Appunti sparsi

“La questione dell’approccio cosmico è davvero spinosa.” disse Luca.

Ercole chinò leggermente il capo.

“Un’immane profusione d’energia, uomini, mezzi, risorse e tempo alla ricerca di…”

S’interruppe come per cercare le parole adatte. “Cosa stiamo andando a cercare la fuori?”

Si alzò istintivamente dalla sedia, dirigendosi verso la finestra con passi svogliati.

Ercole lo seguì con lo sguardo.

La tenue luce del tramonto inondava di riflessi d’oro lo studio,

La scrivania con quelle pile di libri letti per metà e mai terminati,

Fogli con annotazioni di ogni genere. Il classico studio insomma, di uno scrittore dei tempi andati.Ma Luca non era uno scrittore.

“E’ come se qualcosa di eclatante stesse cercando in tutti i modi di farsi notare.”

Immerso in profondi pensieri, dopo una breve pausa continuò:

“Qualcosa di così maestosamente evidente da non riuscire ad essere scorta!”

E lo disse quasi in un sussurro, come se stesse parlando a se stesso, come se avesse paura di essere ascoltato mentre, assaporava l’idea di un cattivo presagio.

Poi, riprendendo il suo tono di voce normale:

“Tu cosa ne pensi?”

Ercole sobbalzò e gli rivolse uno sguardo interrogativo… Di attesa.

“Che ne dici… Continuiamo la discussione al parco?”

Ora lo sguardo di Ercole era molto più attento, vigile.

E quando Luca aggiunse:

“Ma si! Usciamo a fare due passi!”

Ercole, uno splendido Shar-pei color biscotto, si drizzò sulle zampe e con un sonoro “Warf!” espresse la sua approvazione.

Il poeta maledetto

Ti parlerò di me – 6 settembre 2008

2133137805.jpg

Ti parlerò di me,

anche se ne so poco quanto te.

Ti parlerò di come mi sorprendo

ogni giorno a scoprirmi diverso.

Ti parlerò di me, di quel che faccio,

di quando al mattino a veder

sorgere il sole m’affaccio.

Ti parlerò di me, di quel che sento,

voci, suoni, desideri e parole in tormento,

che piano scivolano in silenzio,

portate via dal vento.

Ti parlerò di me, di quel che vedo,

riflesso nei tuoi occhi di ragazza,

quando affacciandoti nel sole,

nel silenzio di voci e suoni e parole,

contorno evanescente dei pensieri del cuore,

mi guardi.

Dei tuoi occhi profondi nei miei.

D’un sorriso e una carezza,

mentre confondo i giorni miei coi tuoi.

Ti parlerò di me,

di come ogni momento,

io parli di te.

Il poeta maledetto

un cattivo ragazzo – 6 settembre 2008

237159680.jpg

 Non ci riesco!
Avrei voluto ma non riesco:
Non riesco ad essere un cattivo ragazzo.
Per quanto mi sforzi, m’impegni,
gli altri continuano a fidarsi,
ad aver bisogno di me.
E continuano a chiedere, a pretendere.
Ed io son li, ad elargire, a cedere.
Da quell’uomo prima,
e quella donna dopo,
che in auto mi han chiesto informazioni stradali,
in un paese in cui non ero mai stato;
ed ho saputo, ho potuto rispondere,
perchè ai luoghi di cui mi chiedevano,
c’ero passato davanti
per raggiungere la mia destinazione.
Come quell’uomo che,
fra tante persone che andavano avanti e indietro,
ha chiesto a me, dopo avermi guardato in viso,
di aiutarlo a far ripartire l’auto che non andava,
a dargli una spinta; e l’auto è ripartita.
A quella rissa, una sera di qualche mese fa,
in cui ero intervenuto per…
avere una rissa.
Ma la mia sicurezza, o forse semplicemente il mio viso “pulito”
o forse tutti e due, son riusciti a sedarla,
a calmare l’aggressore che incalzavo,
a proteggere il malcapitato di turno.
Avrei voluto semplicemente una rissa.
Ho potuto soltanto riportare pace.
Credo sia il mio destino.
Per quanto mi sforzi di chiedere e pretendere,
riesco solo a dare incondizionatamente.
E le situazioni in cui mi trovo frequentemente,
sembrano fatte apposta,
sembrano esser messe sul mio cammino per uno scopo ben preciso,
che mi sfugge.
Ed io vorrei,
semplicemente vivere a muso duro.
Esser quello duro, quello egoista che pensa a se,
Quello che fa carriera, che si realizza nella vita,
quello che colleziona successi, che ottiene senza chiedere.
Quello egoista che si muove per tornaconto.
Perchè ho dato e ricevuto sofferenza, dolore, delusione, illusione.
Perchè volevo uno spazio tutto mio.
Perchè volevo che finalmente qualcuno mi desse,
senza ch’io abbia chiesto.
Ma non è il mio destino.
Non sono nobile, ma servitore.
E continua il mio fato,
a costringermi a dare senza pretendere in cambio.
Ad esser colui a cui chiedere, sapendo di ottenere.
E mi si costruisce innanzi questa via,
e non ho vincoli di fuga.
Lottare per gli altri, come un santo.
Solo oneri e niente onori.
Chi sarò costretto ad aiutare oggi,
per poter arrivare ad avere un domani?

