Si stacca dallo stormo un passero,
e spingendosi un pò più avanti,
arriva fino allo stagno
per bere un sorso d’acqua.
Limpida, fresca, antidoto al veleno
sprigionato da un sole infuocato.
D’un tratto lo stormo lo raggiunge,
ma non s’arresta e prosegue il suo volo.
Il passero tentenna,
seguire lo stormo o continuare a bere?
Decide, e spicca il volo.
Vi si allinea, si volta,
vede lo stagno che a malincuore a lasciato,
e torna indietro.
Qual stella cadente
dall’alto di una nuvola
un falco pellegrino
comincia la sua picchiata.
Per il passero non v’è speranza
e un attimo dopo soffoca
tra gli artigli del rapace predatore.
Legge della natura vuole
che come il falco
dall’alto della mia nuvola
io attenda il passero
da sacrificare ai miei artigli.
Lo stagno è il mio cuore,
e concedo a chiunque
di assaggiarlo una volta.
Ma colei che ritorna,
dopo averlo abbandonato,
è costretta a perire,
vittima del suo ritorno.
Il poeta maledetto