In quel dì, una linea d’inchiostro
è nata da una penna e una mano.
Ha viaggiato per monti, per mari.
Ha attraversato le strade di città:
sorridendo agli innamorati,
abbracciati ai bordi dei marciapiedi;
saltellando con i cani, i gatti, i ratti;
sbocciando insieme ai fiori,
appassendo con loro;
ma senza mai fermarsi.
Ne ha buttate giù di barriere.
Con la forza del tuono
e la dolcezza dell’aurora.
Ha lasciato il segno in tanti cuori,
quante sono le pagine di quaderno
che ha riempito.
Son trecentosessantacinque giorni
che ha viaggiato.
Trecentosessantacinque giorni
di gioia e dolore,
piacere e sofferenza,
odio e amore,
morte e vita,
sentimento, voluttà, noia,
sicurezza, incertezza, perplessità.
Nonostante ciò,
il viaggio di questa linea d’inchiostro,
è appena iniziato.
E non finisce certo con questo capoverso,
ma continua il suo deciso e lento passo,
in un altro cuore,
in un altro giorno,
in un’altra pagina di quaderno.
Il poeta maledetto