Il poeta maledetto

Nuovo premio

Ricevo oggi un nuovo premio:

1948328127.jpg

  “premio sforzo personale”

da parte di chicca  http://wwwchicca-chicca.blogspot.com/

Trascrivo di seguito le regole del premio:

1 SCRIVERE UN POST MOSTRANDO IL PREMIO E CITANDO CHI ME LO HA ASSEGNATO.

2 ASSEGNARE IL PREMIO AD ALTRI SETTE BLOGGER

3 SCRIVERE 6 VALORI IMPORTANTI E SEI VALORI CHE NON LO SONO AFFATTO.

4 COMUNICARE CON UN COMMENTO L’ASSEGNAZIONE DEL PREMIO

– – –

Infinite grazie a Chicca, per avermi considerato meritevole di tale onore.

Il poeta maledetto

Ti aspetto

533256432.JPG

Stupenda brezza marina,
come tempesta del deserto miri dritta al cuore.
E’ da quando sei nata che ti aspetto.
Il tuo respiro è nato per confondersi al mio,
com’io son nato per realizzare i tuoi sogni e i tuoi desideri.
Spiega le tue ali e vola verso me, mio angelo.
Le mie braccia son protese al cielo,
aspettano il contatto con la tua pelle.
Perditi in me, com’io son perso di te.

Il poeta maledetto

Un pò bastardo!

1336662690.JPG

 

Scelte sbagliate di un momento… Prese da noi o da altri,
che condizionano vite, futuro, che ci allontanano dal percorso originale,
trovando strade o sentieri alternativi. E queste scelte ci cambiano.
Stupido chi afferma che le persone non cambiano!
Dannatamente ci cambiano!
Fottutamente ci cambiano!
“Tutto è morto e sepolto in me…”
Quanto vera è questa frase… E quante volte l’ho pensata.
E quante volte, in un futuro vicino, la sentirò mia.
“Ti amerò ma ti amerò male”
Questa invece, è un modo di dire… Non esiste amare male.
Esiste amare o non amare. Perduto in un “amare bene”… da agnello,
si rischia di restar sacrificati in un rituale di allontanamento,
e rivelazione delle più grandi paure.
Meglio amare ed esser “lupo affamato”, ma vero.
Perchè le scelte ci cambiano. E l’agnello diventa lupo, certo.
Ci sarà modo per scoprire se il cambiamento è stato giusto o meno.
Tanto… quando il peggio è già arrivato, già vissuto…
Per quanto tu possa sbagliare… Potrai solo eguagliare quel che è stato.
Così ho perso lo smalto di chi è impeccabile, preciso, attento e disponibile.
Voglio ora una nuova vita, per il nuovo me.
E mi auguro mille e mille sbagli.
Or che ho pagato per sbagli d’altri,
ne voglio di miei.
E sentirmi un pò bastardo, a volte cattivo.
E’ l’ora della rivalsa!
Lo devo a un amico che non c’è più:
il vecchio me.

Il poeta maledetto

Cambiamenti

Se vi dicessi che queste sono due foto della stessa persona, mi credereste?

1156690426.jpg
No? Eppure è proprio così.
Nella foto di sinistra (scattata il 15 febbraio 2007) avevo 31 anni e 7 mesi.
In quella di destra (scattata il 7 agosto 2008) avevo 33 anni e 17 giorni.
L’unica cosa positiva, di tutto quel che mi è accaduto dal 15 aprile 2008,
è stata quella di perdere chili. Ho perso tante altre cose, ma l’unica positiva è questa.
Mi sono sposato in municipio il 10 aprile 1999.
Il 10 aprile 2008, io non ho festeggiato.
Lei ha festeggiato con un altro.
Ho perso circa 20 kg… La nota dolente, è che li ho persi in un mese.
Ho rischiato gravi danni all’organismo
e ho dovuto prendere integratori alimentari
e fare cure di magnesio e potassio,
per sopperire alle gravi carenze che avevo.
Mi sono sposato anche in chiesa, con il rito cattolico,
il giorno 11 settembre 1999
(2 anni esatti prima del crollo delle torri gemelle).
Fra pochi giorni avrei festeggiato 9 anni di matrimonio
(anche se comunque, civilmente, sono già stati compiuti).
E invece mi ritroverò solo.
Come solo sono stato, il 20 luglio 2008,
giorno del mio 33esimo compleanno.
Ritornando alle foto:
20 kg in più, e un sorriso… Avevo in braccio mio figlio.
20 kg in meno, espressione assente e occhiaie,
dovute alle tante notti insonni.
Non piango su me stesso,
sarebbe stupido a distanza di 5 mesi.
Ma non vi nascondo che mi tormenta ancora una domanda:
“Perchè?”
“Perchè?”
Il poeta maledetto (quello di tutte e due le foto)

