L’invidia fa miracoli:
anche i muti parlano,
anche i sordi ascoltano!
Il poeta maledetto
Imperatore dei granchi di fiume.
Le tue chele avrebbero fatto invidia
a qualsiasi creatura marina.
In tutta la tua vita,
nel percorso di tanti fiumi,
mai una volta avevi assaggiato
il sapore della sconfitta
in un combattimento.
Nessuno avrebbe osato contraddirti
perché le tue chele erano gigantesche,
ma il tuo cuore lo era ancora di più.
La tua forza era grande soprattutto
nel tuo spirito di sacrificio.
Lo dimostrasti quando una rete
intrappolò un intero branco di trote.
Non avevano ancora quindici lune,
e nemmeno le avrebbero viste
se tu non fossi intervenuto.
E prima ancora che chiedessero aiuto,
le tue magnifiche chele
avevano già tagliato la rete
e liberato i tuoi sudditi.
Se non avessi avuto
chele così forti e così grandi
non avresti mai potuto liberarli,
e forse,
non saresti rimasto impigliato.
Imperatore dei granchi di fiume,
hai dato la vita per i tuoi sudditi.
E loro non ti dimenticheranno mai.
Nemmeno adesso, che ritto
su di un piatto di maccheroni al sugo,
sei l’imperatore,
della tavola di un pescatore.
Il poeta maledetto
Se ogni mio desiderio fosse stato una pietra,
avrei potuto erigere un mausoleo
da far invidia a qualsiasi altra costruzione.
Ed in cima ve ne sarebbe stata una
in cui vi fosse inciso un nome: il tuo.
Se ogni mio sogno fosse stato un fiore,
avrei potuto ricoprire il mondo
con quei petali.
Se tu fossi stata mia,
avresti potuto riempire
il mio cuore d’amore.
Ma non è così.
Eppure vedo montagne di pietre
in qualsiasi direzione
il mio sguardo possa posarsi,
ed ecco che comincia a piovere.
Ma piovono petali, cosa vuol dire?
Vuol dire che sei mia?
Se è così,
quanto vorrei che in questa pioggia di petali
i tuoi baci fossero fulmini
a devastar le mie labbra.
Intanto aspetto il temporale
e le tue risposte.
Il poeta maledetto