Menzogne – 8 ottobre 2008

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Mi rendo conto di esser diventato il tuo nemico.

Solo veleno han le tue parole, al telefono.

A me non deve interessare la tua vita,

tu non vuoi parlare con me.

Ne farei a meno, credimi,

se non fosse che per l’ennesima volta mi stai mentendo,

facendo un illecito, tentando di truffarmi.

E non riesco a capire se l’idea sia tua,

o di qualcun altro che ti da consigli,

su come fare le cose aumm aumm, in puro spirito napoletano.

Io odio Napoli, non per la città.

Per tutte quelle persone che “arrangiandosi” nell’illecito,

distruggono quel poco di buono che potrebbe riscattarle.

Quei pochi che fanno eccezione (dei veri santi!) non riescono

a sopperire le carenze della massa.

E tu sei persa in quella massa.

Hai fatto scudo delle tue mancanze,

della tua falsità,

del tuo esser stata puttana,

con false accuse e colpe,

distribuite un po’ qua e un po’ la,

su tutta la mia esistenza.

Io sono il vero nemico:

uno che ti amava davvero,

ma che ora ha scoperto come sei cambiata,

cosa sei diventata.

Non ho pietà per te,

falsa vittima di te stessa.

Ti stai infilando in un vicolo cieco,

ignorando dove sia la retromarcia.

E lo stai facendo a tutta velocità.

Circondandoti di menzogna,

in un futuro non troppo lontano ti cadrà tutto addosso.

E sarà dura uscir fuori dalle macerie che tu stessa hai creato.

Puoi ingannare uno tutte le volte,

tutti una volta, ma non tutti, tutte le volte.

Scrivo questo consiglio che non leggerai,

un pensiero che non capiresti.

Di chi ti ha amata come or più non mi è possibile,

e continua a non provare odio per te.

Solo rancore, dolore, profonda delusione,

per quello che sei stata in grado di farmi.

E continui ad indicarmi,

puntando la tua lama fredda, acuminata,

in direzione del mio cuore.

Ma ormai esso è libero da te.

Posso provar soltanto compassione

per quello che ti stai facendo,

aiutata a raggiunger la tua fine da non so chi.

Vorrei ancora poter sperare,

di vedere un barlume nei tuoi occhi,

un’inflessione nella tua voce.

Ma ferma e decisa,

mantieni la tua posizione,

assisa su di un trono di menzogne,

che si erge sulla forza di quattro grissini.

Non so più come fare,

per darti la possibilità,

di voler capire che forse,

potresti chiedere perdono.

Se solo capissi i tuoi sbagli,

forse ti renderesti conto delle tue colpe,

forse potresti rimediare.

Forse.

Ma non sono in grado di perdonare,

chi come te, il perdono non lo vuole.

Questo è il pensiero che mi tormenta:

hai convinto te stessa,

che i tuoi sbagli, le tue colpe,

erano inevitabili, giustificabili,

e per questo normali.

Una cosa che non ha bisogno di giustificazioni,

una cosa di cui non preoccuparsi,

una cosa per cui non chiedere perdono.

Delle mille pugnalate che mi hai inferto,

sanguino ancora, e ancora provo dolore.

E ancor più grave, ora, veder negli occhi di mio figlio,

la mancanza di un padre,

e quella di una madre.

“Io non devo pensare a me stessa?”

altra infelice tua frase, pronunciata a telefono oggi,

7 ottobre 2008, e che vado ad aggiungere alle altre,

che senza pensarci troppo mi hai detto.

Certo! Pensa a te stessa! E’ quasi un anno che lo fai.

Ormai è diventata la tua regola di vita.

Che t’importa se al bimbo a cui tolto il padre,

“per poterti sentir donna” in un’auto di notte,

di fronte a una strada, nel parcheggio di una fabbrica chiusa,

o in un albergo ad ore,

ora togli anche la madre?

Ricordo ancora il giorno in cui siete partiti per andare via da me.

Ricordo ancora la frase che ti ho detto come addio:

“Adesso hai la possibilità di fare la madre che non hai fatto finora”.

