Corre la lancetta e non si ferma.
Guardo l’orologio senza fretta.
E’ già da tanto che aspetto.
Sotto questo portone fa freddo.
Perché lei non viene?
L’aspettavo per le otto.
Son le dieci e lei non viene,
comincia a piovere a dirotto.
Mi bagno i vestiti,
si bagnano i fiori,
sono solo e sono triste,
son le undici e sono ancora qui sotto.
E l’aspettavo per le otto.
Corre la lancetta e non si ferma.
Corre mentre intorno si fa notte.
Getto i fiori in un cestino,
gocciolando vado via.
Torno a casa, m’asciugo un pò.
Mi metto a letto. Mi sento tradito.
Squilla il telefono:
“Pronto, chi è?”
E’ lei. Mi dice:
“Ma dove sei stato fino ad ora?
Mi raccomando non dimenticarti
dell’appuntamento di domani.”
Domani?
Già! Non era oggi, era domani!
Ero così emozionato
al pensiero d’incontrarla,
che ero puntuale per l’ora,
ma avevo sbagliato giorno.
Il poeta maledetto