Pioggia che cadi dal cielo
fortunata sei che accarezzi il suo corpo.
Io ti invidio,
che in ogni goccia che cade
sei su di lei e i suoi pensieri tocchi.
Quale mano accarezzare può i petali suoi?
Di quella rosa che dentro me
ogni giorno sboccia?
Vederla che gran gioia è per me;
ma toccarla, averla vicina
ancor di più lo è.
Dimmi tu mio fiore,
a chi se non a me
quella mano appartiene?
Dimmi tu chi,
con un gesto fermar la pioggia può,
e far risplendere l’arcobaleno
che è nei tuoi occhi, nel tuo sorriso.
Fortunato sei, io voglio dirgli.
Tu che hai per te
colei che io sogno,
colei che nel mio cuore nascondo.
Fortunato sei tu che la stringi,
rubando a me quegli attimi
che eterni senza di lei sono.
Mi resta sol d’accarezzar la pioggia,
che questa sera su di me si posa,
così come su lei,
la mia sognata rosa.
Ci unisce e ci separa questa pioggia,
pianto di un cielo malinconico
che cerca la sua amata sposa.
Il poeta maledetto