Speravo che la vicinanza con quel figlio che avevi trascurato,

che quell’amore incondizionato che egli ti regala,

avrebbe potuto cambiarti, redimerti, darti la forza di capire cos’eri diventata

ed andare contro te stessa, per poter ritornare com’eri.

Così non è stato.

Nemmeno l’amore di tuo figlio, è riuscito ad aprirti gli occhi.

Con un sorriso sarcastico, il 22 settembre mi hai detto:

“e mi hai mandato a chiamare anche dal prete!”

vergognati di questo. Non dirlo in giro, che ho chiesto anche ad un rappresentante di Dio,

lo stesso che ci ha sposati, di farti ragionare, di farti chiedere un perdono

che era in attesa di essere chiesto.

Sei ormai polvere che il vento soffia via.

Una donna senza nessuna consistenza.

Un’esistenza traviata, sconfitta da se stessa,

che non ha ancora capito di essersi condannata da sola.

Eppure io ero qui.

Tradito, illuso, deluso, offeso, attossicato, solo,

nell’attesa.

Nell’attesa di un segno di recupero di te stessa.

Quattro volte ho tentato,

quattro volte ho fallito, o meglio,

ti sei lasciata fallire.

Non posso fare più nulla per te.

Ma posso fare qualcosa per mio figlio.

Non ho cuore di dormire stasera,

dopo averlo visto chiamarmi implorante, al videofonino,

come se stesse dicendo: vieni qui! Mi mancate!

La tua risposta alla mia domanda a lui rivolta:

“Sei stato lasciato solo?”

E’ stata:

“Lui non è mai solo! E’ con i nonni!”

Ma cosa ne sai, nemica mia,

della solitudine del cuore?

Troppo presa da stupide minacce, aggressività

ingiustificata, e calunnie, non ti rendi ancora conto,

del deserto che ti sei creata in cuore.

Col tempo imparerai,

col tempo capirai,

ma quando lo farai, sarà troppo tardi,

per renderti conto che quel vicolo è troppo stretto,

e non puoi uscire di lato,

che non esiste uscita,

che sull’auto della tua assurda follia,

non esiste retromarcia.

Che Iddio abbia pietà di te,

sempre se a lui chiederai perdono,

o dirai che ti trascurava,

per giustificare i momenti in cui

andrai a fare l’amore col Diavolo,

in auto in un parcheggio,

o nella squallida camera di un albergo ad ore.

Menzogne – 8 ottobre 2008ultima modifica: 2008-10-08T00:38:00+02:00da morris_garage
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5 pensieri su “Menzogne – 8 ottobre 2008

  1. Quanto disprezzo nelle tue parole…..quanto veleno.
    So che sei stato ferito ed umiliato,tradito e sbeffeggiato,ma se continui a dare tutta questa importanza alla tua ex non farai altro che rende tutto piu’ difficile ,lo so che è difficile,credimi Davide io ti capisco molto piu’ di quanto credi,so cosa vuol dire essere costretti ad accettare scelte che altri hanno fatto per te.
    Se ti dico questo è perche’ vorrei che tu non vovessi nel passato ,ma costruissi il tuo futuro
    tu sarai dinuovo felice perche’ lo meriti……..tuo figlio ti amera’ perche’ l’amore non ha confini.
    un bacio grandissimo
    chicca

  2. Ciao poeta,
    non conosco Chicca ma mi sembrano parole equilibrate le sue e sagge. Non incattivirti ancora di più mio caro Davide: chi soffre tanto sei tu!
    Un grosso abbraccio mio caro amico!

  3. Ciao!!! scusa il ritardo, ma sono riemersa solo ora da diversi giorni di assenza. Ti ringrazio per il premio. Grazie tante. Un abbraccio e buona giornata!!!

  4. Concordo con Chicca… non abbandonarti all’amarezza… è peggio… so che a volte voltare pagina sembra un’impresa ardua, ma prima o poi ci si deve rendere conto che abbiamo il diritto di essere felici anche noi, ed in questo caso “tu”… ci riuscirai, è questione di tempo!
    Buon fine settimana poeta! ;-)))

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