Muro del pianto – 3 febbraio

 

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Affacciato a questa dannata finestra,
avvolto dall’oscurità.
Col vento gelido che pizzica
tumefatta pelle fredda, inerte.
Abbasso lo sguardo ad osservar
decine di sigarette,
morte in spasimo e precipitate.
E dall’alto di questo mio
muro del pianto, osservo,
e ascolto.
Al fragoroso chinar di chiome d’alberi,
m’arrivano voci, lamenti,
acuti di donne
e gravi di uomini.
E piangono.
Ma non di loro è il lamentarsi.
Di quest’anima mia ei si dolgono.
Ormai perduta,
maledetta per sempre.

  

Il poeta maledetto