Giri strani e lunghi fa la vita.
A volte ritorna, a volte non torna più.
Così capita di ripensare a quel che è passato un attimo,
magari a volte per anni.
E si è perduto tra le pieghe che il tempo genera sul nostro cuore.
Per tutti quei pensieri che vanno a quel che di buono c’era,
velato dalla malinconia del non poterlo avere più,
con un filo di voce, mi unisco al coro e canto:
“Mi manchi”
Il poeta maledetto
Roberto Vecchioni > Vecchioni Studio Collection (1998) > Mi Manchi
Così a distanza d’anni aprì la mano
E aveva tre monete d’oro finto
Forse per questo non sorrise
Forse per questo non disse “ho vinto”
Richiuse il pugno, roba di un minuto
Per non sentirlo vuoto
E mi manchi.
E la ragazza fece op-là una sera
E fu un op-là da rimanerci incinta
Vestì di bianco ch’era primavera
E nella polaroid sorrise convinta
Fecero seguito invitati misti
e dodici antipasti
E mi manchi, mi manchi, e mi manchi
E quando dodici anni fa dal bagno
Gli disse “è tardi, devo andare…”
Pensò che si trattasse di un impegno
Non dodici anni senza ritornare
Da allora vinse quasi sempre tutto
E smise di pensare
E mi manchi, mi manchi, e mi manchi
Ma finchè canto ti ho davanti
Gli anni sono solo dei momenti
Tu sei sempre stata qui davanti.