Vento e sussurro – 27 ottobre 2008

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Soffio impetuoso,

parol di petalo sospinta,

a ritrovar quel fiore

dal quale s’era dipartita.

Leggera e soffice,

carezza delicata su quel viso.

Mille riflessi in luce

a colorar quel mondo,

d’estasi e passione,

di nuovo brivido in rugiada,

carpendo esile stelo d’un’essenza,

rubando prima luce del mattino.

Quel vento tal mi par qual è il tuo nome

Sussurrato insieme alle parole:

“mio” e “amore”.

 

– – –

A te che hai saputo rubar ogni mio battito, ogni mio respiro,

rendendomeli poi, indissolubilmente legati ai tuoi.

T.A.V.

A te – 23 ottobre 2008

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Amica mia silente, mia occulta passione, che queste mie parole ti siano vicine, più di quanto io possa, per ora. Che t’accompagnino durante il giorno, quando di nascosto le leggerai. Quando velando l’emozione, abbandonerai i tuoi pensieri al desiderio di me e nasconderlo dovrai. Perch’io son parte della tua vita, come tu della mia, ed or intreccio irrisolvibile ci lega, come se dell’incrostazion del tempo fosse saldo. Come s’io fossi stato tuo, come se tu fossi stata mia, da sempre, e solo adesso l’avessimo scoperto. Ed or ti voglio! E non vivo che di questo desiderio, questa pulsante passione che mi prende, e che mi lascia delirare il tuo nome, mentre ti aspetto bramo; bramo il tuo corpo, bramo il tuo viso, bramo te. Perchè è in te ch’io mi perdo, per ritrovarmi al tuo fianco.

In questa notte, in cui stai già dormendo,
seppur distante, io ti sono vicino.
Si, vicino con i pensieri, vicino con il desiderio,
così vicino da sentire il profumo della tua pelle,
così vicino da poter accarezzare il tuo corpo, liscio, morbido,
e sentire la tua pelle incresparsi in un brivido, sotto il tocco della mia mano.
Guardo ancora il tuo viso, e desidero ogni minuscola sua porzione,
il mento, le tue labbra, morbide, da baciare, da mordere, da fare mie.
Il tuo collo e i tuoi capelli da stringere con le mie mani, mentre più vicino
stringo il tuo corpo al mio, nudi, a prendere e a dare, inconsapevoli di tutto ciò
che non sono io, che non sei tu, che non sia noi.
Solo noi, e la nostra immensa passione.
Sei la mia croce e la mia delizia,
sei la mia consapevolezza e il crollo delle mie certezze,
sei la mia follia, e l’unica cura per essa.
Sei mia. Sei mia!

Tu sai. Solo tu, sai!

Paolo e Francesca

Questo post nasce per la necessità di rispondere al post di don Luciano

“Il vero amore – Paolo e Francesca”

 http://latraccia.myblog.it/archive/2008/09/14/inferno.html

 Come commento, non me lo accettava… in quanto troppo lungo:

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Premesso che la divina commedia non è la Bibbia;
premesso che nella Bibbia, non esiste passo in cui si parla di inferno
(e mi verrebbe difficile pensare come un Dio misericordioso e buono,
che non può fare il male, che può tutto, non sia capace di perdonare
e costringere i peccatori ad atroci sofferenze per l’eternità);
premesso che Dante è un poeta e non un profeta, e come uomo, ragiona
con la mentalità degli uomini del suo tempo;

Francesca era sposata, il matrimonio era stato deciso per “ragion di stato”.

La prima delle tre domande nella liturgia del matrimonio religioso recita:

siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà, senza alcuna costrizione,
pienamente consapevoli del significato della vostra decisione?

Essendo la “ragion di stato” e il matrimonio combinato delle costrizioni,
non solo il matrimonio di Francesca è nullo, ma non avrebbe dovuto essere celebrato.

Pertanto Francesca è nel giusto davanti all’Altissimo, e il fatto di
avere una figlia al di fuori del matrimonio (perchè il suo è nullo)
è perdonabile: in Genesi 4:1 Eva partorendo Caino dice:
“Ho prodotto un uomo con l’aiuto di Dio”.
Un figlio è sempre un dono divino, e non esiste peccato.

Inoltre Sant’Agostino dice:
” Tanto più fortemente noi vogliamo qualcosa quanto meglio conosciamo la grandezza
 della sua bontà e quanto più ardentemente ci diletta “

quindi, anche la passione tra i due, una passione e un amore che
sfidano la morte e proseguono oltre (quanto li invidio!), non potrebbero
esistere, se non previsti dal volere di Chi tutto vede e tutto può.

Diverso sarebbe stato, se il matrimonio di Francesca fosse stato celebrato
senza vizi di forma. Un classico matrimonio d’amore.

In proverbi 6:32-35 è scritto:
Chiunque commette adulterio con una donna manca di cuore;
chi lo fa porta la sua propria anima alla rovina.
Troverà piaga e disonore, e il suo stesso biasimo non sarà cancellato.
Poiché il furore dell’uomo robusto è la gelosia, ed egli non mostrerà
compassione nel giorno della vendetta. Non avrà considerazione per
nessuna sorta di riscatto, nè mostrerà buona volontà, non importa
quanto grande tu faccia il regalo.
– – –
Morale:
Francesca e Paolo salvi e riscattati;
il loro, amore vero da bramare e prendere ad esempio;
condanna del matrimonio “forzato”, sia esso per ragion di stato o altro;
condanna di chi sapendo, ha taciuto;
condanna di chi sapendo, ha celebrato.
– – –
Ultima considerazione personale:
un uomo sposato, la cui moglie commette adulterio, lui vuole perdonarla
e lei rifiuta il perdono, lui vuole riconciliarsi, una, due, tre volte
ed ottiene rifiuto, subisce separazione legalmente e fra tre anni divorzierà,
dopo aver subito tutto questo… Può risposarsi?
La chiesa dice no… Al danno, la beffa.
Io mi chiedo: Quale divinità accetterebbe di punire in questo modo un suo fedele?

Troppo spazio 11 maggio 2008

Troppo spazio,

c’è troppo spazio intorno a me.

Prigioniero della libertà.

Ero schiavo e non me ne accorgevo,

ma ero libero e non sapevo.

Un attimo è bastato

per tornare alla realtà.

Un attimo a riaver la libertà.

Ma cosa volevo, cosa voglio?

Non è questo che volevo.

La libertà è qualcosa di grande.

Troppo grande

perché un uomo possa tenerla per se,

senza impazzire.

In questo mondo piccolo

e infinitamente grande.

Dove viviamo a contatto

e non ci conosciamo,

dove legati siamo al destino comune

di vivere e morire,

esistiamo per amore e Amore chiede.

La libertà è nostra per poterla donare

a chi ci farà schiavi,

schiavi del cuore.

A chi vogliamo c’incateni

e per l’eternità ci torturi d’amore.