ’94 – scritta il 21 aprile 1995

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In quel dì, una linea d’inchiostro

è nata da una penna e una mano.

Ha viaggiato per monti, per mari.

Ha attraversato le strade di città:

sorridendo agli innamorati,

abbracciati ai bordi dei marciapiedi;

saltellando con i cani, i gatti, i ratti;

sbocciando insieme ai fiori,

appassendo con loro;

ma senza mai fermarsi.

Ne ha buttate giù di barriere.

Con la forza del tuono

e la dolcezza dell’aurora.

Ha lasciato il segno in tanti cuori,

quante sono le pagine di quaderno

che ha riempito.

Son trecentosessantacinque giorni

che ha viaggiato.

Trecentosessantacinque giorni

di gioia e dolore,

piacere e sofferenza,

odio e amore,

morte e vita,

sentimento, voluttà, noia,

sicurezza, incertezza, perplessità.

Nonostante ciò,

il viaggio di questa linea d’inchiostro,

è appena iniziato.

E non finisce certo con questo capoverso,

ma continua il suo deciso e lento passo,

in un altro cuore,

in un altro giorno,

in un’altra pagina di quaderno.

 

Il poeta maledetto

 

Io senza te – scritta il 29 aprile 1994

 

Una penna senza inchiostro,

una moto senza benzina,

una giornata senza sole,

una minestra senza sale,

un gelato senza panna,

una scarpa senza lacci,

una bottiglia senza tappo,

una pianta senza fiori,

un fiore senza petali,

un orologio senza lancette,

un coltello senza lama,

una mano senza dita,

un aereo senz’ali,

un uccello senza penne,

un re senza regno,

una busta senza francobollo,

un jeans senza tasche.

Io, senza te.

 
Il poeta maledetto