Qual fiume eri,
ed or che resta,
dell’acque che bruma
vantava tempesta.
Or secco torrente
re fango ti veste;
non scrivi, non pensi,
cos’è che ti basta?
Sia forse la vita?
o pur la ventura?
Sorridi la gioia,
sopporti l’infausto?
Ma quello che eri
qual briciola resta?
Sarai qui domani,
o soltanto il ricordo?
La fonte riapri,
risgorga, ti prego.
Da inerte fanghiglia
rivivi in tempesta.
Impetua, stordisci,
rivinci o perisci.
Ma ancora ti prego
non restare passato.
Sia l’oggi, il domani,
la bruma d’un tempo
che mai ho domato.
Il poeta maledetto
Il fiume rinato – scritta l’ 8 gennaio 2001ultima modifica: 2010-04-23T10:00:00+02:00da
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