La moglie – scritta il 27 marzo 1995

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Voglio fuggire via,

andare lontano.

Trasportato dal vento,

voglio finire

su di un’isola deserta.

Voglio fuggire via da tutti,

anche da te.

Voglio poter sentire solo,

il dolce ondeggiare del mare.

Ecco, ci riesco,

il vento mi solleva in alto,

mi porta via.

Sono in cielo, a due passi dal sole.

E volo via lontano,

mentre ti fai piccola piccola

sotto di me.

Arrivo su di un’isola deserta.

Non odo altro

che il dolce ondeggiare del mare,

il dolce fruscìo delle palme,

il dolce silenzio del fare niente.

Raccolgo sulla spiaggia una conchiglia

e me la porto all’orecchio.

Ma che strano…

Al posto del mare s’ode una voce.

E’ la tua voce che ripete:

“caro, caro, caro.”

Un turbamento improvviso m’assale.

Il cielo scompare,

il mare scompare,

l’isola scompare.

Mi ritrovo nel letto

con te al mio fianco che ripeti:

“caro, caro, è tardi!”

“Caro, caro, svegliati!”

“Farai tardi in ufficio!”

 

Il poeta maledetto

 

Sal Da Vinci – Da Lontano / Il poeta maledetto – Da Lontano

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 Il poeta maledetto – Da Lontano (26 ottobre 2009)

  

Da lontano,
come voce che si perde
in un abisso senza echo;
volti gli occhi
in un tramonto che sbiadisce
in una notte senza stelle;
chiusi gli occhi un attimo,
una mano che carezza il viso,
amara delusione di saperla mia,
in un consolatorio, inutile gesto.
E desiderarla tua,
che piano stringi il tuo sposo,
per fermare quel brivido inatteso
nel cuore nato all’improvviso,
in una notte oscura e senza stelle,
tra bianche e morbide lenzuola
ch’ancor profumano del tuo bouquet.
Ma non s’acqueta, non si placa,
come se venisse da lontano,
vibranti note su pentagramma di vento.
Generate in un abisso senza echo,
da voce che il tuo nome chiama,
dove solo i ricordi non bastano
a fermare un brivido mai spento,
a scaldare il cuore di uomo,
che da lontano trema e t’ama. 

 

 

Sal Da Vinci – Da Lontano

 

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Il video

 

 

 

 

Il testo

Saranno i miei desideri che bussano al cuore
sento qualcosa cambiare qui dentro di me
com’è difficile dormire
accanto a chi non puoi lasciare e soffre ancora di più
quasi per gioco è iniziata una storia d’amore
ma con il fuoco di paglia si brucia si sa
devi lottare con la mente
il cuore non ragiona mai
ha deciso e non lo posso più fermare
Da lontano, tremo e t’amo
oramai per me non conta più nessuno
anche nei miei sogni sento il tuo respiro
tu sei tutto quel che manca dentro me
amare è vivere, non è impossibile
ma per vivere bisogna amare chi è dentro te.
Cerco ogni notte il tuo sguardo nel fondo del cuore
nelle carezze e i ricordi lasciati da te
nei tuoi sorridi improvvisati
dentro i tuoi baci mai perduti
in tutto quello che parla di te
Da lontano, tremo e t’amo
ora vedo pure la tua faccia sopra il mio cuscino
e nel buio sulla mia pelle sento ancora il tuo profumo
e ti stringo forte forte addosso
come se tu fossi qui con me
anche se di te qui niente c’è
Da lontano, tremo e t’amo
oramai per me non conta più nessuno
anche nei miei sogni sento il tuo respiro
tu sei tutto quel che manca dentro me
amare è vivere, non è impossibile
ma per vivere bisogna amare chi è dentro te

 

 

Addio – scritta il 29 aprile 1994

 

Lo sento da lontano,

ne distinguo bene il rumore.

Quel rumore così malvagio,

che con i suoi tremendi brontolii

si avvicina.

E’ il treno che mi porterà via,

lontano da te.

E la stazione si trasforma in inferno,

nel quale ardo come paglia in incendio.

Se solo il treno fermasse la sua corsa,

o magari invertisse il suo cammino,

ed invece di allontanarmi

mi riavvicinasse a te.

Ma ciò non è possibile,

e il treno arriva,

e mi ci infilo dentro,

e muore la speranza.

Addio, addio per sempre.

 
Il poeta maledetto