A tinte forti – 1 settembre 2008

489045388.jpg

I pensieri mi volano dalla mente questa sera.
Non riesco proprio a fermarli, a fissarli in un punto.
Sarà la noia, questo vivere in attesa.
L’attesa di qualcuno che ti chiami.
Qualcosa che ti leghi al passato…
Per ritrovare un futuro.
Dare un calcio a tutto non basta.
Bisogna ricostruire tutto.
Ma la forza chi ce l’ha?
Dove raggranellare passione, colore?
In questi grigi giorni opachi,
senza senso.
Chi ha perso, ha perso.
Ed or che si fa?
Chi decide i destini?
Chi regge fortuna, gloria, voglia di fare?
Chi mi ruberà questi cattivi pensieri
per tramutarli in fiori?
Fiori che cadono dal cielo
su pelle, sorrisi, sguardi,
gioia di vivere, di correre o camminare.
Chi lascerà ch’io trovi quel che non ho mai avuto?
Chi lascerà ch’io ritrovi quel che ho perduto?
Un messaggio dal cuore…
ma si perde in dolore;
non ascolto, non sento,
e nel buio mi pento;
di me, di te, di quel che è stato.
A pennellate forti vorrei
cancellare una storia, un passato
e ritrovare me stesso.
Nel passato mi son perso
e non riesco a ritornare.
E ogni volta sto male.
Chiudo gli occhi a fermare
quel che pensiero vede
e non riesco, fallisco
su quel che voglio e non voglio.
Piango, vinto in mia vita.
Ma oramai,
chi la conosce questa vita?
Chi mi conosce? Chi mi riconosce?
Chi saprà farlo?
Io vorrei solo incontrare,
chi saprebbe cancellarmi
or che tu m’hai annullato.
Pennellata su tela,
come firma d’artista.
Non vengo e non vado,
non resto e non parto,
sono qui, ma non sono io.
Sono altrove eppur non sono.
Sono io e non sono me stesso.
Sono un attimo in ricordo,
di chi ero.
Di chi non sarò più.
Di chi, io, non sarò più.

Il poeta maledetto

 

I ricordi – 31 agosto 2008

850154053.jpg

Correvo veloce per non farmi raggiungere dai ricordi,
ma mi hanno afferrato e trascinato in terra tra la polvere.
Così mi son nascosto per non farmi trovare,
ma anche li son venuti e accendendo la luce,
m’hanno scovato e in terra mi hanno battuto.
Così a letto son andato e sotto il cuscino la testa ho poggiato,
ma i ricordi in sogno son venuti, e piangendo mi sono svegliato.
Così ho deciso di non dormire più,
ma non sapendo cosa fare ho pensato,
e nel mio cuore ho sentito i ricordi gridare e far male.
Così ho capito che i ricordi non si possono fuggire.
E che a loro il tuo nome, purtroppo, devo dare.

 

Il poeta maledetto

Nel libro del cuore – 31 agosto 2008

1737394579.jpg
Quante tracce hai lasciato in me, quante ne ho lasciate io in te.
Camminavamo insieme facendo d’una lunga strada, miliari pietre a ricordare.
Incise le ho nel marmo, perchè mai si potessero cancellare.
Tu invece le scrivevi in ali di farfalla,
che al primo vento son volate via.
Ed or mi trovo a rimirar le pietre che io stesso scrissi.
Tracce di te nel mio cuor che mai più andranno via.
Indelebili come il dolore che m’hai dato.
Tracce di me su voli di farfalle,
lontano da te si poseranno, quando le hai scacciate.
E ognuna che verrà dopo di te,
si prenderà quel ch’è rimasto.
Catturerà farfalle per aver di più.
Ma mai potrò collezionar per lei,
quel che donato avevo a te.
Il cuore è come un libro a fogli bianchi.
Su di essi ho scritto in tante pagine il tuo nome.
Al fianco d’esso, la parola amore.
Quant’altre pagine ho da scrivere, chissà…
Quelle che ho perso, strappate, cancellate,
dalle lacrime bagnate;
quelle… nessun’altra mi ridarà.
Il poeta maledetto