Quand’ero giovane e ingenuo,
la credevo una veloce moto,
un’auto sportiva o una bella donna;
e credevo che il tutto
si fosse compiuto nel possederla.
Quando ero sicuro di non averla,
mi si parea come uno strano
fugace animale.
Che nell’aria annusasse
il mio odor di cacciatore
e mi sfuggisse, raro, rarissimo animale.
Quando sconfitto ho atteso,
seduto su una pietra ho pianto,
sperando che il mio cuor
dalla stessa apprendesse l’arte
del non morir pel dolore.
E l’ho creduta animale estinto.
Ma tra le lacrime gli occhi han ceduto.
E la tenebra ha avvolto la poca luce.
Allora ho sognato di lei,
e nei miei sogni l’ho vista,
mitologico animal
fiera ribelle, indomabile e indomita.
Or finalmente so.
So ch’essa non esiste.
Ma giovane e ingenuo non son più.
Ed essa non è fatta
per esser trovata o posseduta.
Ma magia di caccia,
sta nel cercarla.
Nel non fermarsi mai.
Non è arte il traguardo,
quanto lo è il cammino.
Felicità,
qual strano, misterioso,
mitologico animale.