D’un labirinto senza uscita,
perdermi volli e in lei trovai l’entrata.
Dal ramo suo in germoglio,
fiorii mille colori.
Che vento similfoglia
rapì me lieto fior.
Così viaggiai pel mondo
gridando: “esiste, c’è”
sulla mia pelle il suo profumo sentendo,
la vita mia per lei soltanto per me.
Per triste gioco volle il vento portarmi
su tomba d’uomo a cui l’amor si negò.
Perso ogni petalo, natura mia si cambiò.
Guerriero rinacqui e preparai le armi,
duellar d’aver quel che mi si rifiutò.
Il nome suo fu mio stendardo
il suo sorriso la mia spada,
per conquistare e fare mia per sempre
colei che fato volle a me lontana.
Il poeta maledetto
Duello – scritta il 15 marzo 1997ultima modifica: 2010-04-02T10:00:00+02:00da
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