Ritorno allo stagno – scritta il 26 giugno 1994

 

Si stacca dallo stormo un passero,

e spingendosi un pò più avanti,

arriva fino allo stagno

per bere un sorso d’acqua.

Limpida, fresca, antidoto al veleno

sprigionato da un sole infuocato.

D’un tratto lo stormo lo raggiunge,

ma non s’arresta e prosegue il suo volo.

Il passero tentenna,

seguire lo stormo o continuare a bere?

Decide, e spicca il volo.

Vi si allinea, si volta,

vede lo stagno che a malincuore a lasciato,

e torna indietro.

Qual stella cadente

dall’alto di una nuvola

un falco pellegrino

comincia la sua picchiata.

Per il passero non v’è speranza

e un attimo dopo soffoca

tra gli artigli del rapace predatore.

Legge della natura vuole

che come il falco

dall’alto della mia nuvola

io attenda il passero

da sacrificare ai miei artigli.

Lo stagno è il mio cuore,

e concedo a chiunque

di assaggiarlo una volta.

Ma colei che ritorna,

dopo averlo abbandonato,

è costretta a perire,

vittima del suo ritorno.

 

Il poeta maledetto